Numero 48, Autunno 2009 - UN NUMERO SPECIALE: con questa uscita
si chiude la prima parte della vita del "Sassolino" inteso come mensile,
mentre prosegue a pieno ritmo il portale "il Sassolino.net" (e comunque
non finirà qui!). A corredo di una mostra organizzata dalla Redazione,
ecco un numero speciale con tanti aneddoti, un racconto di Emilio
Rentocchini, il lavoro di Leo Turrini e tanto altro...
Clicca sulla copertina per scaricare il Sassolino SPECIALE dell'autunno 2009 in .pdf
Avete mai visto gonfiarsi un muro? Io sì, alle mie spalle. Muro giallo ocra beige, su cui stanno appoggiati in verticale dei grandi cartoni, cartoni marroni per definizione. Ma tra i cartoni e il muro c’è una sottile sottilissima pellicola trasparente: perché su quei cartoni dipingete, disegnate, create, copiate le figure dei supereroi, le vostre fantasie di eroi bidimensionali. Ma con la vernice in bidoni, sui pennelli c’è il pericolo di sporcare la vostra camicia non importa che la mamma a casa c’è in cucina in lavanderia in camera a rifare il letto; ma sporcare il muro con la vernice colori tratti gesti, vernice che cola schizza slabbra non rispetta. Per evitare che il muro intatto si sporchi, si contamini, tra il muro e i cartoni c’è una sottile sottilissima pellicola trasparente, che al minimo movimento ondeggia e si inarca: e il muro, distrattamente, pare gonfiarsi.
La vostra camicia è proprio orrenda: Cos’ha che non va? Che sembra un muro che si gonfia, mentre l’indossate e ansimate, mentre l’avevate indossata immacolata per prepararvi alla partenza, invece adesso, dopo aver finito di caricare le valigie e i figli, siete sudati la camicia appiccicata al petto umida bagnata in posizioni indecorose, il petto che sale e scende nell’affanno, sembrate un muro che si gonfia, petto largo energie per le ferie riposo frenetico. Ma a provocare quest’ansia in effetti non è la fatica delle membra, ma dentro sono i pensieri di una vacanza serrata; e ad essere orrenda, in effetti, non è la camicia.
Partire vi sembra la difficoltà più grande, salire sulla barca, barcone imparereste poi, poi imparerete scafisti respingimenti indesiderati lavoro nero caporalato. Ma adesso l’unica cosa che sapete sono le quattro assi sotto i piedi e i corpi stretti attorno, le uniche cose davanti una terra e un popolo dove state andando che immaginate fatto di eroi quasi supereroi che si sono sollevati da una guerra vergognosa e vi accolgono per continuare a basare la crescita sul lavoro la repubblica fondare con nuove braccia volenterose e diventeranno teste i vostri figli non più laceri nei campi ma in camicia in ufficio, pronti per le ferie. Peccato per un pensiero che inonda tutto: è la cucina di casa che avete lasciato, in ordine per decoro, i muri di quella cucina che è casa, e le lacrime che celate nel petto invece gonfiano i muri della cucina e li gonfiano fino a sgorgare erompere riempire. E vorreste cancellare con mani di vernice, obliare, ma la traccia di lacrime è indelebile sul Mediterraneo.