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Scritto da Daniele Gazzotti   
sabato 30 ottobre 2010

Se ne stava seduto nella sua grande poltrona di pelle, il Sindaco, fumando un lunghissimo sigaro dall’aroma di topo arrosto. Adorava quel profumo e tenendo i piedi appoggiati ad un piccolo sostegno di legno, si stava facendo lucidare le scarpe da una bambina vestita di stracci. Senza alzare lo sguardo, la bambina sfregava la punta degli stivali con un piccolo straccio imbevuto, compiendo un movimento ossessivo, tremando di paura.

“Come ti chiami bambina?”. Senza alzare lo sguardo ella rispose con un filo di voce: “Ruby, signore assoluto”. “Uhm!” rispose, toccandosi i baffi unti con la punta delle dita e leccandosi le labbra con un disgustoso movimento della lingua.

Bisogna ammettere che il Sindaco era proprio un bel figurino cappello di lana nero su cui era incisa una grande ‘S’ con caratteri d’oro, un enorme mantello nero a coprire le spalle e larghi pantaloni di taglio arabo stretti alle caviglie. Il suo viso era tondo, pieno e il suo naso produceva terribili suoni quando respirava. Il suo umore era pessimo quel giorno: l’Assessorato alla Futilità aveva proposto di dare fuoco all’ultima biblioteca del Comune, e ciò lo mandava in bestia.

Alzò la cornetta del telefono e urlò:

“Convochi subito Azaziello!” e in men che non si dica entrò un piccolo uomo pelato, con una camicia verde troppo larga e calzoni calati.

“Azaziello la vostra camicia è proprio orrenda”.

Che cos’ha che no va, mio signore?”.

“E’ troppo verde, e ciò mi innervosisce!” e dicendo ciò, diede un calcio in volto alla bambina che rotolò in un angolo della stanza.

“Azaziello!” gridò il Sindaco, “come puoi solo pensare di dare fuoco all’ultima biblioteca del Comune, l’ultimo baluardo di civiltà e conoscenza del nostro amato paese?!?”.

“Ma signore, io eseguo i suoi ordini!” disse strisciando Azaziello.

“Azaziello, la biblioteca va fatta esplodere! Bruciare è troppo poco, voglio fuochi d’artificio!”.

E così fu, la biblioteca esplose.

Il sindaco amava il suo lavoro.



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