Numero 48, Autunno 2009 - UN NUMERO SPECIALE: con questa uscita
si chiude la prima parte della vita del "Sassolino" inteso come mensile,
mentre prosegue a pieno ritmo il portale "il Sassolino.net" (e comunque
non finirà qui!). A corredo di una mostra organizzata dalla Redazione,
ecco un numero speciale con tanti aneddoti, un racconto di Emilio
Rentocchini, il lavoro di Leo Turrini e tanto altro...Clicca sulla copertina per scaricare |
“Ma che ne sai della vita da impiegata?” |
Scritto da Catia Bartoli | |
mercoledì 09 gennaio 2008 | |
Due impiegate in importanti aziende del distretto ci raccontano vizi e virtù del ruolo…
Quante sono le impiegate nel nostro distretto? Tante, tantissime. E la loro condizione, soprattutto se supportata da un contratto a tempo indeterminato, è sentita spesso come invidiabile. Otto ore sedute ad una scrivania, al caldo d’inverno, al fresco d’estate con l’ausilio dei condizionatori, non è certo una brutta vita, anzi. Eppure, oltre tutti gli innumerevoli vantaggi di un lavoro comodo e sicuro, qualche ombra esiste anche in questo tipo di mansione, come ci raccontano due giovani impiegate in importanti aziende della nostra città, Deborah e Maria. D: Un’idea sfruttata dalla mia azienda è quella del “Job Sharing”, la scrivania è occupata otto ore ma da persone diverse che fanno lo stesso lavoro e si dividono il tempo, non i compiti. E’ un part-time che non lascia nulla in sospeso per l’azienda ma permette alle donne che partecipano di gestirsi liberamente gli orari di lavoro, organizzando perfettamente la settimana lavorativa e gli impegni quotidiani. Come sono i rapporti con i colleghi? In fin dei conti si passa più tempo con loro che con il proprio compagno, o con i propri amici… D: Io vivo in una realtà particolare, dove tutte ci apprezziamo e ci vogliamo bene, anche se, guardandosi attorno, mi rendo conto che è una condizione rara. M: Anche se non sono persone che hai scelto e che, in un certo senso, ti sono state imposte, le dinamiche con le colleghe possono essere le più disparate, ma accomuna il fatto che tra donne l’equilibrio è decisamente più instabile. D: Esistono le invidie e le gelosie, devi spesso dimostrare di essere più brava e produttiva, perché il rischio è sempre quello che arrivi qualcuno che può prendere il tuo posto. M: Con le donne il problema è infatti quello dell’invidia, e della competitività. Gli uomini sono forse più arrivisti ma meno maliziosi. Le donne devono sempre dimostrare di avere un punto in più rispetto alle altre. Gli uomini hanno meno problemi, perché più sicuri di sé e con meno cose da dimostrare, anche se non hanno la pazienza di stare dietro una scrivania. D: Perché le donne sono pazienti, e abituate, per natura, a “sopportare”, e gestire le situazioni di “crisi”. Quello dell’impiegata è un lavoro adatto alle donne. Senza dubbio. M: L’idea è, soprattutto nelle grandi aziende, che ti mettano nella condizione di entrare in competizione con gli altri, per dare così il meglio di te. Sarà una tecnica sicuramente riportata in tutti i manuali di management aziendale. Se trovi un equilibrio in questa situazione, e sai di fare tutto quello che puoi e devi all’azienda, la sicurezza di un posto fisso, da impiegata, è forse il meglio che una giovane donna possa trovare. Anche perché non è vero che sei sempre un numero, un buon datore di lavoro ti ricorda spesso, con atteggiamenti e piccoli riconoscimenti, che sei una persona prima di tutto, che vale e che supporta l’attività nel suo progetto di sviluppo. E la crisi economica di cui tanto si parla, soprattutto nell’ambiente ceramico, è così tangibile? D: Come ogni anno, come dopo ogni fiera. Ma siamo fortunate e viviamo in un contesto felice, e tranquillizzante, per il futuro. Non dobbiamo combattere con l’incubo della precarietà. M: Si parla spesso di crisi, si attraversano periodi migliori e periodi un po’ più incerti. Ma mi sento una privilegiata, anche se a casa farei volentieri a meno del telefono, dopo averlo sentito suonare ininterrottamente per otto ore. |
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