Numero 48, Autunno 2009 - UN NUMERO SPECIALE: con questa uscita
si chiude la prima parte della vita del "Sassolino" inteso come mensile,
mentre prosegue a pieno ritmo il portale "il Sassolino.net" (e comunque
non finirà qui!). A corredo di una mostra organizzata dalla Redazione,
ecco un numero speciale con tanti aneddoti, un racconto di Emilio
Rentocchini, il lavoro di Leo Turrini e tanto altro...
Clicca sulla copertina per scaricare il Sassolino SPECIALE dell'autunno 2009 in .pdf
Ormai è consolidato che la sinistra italiana stia vivendo un
gravoso momento di smarrimento. È orfana di leader forti e di una identità
unitaria; ma è orfana soprattutto di idee. Il distacco – malgestito e per nulla
indolore – dalle sue radici rosse ha creato il vuoto valoriale più grande che
la sinistra abbia mai dovuto affrontare nella sua storia. Senza dover
analizzare i molteplici passaggi che hanno potato alla situazione attuale, è
palese che la sinistra sopra ogni cosa non è stata in grado di adeguarsi alla
drastica rivoluzione della comunicazione politica, rivoluzione prepotentemente
sospinta dal sistema massmediatico. La politica di destra riesce ad esprimersi
con parole semplici e dirette: sgravi fiscali, sicurezza, federalismo. Si
esprime attraverso frame: idee precise, sintetiche, forse grezze ma nitide e sicuramente
esprimibili in maniera decisa e recepibile. Frame che fanno facilmente leva sui
valori e le paure già radicati nell’elettorato. A sinistra questi frame
mancano. E mancano perché due secoli di studi intellettuali marxisti,
weberiani, socialisti e socialdemocratici che hanno nutrito la comunicazione
politica prima del PCI, poi del PDS e dei DS sono stati cancellati dalla nuova
avventura politica di stampo statunitense intrapresa dal PD. Non riuscendo a
tradurre i propri valori in un linguaggio sintetico commestibile per i mass
media, i progressisti italiani hanno cominciato, quasi incosciamente, a fruire
del linguaggio della destra. Cosa che ha giocato ovviamente a tutto vantaggio
di partiti mediatici, in primis Forza Italia. Le prime sconfitte i progressisti
italiani le hanno subite alle elezioni politiche nazionali. Dalle arterie
principali, però, il morbo si è diffuso capillarmente anche nelle amministrazioni
locali. La terminologia utilizzata nelle sue dichiarazioni dal Sindaco Pattuzzi
è aderente a quella di Caselli; non importa se il tema sia discusso in modo
differente, le parole sono le stesse: allarme sicurezza, sgombero, questione
extracomunitari. Il PD sassolese comunica a partire dagli stessi frame del PDL.
Ma il PDL li ha creati e li ha utilizzati per primo, il sistema di valori che
si concentra in quei frame appartiene solo ad AN, a Forza Italia e, in quantità
sempre più pesante, alla Lega. Ecco quindi che anche l’azione politica si
sposta in quella direzione: posizioni sempre più centriste su molte questioni
economiche e sociali e programmi politici sotto molti aspetti indistinguibili
da quelli degli avversari. Il passo successivo? Importanti questioni affrontate
in modo molto simile a come le avrebbe affrontate una giunta di centrodestra:
lo sgombero dei palazzi di Mezzavia e l’ordinanza che proibisce il “bivacco” e la
“questua” sono gli ultimi chiari esempi che abbiamo a disposizione. In queste
due situazioni Pattuzzi ha affrontato il problema e ha calcolato le sue
decisioni partendo dal concetto di sicurezza percepita. Questo è sicuramente un
tema caldo della bilancia politica di questi anni, ma è anche un frame creato e
sviluppato ideologicamente dalla destra di tutto l’Occidente. Il Sindaco non ha
fatto altro che adeguarsi a scendere su un campo da gioco scelto e preparato
dai suoi avversari. La sinistra italiana non sta tentando di rivitalizzare il
proprio apparato ideologico e programmatico. Nel perpetuo timore di perdere
voti si sta spostando verso destra comunicativamente, politicamente e
concettualmente. Non traduce i propri valori in azione politica, si limita a
rincorrere temi scaturiti dagli avversari politici. Ma questo spostamento è una
scelta politicamente pericolosa perché da una parte allontana la base
progressista, dall’altra rinforza i modelli attivati negli elettori dalla
comunicazione della destra.