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La ceramica? Roba da museo... Stampa E-mail
Scritto da Maddalena Morandi   
mercoledì 30 aprile 2008

Dieci stanze, un laboratorio, tradizioni e multimedialità: questo è il Museo della Ceramica, presso il Castello di Spezzano. Per capire meglio chi siamo.

La redazione del Sassolino è stata in visita al Museo della Ceramica, nello splendido maniero di Spezzano. A farci compagnia Stefania Spaggiari che se ne occupa personalmente e alla quale abbiamo rivolto alcune domande.
Egregia Spaggiari da chi nasce l’idea di questo museo?
Da Donato Labate, il quale è anche il Curatore della Raccolta Storica del Museo e dall’amministrazione comunale di Fiorano. Un particolare sostegno arriva  dall’attuale assessore  alle politiche culturali di Fiorano, Maria Paola Bonilauri.

Una delle sale del Museo della Ceramica di Spezzano
Una sala del Museo di Spezzano (da www.fiorano.it)

Un po’ di storia del castello? 
Il “Castro Spezani”,  si nomina per la prima volta negli archivi del Comune di Modena nell’anno 1228.  Nel 1395 il marchese Alberto d’Este concesse in feudo il castello a Marco Pio, signore di Carpi. Nei primi anni del ‘500 Alessandro Pio di Savoia, stabilì nel castello di Spezzano una delle cinque sedi podestarili.  Morto Marco Pio di Savoia nel 1599 e dopo un breve periodo di governo diretto dagli Estensi, nel 1629 il feudo e castello di Spezzano divenne del marchese Guido Coccapani, la cui famiglia ne mantenne il dominio fino al 1796. Il castello passò poi in linea ereditaria  ai conti Pignatti Morano.  Infine  all’Amministrazione Comunale di Fiorano che l’ha acquistato nel 1982.
Come si sviluppa una visita al museo?
C’è un percorso storico che si sviluppa in 10 stanze e un laboratorio, in ognuna delle quali è rappresentata un’età: per citarne solo alcune, si parte dalla 1a del neolitico dove è rappresentato il villaggio nelle cave dell’ex fornace Carani; alla 6a che è quella del basso medioevo e rinascimento, dove si conoscono le prime ceramiche invetriate o smaltate(tolto un pezzo); o la 9a che  è quella  dell'età attuale, curata da Tullio Sorrentino e nata dalla stretta collaborazione tra l’amministrazione comunale di Fiorano e importanti gruppi industriali del distretto ceramico, quali Acimac e Confindustria Ceramica.

Che rapporto c’è stato in questi anni tra cultura e industria?
Assolutamente collaborativo; e così è stato anche per altre esposizioni temporanee in paesi europei dove siamo andati, come Spagna, Slovacchia. Tra l'altro alcuni spazi del castello, adiacenti il Museo, sono a disposizione in concessione d'affitto alle aziende per meeting e convegni.Alcuni industriali sono particolarmente attenti a conservare la memoria del lavoro e del prodotto e collaborano in vario modo alle attività del museo,  tramite concessione di materiali tecnici per il laboratorio didattico della ceramica, prestito o donazione di piastrelle, documentazione fotografica, oggetti del lavoro, documenti materiali e strumenti affinchè il Museo della ceramica possa essere, tra l'altro, luogo di conservazione della  memoria del distretto ceramico. 
Il 24  maggio sarà inaugurata  con un’insatallazione multimediale … 
Si, è costituita da una serie di bozzetti in legno che tramite fusione in ghisa, avrebbero riprodotto pezzi  e organi di una pressa ceramica Ceppelli. La particolarità sta nel fatto che  Alfredo Ceppelli (1889 - 1937), nonno di Alfredo Gibertini, inizia come meccanico riparando attrezzi agricoli e biciclette, per poi lavorare in Marca Corona come operaio manutentore, quindi come  capofficina di manutenzione delle presse Dorst tedesche, alle quali applica addirittura miglioramenti. Alfredo Ceppelli , poi, apre un’ officina a Sassuolo (attiva dalla metà degli anni Venti sino a metà anni Cinquanta) dove continua il lavoro avviato fino a produrre un suo macchinario" la pressa Ceppelli ".  Vicenzo Gibertini lavora nell'officina Ceppelli, sposa la figlia  e rileva l'officina lavorando in particolare modo alla costruzione delle presse a frizione.  Dal dopoguerra la famiglia Gibertini si dedica allo produzione di piastrelle ( Ceramica Campanella). 
In che modo questo museo fa cultura? 
Perchè conserva la memoria del passato nella sua Sezione Storica, documenta il presente nelle Sezioni Contemporanea e Attuale ed é proiettato verso il futuro nella Raccolta Contemporanea. Il museo, che illustra la storia millenaria della produzione ceramica, con il Nuovo Allestimento della Sala Contemporanea si apre ad un percorso di lettura diverso e parallelo fatto di narrazioni personali e memorie del lavoro che sfocerà presto in una nuova attesa sezione museale, MANODOPERA. 
Ci sono molti visitatori?
Il numero dei visitatori raggiunge i 10.000 all'anno e siamo parte del Sistema Museale Modenese, il lavoro è molto intenso, ma ricco di soddisfazioni.

Visto che la cultura va incoraggiata, faccio da manovale alla dr.ssa Spaggiari per prendere le misure per il nuovo allestimento …



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