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Febbraio 2008

Scritto da Francesco Martignoni

sabato 09 febbraio 2008

È domenica e piove che dio la manda. Non mi preoccupo, tanto Sassuolo non è bella quando c’è il sole. Per quanto i raggi siano luminosi e i colori di stagione vividi, Sassuolo è grigia. Voglio solo un pacchetto di sigarette. Camel light. Riuscire nel mio intento dovrebbe essere semplice. Esco di casa, prendo la macchina e mi dirigo verso l’unico infame bar-tabaccheria che tiene aperto la domenica. Uno solo in una città di 42mila abitanti. Ma mi ero scordato di un fatttore che negli ultimi mesi ha influenzato non poco la sassolesità del weekend. Il Sassuolo Calcio gioca in casa. Purtroppo il suddetto bar rientra nella zona rossa, inaccessibile ai più, che circonda il nostro stadio creando una bolla per soli tifosi in pieno centro storico. Come sei piccola Sassuolo… Sei sempre una piccola cittadina di provincia. Paralizzata da una partitella di serie C. Impossibile entrare nella cinta muraria eretta da uniformi della municipale, dei carabinieri e altri corpi specializzati nel tenere a bada i banditi del pallone. Continua a piovere. Ed è l’unica cosa che mi consola. Tutto è ricoperto da una patina bigia e plumbea. Ed è questa la veste che sta bene alla città. Sassuolo non è una donna che si possa permettere vestiti sgargianti e foulard colorati. È come una di quelle vecchie signore che vedi passeggiare per le vie del suo stesso centro. Sassuolo è un po’ sorda. È un po’ incurvata su stessa. È brizzolata. Sassuolo sta bene in grigio. Trovo le sigarette: mi avvalgo di uno dei tanti distributori automatici figli della nostra modernità elettro-meccanizzata. Dall’utero della serranda chiusa esce il pacchetto. Camel light. Ma morbide. E niente resto.