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I dipendenti SAT: “Preoccupati per la qualità dei servizi e per il nostro lavoro” Stampa E-mail
Scritto da Daniele Dieci e Francesco Martignoni   
martedì 12 giugno 2007
I sindacalisti interni dell’azienda non nascondono i loro timori: “Siamo sicuri che la qualità dei servizi rimarrà immutata?” . E si teme una mobilità lavorativa

 

C'è chi la chiama fusione, chi inglobamento, chi unione, chi ancora accorporamento. In realtà il termine esatto è aggregazione, ed è proprio quello che con ogni probabilità avverrà tra il gruppo Hera e SAT Spa. Già dall'ottobre 2006 Hera controlla il 46,50% delle quote azionarie di SAT; ora manca solamente il passo finale, l'entrata definitiva in Hera. Il restante 53,50% di SAT è controllato dai comuni di Sassuolo (18,52%), Fiorano (6,41%), Formigine (14,59%), Maranello (10,60%) e Serramazzoni (3,38%). E le quote, in caso di aggregazione, rimarrebbero esattamente così, venendo però convertite in quote del gruppo Hera, intorno allo 0,4%. Questo in soldoni è quello che, forse, dopo  l’estate succederà.
E i lavoratori di SAT? Cosa ne pensano? I sindacati interni dell'RSU, sezione gas e acqua, ci hanno detto, alcune settimane fa, di non essere stati ancora informati su quello che sarà: "Nessuno ci ha mai detto niente di preciso, siamo in una sorta di limbo." Perché in ballo, oltre al futuro della società, c'è il loro. "Viviamo nella più totale disinformazione, senza davvero sapere cosa ci aspetterà, se ci dovremo spostare, se dovremo cambiare ufficio e mansione, se avremo la facoltà di scelta."

La sede della Sat di Sassuolo
La Sat di Sassuolo (foto Martignoni)
Senza considerare le preoccupazioni riguardo al futuro del servizio fino ad oggi così ben offerto.
La politica di Hera, da qualche anno a questa parte, si nutre di aggregazioni. Ormai controlla l'intera Romagna, parte delle Marche e del Lazio e vorrebbe estendersi anche nel territorio, decisamente ampio, fino ad ora ricoperto da SAT. "Temiamo la chiusura di laboratori e uffici di Sassuolo e la conseguente mobilità lavorativa. Loro parlano di nuove opportunità di carriera, noi parliamo di rischio di spostamenti forzati. La speranza  di riuscire ad ottenere una SOT (Servizio Operativo Territorio) anche a Sassuolo, com'è successo a Modena dopo l'aggregazione tra Meta e il gruppo Hera." Speranza che rischia di essere disattesa, e che non fa che alimentare le preoccupazioni dei lavoratori. "Con una SOT molti uffici e laboratori sarebbero mantenuti sul territorio, permettendoci di continuare ad offrire ai cittadini un servizio efficiente e veloce."
Un altro problema sollevato dai sindacati riguarda il rapporto tra società ed utente. "La centralizzazione certo non darà un servizio migliore, l'utente potrebbe incontrare problemi nel rapportarsi con la nuova azienda, molto più grande e forse meno attenta alle esigenze dei singoli cittadini; oggi possiamo offrire tempi decisamente brevi. Per esempio, per una fuga di gas ci mettiamo in media 50 minuti, per una perdita d'acqua al massimo due giorni, con la possibilità di avere analisi di laboratorio dell'acqua prelevata in 3-4 giorni. Dopo l'aggregazione, i tempi saranno ancora questi?" Non si può ancora sapere, certo è che tutto il sistema organizzativo subirà decisivi cambiamenti. "Il bacino d'utenza di SAT copre tutta la provincia a sud di Modena, un territorio vastissimo. Sarà davvero dura,in caso di spostamenti,coprire tutta quest'area partendo ancora da più lontano, che sia Modena o addirittura Bologna." Prevedibili inoltre eventuali esternalizzazioni di servizi, appaltando a ditte o cooperative settori specifici dell'offerta SAT. "In questo modo i servizi perderanno ancora di qualità, mentre l'azienda potrà risparmiare anche su questi costi, in quanto le spese sarebbero decisamente inferiori."
Anche gli investimenti societari subiranno logiche modifiche: "E' ovvio che il capitale a disposizione di Hera non è neanche paragonabile a quello di SAT, ma è altrettanto vero che Hera, con quel capitale, deve coprire quasi mezza Italia, affrontando spese elevatissime e incentrandole probabilmente nella sua zona centrale di competenza, cioè Bologna e la Romagna. Quindi verosimilmente meno soldi da investire,e investimenti forse meno precisi, vista la minore conoscenza del territorio."
Si preannuncia un'estate calda.



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