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Pattuzzi: “Mi ricandido per finire il lavoro” Stampa E-mail
Scritto da Marcello Micheloni   
venerdì 27 marzo 2009
Graziano Pattuzzi si ricandida a guidare SassuoloCaffè elettorale con il detentore del titolo di sindaco. Si preannuncia una battaglia aspra, ma nonostante le difficoltà emerse all’interno del PD, Graziano Pattuzzi resta ottimista: “Nei momenti di crisi ci si rivolge alla novità solo se si individua la causa della crisi in quello che c’era prima. Ma in questo crollo globale, il potere locale non ha certo responsabilità”

Egregio sindaco, il Partito Democratico è ancora definibile come partito di sinistra?
Se per sinistra si intende un partito riformista, sicuramente.
Quindi, per lei, sì.
Il PD nasce con la vocazione di mettere insieme il riformismo socialista, il riformismo cattolico, più esperienze di tipo ambientalistico.
Una domanda che è un classico: c’è chi sostiene che il suo programma non sia poi così diverso da quello del suo avversario Caselli. Penso al modo di gestire i palazzoni di Braida, alle privatizzazioni. Mi dica due cose in cui invece di certo differisce.
Nel modo di governare la sicurezza, ad esempio, che è uno dei temi fondamentali: noi siamo sì duri contro il crimine, ma, nel caso degli stranieri, siamo poi altrettanto aperti con coloro che sono qui per lavorare. La destra invece tende a dividere tra etnie, tra buoni e cattivi. Noi diciamo che, certo, questa massiccia presenza di cittadini stranieri nella nostra città crea qualche problema anche laddove non vi siano attività illegali, perché l’incontro tra culture diverse è comunque difficile. Ma lavoriamo con l’obiettivo integrazione.
La destra fa diversamente?
Tende a dire “devono andare tutti a casa, non ne abbiamo bisogno, non ci devono essere”. Salvo poi dimenticare che il nostro sistema economico invece richiede questa forza lavoro... Oggi poi c’è da aggiungere il fatto che la crisi economica sta riducendo i posti di lavoro, soprattutto tra i meno qualificati, proprio quelli che vedono una forte presenza di lavoratori stranieri. Queste persone ormai tendono a non lasciare comunque il nostro paese, anche a fronte di difficoltà lavorative. E’ un problema sociale serio, da affrontare però dando a tutti la possibilità di vivere bene la società.
E poi l’economia… Noi abbiamo idee. Guardiamo al futuro.
Ad esempio?
Caselli ha detto che tirerà fuori “quello che Pattuzzi sosteneva da Presidente della Provincia, ovvero quando diceva che l’Iris faceva bene ad andare ad investire in Germania”. Ma questo io lo tornerei e lo torno a dire! Le nostre aziende che hanno investito in giro per il mondo sono quelle che oggi riescono a reggere anche le attività sul nostro territorio. Certo, si multilocalizza la produzione e quindi si multilocalizzano anche i lavoratori, però chi non si è mosso con certe visioni allargate ora rischia di non avere prospettive.
La sua ricandidatura a primo cittadino ha certamente una valenza politica, un senso. Ma c’è da dire che anche volendo non è che ci fossero poi così tante alternative. Anzi…
Il centrosinistra poteva fare delle scelte: o riconoscere il lavoro fatto da questa amministrazione come dato positivo da spendere verso l’elettorato, oppure andare oltre, verso segni di ulteriore novità. E’ evidente che il lavoro è stato giudicato buono.
La scheda di PattuzziNon si può negare che dietro di lei, però, ci sia un partito in difficoltà, con l’ex segretario Pecoraro che si è dimesso e che ne ha un po’ per tutti, con un coordinatore carpigiano che sta gestendo la situazione, con malumori vari…
E’ inutile negare che il PD abbia avuto problemi. Ma mai come in questo momento si è ritrovata un’unità di intenti, tra l’altro anche grazie all’ottimo lavoro di Malavasi, la cui esperienza di ex sindaco di Carpi può essere messa a frutto anche per questa città. Mi ha colpito una battuta che mi ha fatto un giornalista: “Pattuzzi da cittadino straniero a Pattuzzi simbolo di Sassuolo.” Be’, io credo che un minimo di verità ci sia. Nel senso che credo che sia stato utile avere avuto un’esperienza di tipo amministrativo come quella di Presidente della Provincia. Mi ha aiutato. E infatti qui a Sassuolo abbiamo lavorato molto e bene. Certo, non abbiamo finito: nasce anche da qui la voglia di ripresentarsi.
