Scritto da Fabio Panciroli
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sabato 09 febbraio 2008 |
L’industria ceramica può tirare un sospiro di sollievo: nonostante si tratti di uno dei settori trainanti del Made in Italy, uno di quelli che, pur avendone accusato il colpo, meglio hanno retto alla globalizzazione, per un po’ pareva che, a livello governativo, fosse considerata alla stregua di una “Cenerentola”, la sorellina povera; così non è, o non è più. Tutto nasce dal fatto che la legislazione italiana ha recepito, fin dallo scorso 1° luglio, la disposizione europea relativa all’abrogazione delle accise, leggasi tasse, sul gas metano per usi industriali. Tutti sappiamo quanto l’industria ceramica sia “energivora”, tanto che proprio il costo del metano ha fatto incontrare due mondi come il nostro e quello della carta, da cui proviene il futuro nuovo Direttore di Confindustria ceramica Armando Cafiero. Bene, cioè male: a leggere la prima circolare esplicativa emanata dall'Agenzia delle Entrate pareva, anzi sembrava certo, che l’industria ceramica fosse esclusa da questa legge e che avrebbe dovuto continuare a pagare il metano tanto quanto prima, molto di più di altri settori industriali italiani, più del doppio rispetto ad analoghi settori europei, abbia emanato una prima circolare esplicativa – che lasciava però aperti alcuni aspetti particolarmente significativi – fin dallo scorso mese di maggio. Momento decisivo della vicenda è stata la nuova circolare del 28 dicembre 2007, nella quale la stessa Agenzia delle Dogane ha fugato i restanti dubbi applicativi, comprendendo, come è giusto che sia, anche le nostre aziende nella direttiva. A comunicarlo ai sassolesi è stato il Senatore Barbolini che, proprio come la fatina della favola, con un colpo di bacchetta ha trasformato Cenerentola in una dama degna di entrare a palazzo per la festa.
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