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Mi ricordo Sassuolo... Stampa E-mail
Scritto da Rossella Pistone   
martedì 09 ottobre 2007

Quando andavo a scuola in S. Giuseppe, mi ci accompagnava mio padre, perchè lui in bicicletta andava a prendere il treno alla mattina presto per andare a lavorare a Modena, e mia mamma faceva i turni in ceramica come pressista alla Ragno.
Mi svegliava verso le sei, mi faceva mangiare il caffelatte, mi vestiva, mi caricava sul manubrio della bicicletta, mi dava 20 lire e mi scaricava alla fine di Via Menotti all'incrocio con la strada che porta alla stazione. Mi metteva dalla parte del marciapiede che continua fino a piazzale Teggia,perchè allora non c'era la strada che porta all'oratorio c'era un cancello su di un giardino; ed io a piedi andavo fino a scuola.Image Con le 20 lire compravo la Merenda di solito una Veneziana da Suor Carla al botteghino, e con il resto al pomeriggio quando uscivo andavo dalle sorelle Cavalieri; che avevano una pasticceria vicino al Teatro Carani a comprare le caramelle. Con 5 lire compravo 5 sughini, uno di forma diversa dall'altro, come una mosca, una macchinina. ecc., poi c'erano le fragole di zucchero, i lecca lecca, i caramelloni che erano delle striscie lunghe circa 10 cm e larghe 2 di caramella morbida al gusto di liquerizia, mi ricordo la vetrina era divisa in tre scaffali nel più alto non so cosa c'era perchè non ci arrivavo a vederlo; nel più basso c'era sparso tutto quello che noi bambini potevamo desiderare,caramelle ed anche i gelati di zucchero che nel cono contenevano un apiccolissima sorpresina. Noi entravamo in canonica fila indiana ci mettevamo davanti ad una delle due sorelle, che aveva una seggiola vicina al vetro interno della vetrina e cominciavamo ad elencare cosa volevamo, solo ora mi rendo conto di quanta pazienza avessero le due sorelle... ognuno di noi chiedeva le cose più diverse.

 

BIOGRAFIA AUTORE

Rossella Pistone è nata a Modena nel 1956. Residente da sempre a Sassuolo. Sposata, un figlio di 31 anni. Dice di sé: “Appassionata di fotografia e nostalgica di una Sassuolo scomparsa a misura d'uomo, ma soprattutto di bambino.”
Nella foto, un interno di via Caula scattato dall’autrice nel 1989.



 
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