Question Time, splash |
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Scritto da Stefano Panini
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lunedì 23 marzo 2015 |

Calcio Sapona…ra?
La ricorderemo come “la disfatta di Empoli”: il Sassuolo fa splash, inabissandosi in un
mare di dubbi che investono anche chi, prima del derby delle provinciali, vedeva
nella squadra toscana la vittima ideale per dare continuità al 4 a 1 casalingo.
E invece il Sassuolo scivola rovinosamente sopra una saponetta (nessuno si azzardi a pronunciare il suo nome) che in 20
minuti ha surclassato l’intera partita del trio Sanso-Zaza-Berra a dir poco
sottotono. Dopo un primo tempo in cui entrambe le squadre si sono studiate
soprattutto per non farsi del male, nei secondi 45’ mister Sarri è salito in
cattedra (“oh capitano, mio capitano”) per imbastire la lezione di calcio che,
come detto, ridimensiona notevolmente i sogni di neroverde natura. I 90 minuti in 90 caratteri? L’Empoli
ricorda il Barça dei tempi d’oro e il Sassuolo sembra giocare a calcetto splash.
Acqua, sapone e disinfettante per cancellare la pessima prestazione e ripartire
dopo la sosta. Bagno di umiltà, hic et nunc.
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Question Time, San Sone |
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Scritto da Stefano Panini
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lunedì 16 marzo 2015 |

San Sone?
Chiamatela “la condanna dell’ex” o “la rinascita di Sansone” o ancora “la domenica di Nicola”. Archiviatelo
come vi pare questo Sassuolo-Parma del 15 marzo 2015, l’importante è farlo col
nome del 17 neroverde ben in vista. Difficile, quasi impossibile, non spendere
parole dolci per l’esterno neroverde classe ’92: migliore in campo nell’ultima
vittoria del Sassuolo prima di Parma (era un Sassuolo-Inter 3-1), migliore in
campo, e non può essere un caso, contro i crociati. Il Mapei Stadium è tornato
a brillare e il merito è soprattutto di quella freccia rapida ed imprevedibile
che risponde al nome di Sansone, nessuno come lui nel creare profondità e nell’uno
contro uno. Il blackout che aveva interessato l’esterno di Monaco così come
tutta la squadra è già un lontano ricordo; la resurrezione del Sassuolo passa
per i miracoli di San Sone. Danke Nick!
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Question Time, m'arzo? |
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Scritto da Stefano Panini
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martedì 10 marzo 2015 |

Gladiatori allo Stadium?
A testa alta. Plauso ai nostri
eroi che per poco non sgambettano la capolista e, a onor del vero, restano gli
unici ad aver messo così tanto in difficoltà la Juventus tra andata e ritorno.
Si era parlato di mission impossible,
“possible” fino a 8’ dalla fine
quando il giocatore venuto da Marte ad insegnare calcio ai terresti non ci ha
messo lo zampino, che qui chiameremo più realisticamente zampone. Resta una prestazione impeccabile per i
neroverdi, per grinta e determinazione, da cui bisognerà ripartire e che
certifica i valori del Sassuolo al di là del tridente delle meraviglie.
Magnanelli sopra le righe - gli artigli del Puma hanno lasciato il segno anche
a casa della capolista – Missiroli prezioso jolly in mediana, Vrsaljko e Peluso
tasselli mancanti di una difesa che, complice l’infermeria piena, iniziava a
perdere colpi. In alto lo scudo e imbracciate le armi… al segnale del Difra,
scatenate l’inferno. La sconfitta giusta dalla quale ripartire.
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Question Time, piagnucolada? |
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Scritto da Stefano Panini
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domenica 01 marzo 2015 |

Pañolada o Piagnucolada?
Dalla pañolada – numerosi
fazzoletti bianchi sventolati in aria ad alimentare le polemiche sulla vicenda
Lotito – passando per la goleada, e
chiudendo in piagnucolada. Se non
altro i fazzoletti sono serviti a qualcosa (dubito che Lotito sia rimasto
emotivamente toccato dalla vicenda): ottimi rimedi contro gli occhi lucidi per
alcuni e una grande pezza sotto cui nascondere il cappotto casalingo...
ringraziamo la pañolada neroverde. Non fosse bastato il primo gol subìto all’ultimo
minuto di un primo tempo di fatica e denti stretti, ci ha pensato Miro Klose a
legittimare le lacrimucce dei neroverdi. Il 3 a 0 è stata la classica goccia
che ha fatto traboccare la piagnucolada dei tifosi, memori dei bei tempi che
furono (e chissà se ritorneranno) e stanchi di partite dal sapore amaro. Consoliamoci
con una Piña Colada, tanto per chiudere il cerchio. Meglio berci su… motivi per
cui piagnucolare – ahinoi – ne abbiamo abbastanza anche al di fuori del
rettangolo verde.
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Question Time, vedi Napoli e poi... |
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Scritto da Stefano Panini
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martedì 24 febbraio 2015 |

La condanna dei panchinari?
E non (solo) dei nostri, anche
se l’infermeria piena costringe a guardarsi la panchina, ma degli altri. Cos’hanno in comune le due sconfitte
consecutive contro Fiorentina e Napoli? Il migliore in campo. Babacar e
Zapata, che la dea bendata (di lei ne riparleremo) ha chiamato in campo grazie
ad un turnover europeo (Babacar) ed una squalifica (Zapata). Poi si potrebbe
guardare anche dentro le mura domestiche, e allora – con 3 panchinari su 4 in
difesa – la condanna si estende e stende una squadra che ha vissuto di troppi
lampi e poca concretezza per impensierire un Napoli più cinico. Vero è che i 14
anni di differenza tra Bianco e Zapata si sono sentiti tutti, così come vero è anche
che – a forza di “se” e di “ma” – rischiamo di perdere di vista il problema
delle ultime partite: ovverosia poche idee in avanti e ancor meno lucidità nell’area
avversaria. A questo aggiungiamoci pure la condanna dei gregari, quando non gira non gira.
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