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Sassolesi alla "campagna" di Russia Stampa E-mail
Scritto da Luigi Giuliani, da Mosca (Russia)   
giovedì 01 maggio 2008

Le ultime fiere hanno confermato come il settore italiano sia notevolmente influenzato da quei fattori che rallentano, complessivamente, l’economia  europea.

Ma nonostante tutto, la Russia si presenta come territorio in forte fermento e con un buon potenziale, nonostante un orientamento al mercato ancora relativo

LA PROFONDITÀ e l’ampiezza della crisi economica desta una forte preoccupazione tra gli imprenditori italiani che producono piastrelle in ceramica. Non si parla di “crescita zero”, ma di un calo a due cifre, nelle esportazioni e nella produzione, registrato anche i questi primi mesi del 2008. Il finale dello scorso anno era già risultato debolissimo a causa di una situazione di forte incertezza dovuta al crollo delle vendita negli Stati Uniti e in Germania; le ultime fiere a Valencia (Cevisama) e a Mosca (Mosbuild) hanno confermato come il settore italiano sia notevolmente influenzato da quei fattori che rallentano, complessivamente, l’economia europea: la prolungata frenata degli Stati Uniti, le turbolenze dei mercati finanziari, l’euro sempre più forte alla pari del costi energetici e produttivi.
Alcuni segnali positivi, però, si sono registrati a Mosca: una sessantina di aziende del distretto ceramico di Sassuolo-Scandiano sono state presenti, con propri stand, all’edizione 2008 del “Mosbuild”. Un numero elevato se si pensa che i produttori italiani esportano in Russia circa 6 milioni di metri quadri di piastrelle, terzi dopo la Cina e la Spagna, ma sono al primo posto per il valore del prodotto.

Sassolesi sulla Piazza Rossa di Mosca
Borelli, Vantaggi, Panzani e Giuliani a Mosca
Nel 2007 le esportazioni complessive di piastrelle verso la Russia hanno fatto registrare un incremento di poco superiore all’8%, traendo vantaggio dalla dinamicità che caratterizza i consumi di questa area geografica. Per i produttori di piastrelle mondiali, la Russia, che nel 2007 ha importato 51,3 milioni di metri quadri di piastrelle (previsti 60 milioni alla fine del prossimo anno), risulta, oggi, uno dei mercati più importante. Non ci sono ancora dati certi, ma quelli disponibili assieme alle sensazioni raccolte a fine fiera, fanno pensare ad una forte reazione e ad un recupero di competitività, nei Paesi dell’ex-Unione Sovietica, delle piastrelle “made in Italy”.

“UN’AREA che ha rappresentato - osserva Alfonso Panzani, Presidente di Confindustria Ceramica - una positiva conferma per i produttori italiani di piastrelle in ceramica. Sono stati parecchi e interessati i visitatori; le nostre imprese si sono presentate al meglio, con proposte d’alta gamma e l’export dei nostri prodotti, dall’Italia verso la Russia, sarà sicuramente buono per i prossimi anni”. “Sostanzialmente - aggiunge Vittorio Borelli, Presidente Commissione Fiere di Confindustria Ceramica -  il mercato della Russia resta un potente motore delle piastrelle di lusso. Lo spazio per crescere dagli attuali sei-sette milioni di metri quadri, dunque, non manca”. Fra gli stand del settore delle piastrelle in ceramica emerge come  i prodotti esposti appartenevano alla fascia alta e altissima del mercato: a fronte di un costo medio di 6,3 euro, la qualità italiana si è permessa di arrivare fino a una media di 19,8 euro. Occorre poi considerare che in questo grande Paese, nel 2006,  circa 16 milioni di metri quadri di piastrelle sono stati prodotti in stabilimenti controllati da imprese italiane (Gruppo Marazzi, Gruppo Concorde, Emilceramica). Un’area commerciale, quindi, in forte fermento nonostante la Federazione Russa sia in realtà ancora poco orientata al mercato, nel senso che non esiste tuttora una capillare rete di vendita estesa su tutto il territorio nazionale. “Viste le peculiarità morfologiche del Paese, i punti vendita - spiega Franco Vantaggi, direttore generale di Confindustria Ceramica - si trovano nelle grandi città, prima tra tutte Mosca, da cui passa ben il 70% delle importazioni, e da cui le piastrelle sono distribuite attraverso grandi magazzini, i quali vendono anche ogni altro tipo di materiale per l’edilizia”.

 

Uno stand italiano a Mosca
Il banco di "Ceramic Tiles of Italy" al Mosbuild di Mosca

TUTTAVIA, negli ultimi anni, a seguito della ricerca di una maggiore qualità nel prodotto ceramico, le catene di negozi specializzati in sanitari e arredobagno hanno iniziato a sorgere e, nel caso di strutture più evolute, anche a proporre la fornitura e la posa di piastrelle. Altro importante canale di vendita è quello che si trova alla periferia della città, dove magazzini di materiali da costruzione, di proprietà in molti casi di grossisti, sono in grado di offrire la vendita di materiale ceramico anche al dettaglio. L’imperativo, per le aziende italiane, è quello di conquistare nuovi sbocchi per crescere sul mercato russo che, nel giro di pochi anni, potrebbe raddoppiare le quantità comprate in Italia. Un auspicio che si potrà concretizzare se le imprese italiane continueranno a riposizionare l’offerta su prodotti a maggior contenuto tecnologico. E la necessità di piastrelle, in Russia, non manca; l’incremento del Pil, nel 2007, è stato del 7.5%, in crescita rispetto al 2006; il settore delle costruzioni in aumento a tassi elevati, superiori al 10% in media d’anno, grazie all’elevata dinamicità del settore residenziale che ha beneficiato della forte riduzione dei tassi d’interesse, passati da oltre il 30% del 2000 a poco più del 7% attuale, e dell’esigenza di ammodernare il livello qualitativo del patrimonio abitativo. Un mercato immobiliare che si sta sviluppando velocemente non solo nei centri più importanti, come Mosca e San Pietroburgo, ma anche in quelli minori.

PER IL PROSSIMO FUTURO si attende un proseguimento della dinamicità dell’attività edilizia residenziale e non residenziale, vista la crescita economica del paese e le opportunità di sviluppo. Dopo il 15% d’espansione stimata per il 2007, gli investimenti in edilizia residenziale dovrebbero aumentare a tassi a doppia cifra anche nel biennio 2008-’09. Anche in questi due anni, l’elevata dinamicità del settore delle costruzioni continuerà a favorire la crescita dei consumi di piastrelle, sebbene in decelerazione rispetto ai ritmi del recente passato, portando i livelli ad oltrepassare i 200 milioni di m2 per la fine del 2009.  A conclusione resta un segnale positivo per l’industria italiana del settore: a “Mosbuild 2008”, l’aggressione alle piastrelle italiane da parte dei Paesi emergenti, non ha scalfito, nei valori assoluti, la loro leaderschip in Russia a conferma di un forte potere di mercato consentito dalla differenziazione qualitativa.

 



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