Pochi laureati a Sassuolo: "Ma è coerente" |
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Scritto da Marcello Micheloni
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mercoledì 02 gennaio 2008 |
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L’Assessore provinciale all’Istruzione, Silvia Facchini, giudica la bassa percentuale di laureati sassolesi: “L’economia dei distretti è più legata ai diplomi”. E ci spiega che non sempre vale l’equazione “più offerta di lavoro uguale a meno scolarità”
Assessore Facchini, a Sassuolo e dintorni c’è una percentuale minore di diplomati ma soprattutto di laureati rispetto a Modena. Come giudica questi dati? Appaiono coerenti rispetto alle caratteristiche socioeconomiche della nostra provincia; in particolare, appare ‘normale’ che nella città capoluogo, contraddistinta da una maggiore incidenza del terziario (testimoniata anche dalla ricerca da cui proviene la tabella da lei addotta), sia superiore la quota dei laureati, mentre nel resto della provincia – la provincia dell’economia dei distretti industriali – il dato sul quale va appuntata la nostra attenzione è quello dei diplomi, che appare abbastanza omogeneo, senza variazioni significative tra Sassuolo e il resto del territorio L'alta offerta lavorativa che si registra qui, forse incentiva i ragazzi ad abbandonare la scuola prima? Non credo che l’offerta di lavoro, pur elevata, presente a Sassuolo sia molto diversa, in termini quantitativi aggregati, da quella degli altri distretti della nostra provincia, come attestato, fra l’altro, dalla comparazione dei tassi di disoccupazione nelle differenti zone. E comunque non sempre vale l’equazione “più offerta di lavoro = meno scolarità”, perché molto dipende dalla qualità del lavoro e dalle competenze che esso richiede. La tabella mostra d’altra parte che la somma di diplomati e laureati di Sassuolo (40%) è in linea con quella del resto della provincia (41%). Ciò che serve, e che attesta effettivamente una propensione alla dispersione più elevata nel contesto sassolese, è invece una lettura attenta dei dati correnti sulla dispersione nella scuola superiore dopo l’assolvimento dell’obbligo. L'assessore Silvia Facchini Quali sono le principali iniziative del vostro assessorato per combattere la dispersione scolastica? Hanno a che fare con l’orientamento, inteso come strumento mediante il quale i giovani possono fare scelte scolastiche e formative circostanziate e consapevoli, nelle quali tenderanno a riconoscersi nel corso degli anni, evitando il rischio della demotivazione e dell’abbandono. Più particolarmente, nell’ambito dell’orientamento la Provincia sostiene le istituzioni scolastiche nell’implementazione di azioni in grado di prevenire e contrastare la dispersione scolastica e di favorire il successo nell’assolvimento dell’obbligo di istruzione, anche attraverso specifici progetti finalizzati ad accompagnare la transizione dei ragazzi e delle ragazze per agevolare l’adempimento del diritto-dovere all’istruzione e formazione all’interno del sistema scolastico. Le azioni promosse dalla Provincia sono di tre tipi: azioni di sostegno alla transizione scuola media - scuola superiore; azioni di sostegno all’adempimento del diritto-dovere all’istruzione e formazione all’interno delle istituzioni scolastiche e formative; azioni di sostegno alla transizione post-diploma Quali sono le competenze della Provincia per quanto riguarda l'istruzione superiore? Programmazione dell’offerta formativa (ad esempio, apertura e soppressione indirizzi di studio), predisposizione dei piani e delle erogazioni dei finanziamenti regionali e nazionali relativamente al diritto allo studio per favorire l’accesso di tutti gli studenti al sistema scolastico del territorio provinciale, programmazione e coordinamento delle attività e delle iniziative di orientamento scolastico e professionale realizzate nel territorio provinciale, pianificazione dell’utilizzo degli edifici (in base alla legge 26/96 sono in capo alle Province le competenze in materia di realizzazione, fornitura, manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici delle istituzioni scolastiche statali di secondo grado, nonché gli oneri relativi alle spese varie d’ufficio e all’arredamento e alle utenze). I fondi impiegati dalla Provincia provengono dal Fondo Sociale Europeo (ad es. per l’orientamento e la dispersione), dallo Stato (ad es. per l’edilizia scolastica e il funzionamento delle scuole), dalla Regione (ad es. per il diritto allo studio), oltre che da fonti proprie (ad es. per iniziative a supporto dell’autonomia scolastica). E regioni e comuni? La Regione definisce le linee guida in materia di istruzione, per tutti gli ordini di scuola, e di formazione professionale, mentre i comuni sono competenti in materia di scuola media ed elementare.
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