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Hera: “Ecco i benefici della fusione” Stampa E-mail
Scritto da Francesco Martignoni (con M.Micheloni)   
lunedì 11 giugno 2007
Roberto Gasparetto, dirigente Hera, da qualche mese amministratore delegato di SAT, difende la probabile aggregazione: “Grandi vantaggi per l’azienda senza disagi per i dipendenti”

 

Con l’entrata di Hera nella gestione di SAT, Roberto Gasparetto è stato nominato Amministratore Delegato dell’azienda.
A sentirlo parlare, l’aria che si respira è quella di una fusione imminente ma che nessuno vuole dare per scontata. Quel che è certo è che i soci di Hera stanno in questi giorni definendo le modalità e la forma tecnica con le quali potrebbe avvenire questa aggregazione.
Una delle preoccupazioni maggiori per la cittadinanza è che, una volta avvenuta la fusione e la conversione delle partecipazioni SAT in azioni Hera, le amministrazioni pubbliche possano perdere la loro influenza sulla gestione e la qualità di servizi indispensabili alle persone che rappresentano. Gasparetto assicura che siccome “la governance di Hera è composta in larga misura da partecipazioni pubbliche che contribuiscono a stabilire gli standard di qualità, le amministrazioni avranno la possibilità di indicare le linee guida e di vigilare sul rispetto delle stesse”.

Roberto Gasparetto
Roberto Gasparetto, dirigente Hera

Sono anni che SAT è positivamente radicata sul territorio, generalmente ha offerto un servizio serio e rapido e ha mantenuto un ottimo livello di reperibilità e comunicazione con il cittadino. Inoltre dai suoi bilanci escono utili pari a 4 milioni di euro all’anno (se si esclude quello del 2006 che è previsto come leggermente inferiore). La fusione con una holding porterà sicuramente la possibilità di grandi investimenti, ma anche numerosi punti interrogativi sul mantenimento della qualità e la velocità del servizio. Da dove nasce la necessità di affrontare un cambiamento così radicale? “SAT è un’azienda sana, ma va fatta una considerazione di natura più ampia” dice l’amministratore “Il mercato globale sta cambiando e i servizi pubblici tendono ad essere liberalizzati: con l’aggregazione ad Hera si stanno ponendo le basi industriali per uno sviluppo ed un miglioramento del servizio e per l’ampliamento delle infrastrutture. L’aggregazione con Hera non è questione di sopravvivenza per SAT, ma una grande opportunità”.
Acquedotti, fognature e gasdotti: l’Italia è arretrata. L’Emilia è al di sopra della media nazionale per la qualità di questi servizi, “ma anche qui le reti di distribuzione e loro interconnessioni vanno ampliate e risanate, per ottimizzare il prelievo di risorse dal territorio, soprattutto di acqua. Inoltre dovranno essere investiti capitali per fare interventi di prevenzione agli sprechi e ai guasti”.
L’amministratore è anche convinto del fatto che poco o nulla cambierà nella vita dei cittadini, grazie alla politica di Hera che tende ad essere capillare sul territorio (11 sono gli sportelli per gli utenti solo a Modena). I sindacati vorrebbero la creazione di una SOT (Servizio Operativo Territoriale), come nel capoluogo, in modo tale da poter avere un nucleo consistente ed organizzato sul territorio. La dirigenza non è dello stesso avviso: “Una SOT a Sassuolo non sarebbe un vantaggio” spiega Gasparetto “ed inoltre sarebbe difficilmente sostenibile; è meglio essere inglobati in una rete industriale più ampia e riorganizzare la SOT di Modena per far fronte alle nuove esigenze”. Verrà comunque aperto un call-center in zona che risponderà alle richieste della popolazione e i servizi basilari continueranno ad essere erogati da unità operative con sede a Sassuolo. Verranno coinvolte anche ditte del territorio che, attraverso appalti, lavoreranno in ambiti specifici per lo sviluppo del territorio stesso.
Un’altra tematica molto calda è quella che concerne i dipendenti SAT. È probabile che alcuni, soprattutto ai piani alti, vengano spostati in altre sedi; ad altri saranno assegnate nuove mansioni, e comunque tutti i 220 dipendenti saranno inglobati in un sistema lavorativo ben più ampio. Anche su questo punto però Gasparetto è rassicurante: “Non possiamo rischiare che il tema dipendenti vincoli l’ottimizzazione del lavoro. Siamo dotati di un’enorme capacità organizzativa e di tecnologie che ci permetteranno di sopperire alla distanza fisica tra le sedi. Ad oggi, di 6000 dipendenti Hera, solo 30 sono stati spostati forzatamente: è una percentuale molto esigua. Inoltre daremo opportunità in più: spingeremo affinchè chi ha competenze possa sviluppare la sua professionalità spostandosi in sedi e ambienti dove ottimizzare il proprio lavoro. La mobilità sarà legata ad uno sviluppo personale e professionale.” Dalle parole dell’amministratore sembra quindi che il grosso dei dipendenti rimarrà sul territorio.
Investimenti e sviluppo professionale; miglioramento dei servizi e sviluppo tecologico e infrastrutturale. Per l’uomo di Hera dentro SAT la fusione porterà benefici a tutti i livelli.



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