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Il fotovoltaico ci salverà? Stampa E-mail
Scritto da Fabio Panciroli   
sabato 09 febbraio 2008

Tutti ne parlano, tutti la cercano: la piastrella fotovoltaica. Che ruolo potrà avere nel contesto delle energie alternative? E soprattutto, il prodotto fotovoltaico “da vendere” potrà aiutare il distretto nella lotta alla concorrenza straniera?

In un mondo sempre più “energivoro” ma con sempre meno energia a disposizione, risparmio energetico e fonti alternative sono diventate una sorta di “parola d’ordine”: un must a cui chiunque voglia essere “virtuoso” non può sottrarsi, chiunque voglia guardare al futuro deve iniziare a pensare.
Ancor di più se si pensa che problemi come “riscaldamento globale della terra” legato all’ormai celeberrimo “effetto serra”, un inquinamento sempre più “dato di fatto” e sempre meno “eccezione”, chiedono a gran voce soluzioni alternative anche in campo energetico, fonti nuove, alternative, rinnovabili e soprattutto pulite.

Prototipo della piastrella fotovoltaica
Il prototipo della piastrella fotovoltaica, coniato dai laboratori del Centro Ceramico di Bologna, qui ammirato durante la fiera Research to Business dello scorso anno. In prima fila, anche Luca Cordero di Montezemolo (foto Barazza)
 


La piastrella italiana, da sempre attenta all’aspetto ambientale tanto che per prima ha saputo conseguire la certificazione Emas di Distretto, e che dalla sua capacità di “guardare avanti” ha saputo trarre la spinta principale che le ha permesso di trasformare la terra rossa delle nostre colline in posti di lavoro e ricchezza, non poteva certo sottrarsi a tutto questo.
Da queste consapevolezze, sta nascendo la piastrella fotovoltaica: una sfida ancora in fase embrionale ma che già sta facendo parlare di se, naturalmente in positivo.
Un po’ per l’ambiente, un po’ per vincere le sfide lanciate da chi può contare su costi e prezzi nettamente inferiori, oggi il prodotto cerca quindi di innovarsi e di migliorare la propria presenza sul mercato cambiando le proprie caratteristiche e cercando di assumere funzionalità diverse da quelle semplicemente di rivestimento. Associare questa esigenza di nuove funzionalità al concetto di energia rinnovabile è la sfida della ceramica “Made in Sassuolo”, appoggiata in tutto e per tutto dai laboratori del Centro Ceramico.
Dopo anni di attività di ricerca del Laboratorio, anche grazie alle collaborazioni instaurate con numerosi sponsor, si è arrivati alla realizzazione del primo prototipo di piastrella con funzionalità fotovoltaica: la piastrella dimostrativa, di dimensioni 10x10 cm, è stata ottenuta tramite tecniche di deposizione di film, sottili e spessi, direttamente sulla superficie della piastrella stessa, in sostituzione dello strato di smalto usualmente applicato.
La piastrella utilizzata è un gres porcellanato su cui viene realizzato il riporto conduttivo; vengono poi depositati i vari strati fotoattivi e il conduttore del front, che collega in serie tra loro le celle FV realizzate. Il segnale elettrico prodotto viene convogliato sul retro della piastrella tramite connettori inseriti in appositi fori creati sul corpo ceramico. L’ampliamento dell’area fotoattiva depositata permetterà di ottenere piastrelle di dimensioni tali da essere utilizzate come rivestimento delle superfici esterne degli edifici in strutture tipo pareti ventilate.
In un futuro non troppo lontano, quindi, potrebbe essere possibile uno “skyline” di alti palazzi rivestiti di piastrelle capaci di raccogliere e re distribuire energia elettrica sufficiente al fabbisogno di uffici o abitazioni. Intere piazze piastrellate di un prodotto capace, se non di sostituire, quantomeno di limitare l’utilizzo delle centrali, di nuova o vecchia concezione.
Sembra una scommessa, sembra un sogno. Così come un sogno sembrava quello di rivestire i pavimenti americani di piastrelle, soppiantando il linoleum o la moquet. Erano gli anni ’70, nemmeno tanto tempo fa. Conoscendo la tenacia e la caparbia di chi lavora tra Piazza Piccola e le Casiglie, c’è da scommetterci: fra una ventina d’anni i sognatori di oggi diverranno i “milionari” di domani.

 



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