Numero 48, Autunno 2009 - UN NUMERO SPECIALE: con questa uscita
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Camellini: "Cersaie, motore motivante" |
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Scritto da Luigi Giuliani | |||||||
domenica 02 settembre 2007 | |||||||
Chiacchierata con Antonio Camellini, già presidente di Assopiastrelle e della Camera di Commercio di Modena,su passato, presente e futuro dell’importante fiera del settore
“Il Cersaie è sempre stato l’elemento fondante nel far crescere e tenere alto il settore italiano delle piastrelle in ceramica, oggi leadership mondiale non tanto sotto l’aspetto commerciale, ma nella ricerca, nell’innovazione e nello sviluppo tecnologico”. Può essere l’augurio per le “nozze d’argento” che quest’anno festeggia la fiera bolognese, ma l’importante constatazione arriva da Antonio Camellini, l’imprenditore che è stato “il” protagonista di buona parte della storia del distretto ceramico di Sassuolo-Scandiano. Presidente d’Assopiastrelle dall’84 al ’90 e d’Edicer fino al ’93, Presidente della Camera di Commercio di Modena dal ’92 al ’99, Antonio Camellini è stato anche Presidente della “Promos”, la società d’Assopiastrelle che ha gestito inizialmente (1982) il Cersaie. ![]() Antonio Camellini, già presidente di Assopiastrelle Presidente, come nasce questa fiera che poi è diventata la più importante nel mondo? “Dal Saie, il Salone dell’Edilizia, che nel 1963 aprì a Bologna. Fin d’allora erano presenti alcune aziende ceramiche. I padiglioni erano due e ricordo che una metà ci serviva anche per disputare qualche partita di calcio, facendo attenzione a non rompere i vetri….”. Dal 1982, però, tempo di giocare al pallone non ce n’era più….. “Con buon tempismo, l’Assopiastrelle fece proprio il Cersaie in termini d’organizzazione gestendolo, nei primi anni, attraverso la “Promos”. La Fiera si è sviluppata venendo dietro alle sollecitazioni degli imprenditori. Ha ammodernato l’impianto strutturale, il contorno dell’area in termini di viabilità, accessi. Alla stessa maniera è aumentata l’area espositiva, naturalmente con tutta una serie di servizi molto importanti”. Qual’era l’aspetto portante che aveva spinto Assopiastrelle alla gestione di un simile evento? “Inizialmente uno spirito mercantile. Gradatamente, però, dopo 25 anni dalla sua nascita, il sistema di “fare fiera” è lentamente cambiato, com’è mutato anche il mondo commerciale, oggi con una visione internazionale e non più riferito solo dell’Europa. Allo stesso modo è modificata anche la commercializzazione e l’impiego del materiale ceramico che, nel frattempo, è notevolmente cresciuto”. Oggi, Cersaie, cosa rappresenta per il settore? “E’ il grande motore motivante sul cambiamento del prodotto e quindi, all’ innovazione tecnologica e di processo. Il Cersaie è un momento d’incontro fra vari settori professionali: dalla progettazione d’interi agli architetti, dagli ingegneri ai costruttore. Se si vuole anche ai distributori. A Bologna si trovano questi interessi d’ordine tipologico, d’impiego, logistico, trasportistico e non solo prezzi e fornitore. C’è l’opportunità per comunicare, o trasmettere una serie di posizione sulla ricerca, processo, innovazione e tecnologica: i partecipanti sono quasi tutti dei tecnici che non guardano solo l’aspetto superficiale del materiale ceramico, ma individuano, o cercano di farlo, quelle che sono le innovazioni specialistiche di prodotto”. Un prodotto in continua evoluzione, perché? “La cadenza del Cersaie, ogni dodici mesi, tiene continuamente in tensione e sollecitata l’impresa a lavorare su nuovi prodotti, materiali, impieghi, allargamento dei mercati e, di conseguenza, tutto quello che è l’aspetto tecnico-tecnologico e progettuale. La partecipazione alla fiera, anche in termini esecutivi, non è più solo esporre a far vedere piastrelle e ”assaggiare” l’orientamento del mercato. Oggi bisogna fare scendere in campo dei tecnici, i così detti “uomini prodotto”, che abbiano delle orecchie fini per intendere, capire e sentire gli imput che arrivano dai professionisti del mondo edile e dell’abitare”. Perché solo pochi architetti vengono alla fiera? “Il Cersaie deve svilupparsi nei confronti di questi professionisti. Deve portarli a Bologna e non per mostrargli degli idrosanitari. Devono avere l’opportunità di esprimere il loro pensiero, il loro desiderio, come vedono determinati superfici: occorre gratificarli offrendogli opportunità settoriali diverse. Per esempio, sto pensando a voce alta, all’arredo d’autore. Oggi non è più pensabile fare un Cersaie senza affiancare le piastrelle ad un veicolo molto importante che è quello dell’arredo d’autore. Occorre mostrare impieghi nuovi del materiale, delle decorazioni, di un modo di pensare alla casa, ma non solo l’interno, ma anche l’esterno. Quindi, architettura d’intero e d’esterni”.
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