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Critiche da Destra: "Così no" Stampa E-mail
Scritto da Daniele Dieci (con M.Micheloni)   
mercoledì 06 giugno 2007
Paolo Vincenzi, consigliere di Forza Italia, accusa: “Questa azione ha dietro di sé una precisa volontà politica”. E si chiede come “un’azienda così vasta potrà essere poi tempestiva sul territorio”

 

L'imminente aggregazione tra il colosso Hera e la SAT Spa suscita diverse perplessità, anche da parte del mondo politico. "Questa azione ha dietro di sè una precisa volontà politica. Se dobbiamo aiutare SAT, perchè non sentire qualche altra offerta?" Così il consigliere comunale di Forza Italia Paolo Vincenzi affronta la fusione tra le due società. "Hera ormai controlla tutta la Romagna - continua Vincenti - oltre a parte delle Marche e del Lazio. SAT gli serve per chiudere il cerchio, per controllare l'ultimo tassello mancante del suo progetto di espansione territoriale." L'entrata in un gruppo così grande comporta diverse conseguenze, soprattutto per i cittadini. "Più un'azienda è grande, più si allontana dall'utente. La comunicazione tra azienda e cittadino, dilatandosi, può diventare lenta e poco precisa, cosa che con SAT non succede, grazie alla sua profonda radicalizzazione nel territorio."
La strada dell'aggregazione sembra però essere ineluttabile, anche se a detta di molti non così urgente. SAT infatti rischia di vedersi accerchiata e schiacciata dai grandi monopoli che si vanno via via formando. Vincenzi ne è consapevole, ma critica i metodi di scelta dell'offerente, denunciando "una totale mancanza di concorrenza".

Automezzi Sat
Presto la scritta Sat diventerà Hera?
Non solo; affidarsi a una società quotata in borsa "vuol dire affidarsi a una realtà che segue regole totalmente diverse da quelle di SAT. Un'azienda quotata in borsa è infatti tenuta ad incrementare gli utili trimestrali, quindi ha come obiettivo il continuo saldo in attivo. E' difficile che possa offrire servizi migliori, e magari più a buon mercato, costretta com'è a perseguire il guadagno ogni tre mesi." Inoltre, problema tra l'altro già sollevato dai sindacati, si andrà incontro a "sicure esternalizzazioni di servizi, date in appalto a una qualche cooperativa e società, con il probabile calo qualitativo dei servizi, a fronte di una spesa certamente minore per l'azienda." Per queste ragioni è quindi difficile pronosticare una "diminuzione delle tariffe".
Vincenzi infine sottopone un altro problema, quello degli investimenti. " Un'azienda così vasta - spiega il consigliere - ha ben altre priorità. Di certo non potrà dimostrarsi attenta e tempestiva sul territorio, dovendo impegnarsi in progetti ben più importanti, come la costruzione di gasdotti nel Mediterraneo o la probabile fusione con ENEL." Che fare dunque? " Aspettare; cercare la strada che possa tutelare il più possibile i cittadini e non essere precipitosi. Oltretutto bisogna seguire da vicino l'iter di alcune normative statali, che riguarderebbero da vicino le aziende pubbliche, come SAT."



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