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THE ERASER, di Thom Yorke Stampa E-mail
Scritto da Enrico Vannucci   
mercoledì 30 luglio 2008
Per un fan dei Radiohead come il sottoscritto è alquanto triste affermare che il primo tentativo da solista del leader della band di Oxford è una mezza delusione. Probabilmente le aspettative c'erano ed erano assai alte e di solito, con questi presupposti, il prodotto finale rischia di far rimanere chi ascolta con un po' di amaro in bocca. Qualche recensione ha paragonato questo The Eraser a Kid A ma, almeno, il sottoscritto crede che una tale affermazione rischi troppo di apparire come una forzatura bella e buona. Chiamarsi Thom Yorke e suonare un album elettronico non per forza significa aver composto un nuovo capolavoro associabile al quarto album di Radiohead che, indubbiamante, di masterpiece si tratta. Perché questa è la verità: nel disco si sente la mancanza dei fratelli Greenwood, Ed e Phil. Non mancano comunque dei piccoli gioielli. La parte centrale del cd (The Clock, Black Swan - la migliore di tutte e la più radioheadiana - e Skip Divided) è molto bella, le canzoni detengono un buon ritmo e ricordano, loro sì, quelle di Kid A. The Eraser è dunque la dimostrazione di come agli artisti, una volta raggiunta la fama internazionale, si possano permettere (quasi) tutto poiché il pubblico e, in particolare, i critici, apprezzeranno, a prescindere, ogni loro tipo di produzione, buona o meno che sia. L'ormai classica provocazione della merda d'artista duchampiana.


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