La destra appare più coesa.
Be’, insomma… La scelta del loro candidato ha lasciato qualche malumore in Forza Italia. E poi la Lega è stata costretta dai livelli non locali del partito all’apparentamento al primo turno, mentre invece le intenzioni di Menani parevano ben altre…
Ma le vostre frizioni sono state più esplosive agli occhi dell’opinione pubblica.
Il PD deve chiudere questa fase di discussione: oggi abbiamo bisogno di parlare dei problemi della città. Mi dispiace che Pecoraro se ne sia andato in quel modo, ma non ha detto la verità perché ha tralasciato la parte più importante: ovvero un certo comportamento suo e del vicesegretario che nessuno ha mai capito e che non è mai stato spiegato nelle sedi opportune… E oggi poi è facile cavalcare l’antipolitica. Ma detto questo, credo che lui debba innanzitutto riflettere e poi mi auguro che possa ancora dare il suo contributo al centrosinistra.
In cosa, la vecchia guardia della sinistra sassolese, può ritrovarsi in questo PD?
Nel progetto di una città più giusta. Più a misura di tutti. Scuole, servizi sociali, piste ciclabili… Guardando nella direzione di tutti i cittadini e in particolar modo ai ceti più popolari. Evidentemente le ideologie del passato non ci sono più, e credo anche per fortuna. Ma gli elementi per “ritrovarsi” nel PD ci sono eccome, a partire da persone interne al partito che provengono da quella storia.
E le nuove generazioni? La sensazione è che un giovane sassolese di destra abbia ben chiaro dove mettere la croce a giugno. Un giovane di sinistra molto meno.
Se fosse vero mi dispiacerebbe molto. Vorrei che anche il giovane di sinistra avesse la giusta motivazione…
Ha detto la parola chiave: manca motivazione.
Chi sta con la sinistra estrema pare avrà una sua proposta. Proposta che io non condivido perché la giudico troppo ideologica e poco pragmatica, ma la proposta ci sarà. Nella compagine che invece mi sostiene credo che tra la Sinistra Europea, tra il PD stesso, tra l’Italia dei Valori e tra una lista civica che spero e credo si legherà a noi, be’, credo che il giovane (ma non solo) di sinistra che ora non trova un’adesione politica, si riuscirà ad orientare.
Non crede sia stato un errore avere finito la legislatura senza un assessore alle politiche giovanili?
E’ stata una delle difficoltà. Per i primi tre anni, con Fiori, abbiamo lavorato bene. Dopo, un po’ meno bene. Per il futuro è necessario un assessorato per i giovani. Per fortuna, comunque, la fervida attività di tante associazioni giovanili, sostenute anche dall’amministrazione, ha dato risposte e forse sopperito a nostre carenze.
Voi siete quelli al potere. Per forza di cose venite percepiti come “più vecchi” rispetto agli sfidanti, per di più in un momento di crisi. Come eludere il problema?
Certamente la squadra attorno a me dovrà avere elementi di novità. La sceglierò in base a quello che le liste proporranno ed otterranno in termini elettorali, perché è giusto tenere conto del voto dei cittadini. Una squadra fatta prima, a tavolino, è per chi non è in grado di tenere insieme tutti i pezzi. E c’è da aggiungere che questa amministrazione già di per sé si è posta in discontinuità rispetto al passato. Inoltre nei momenti di crisi ci si rivolge alla novità solo se si individua la causa della crisi in quello che c’era prima. Ma in questa crisi globale, il potere locale non ha certo responsabilità.
Nei suoi manifesti, nel suo discorso di candidatura, ci sono richiami precisi al Sassuolo Calcio. Nessuno l’ha accusata di voler salire sul carro dei vincitori?
No, nessuno. Il Sassuolo Calcio è uno dei tanti elementi positivi di questa città. Incarna questo territorio: fatti e concretezza. Il mio vuole essere un richiamo ad una “Sassuolo città” che vedo così e per la quale lavoro perché sia così.


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