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Ci sono ancora i sindaci di una volta Stampa E-mail
Scritto da Marcello Micheloni   
sabato 25 luglio 2009

Piacevole e interessante serata con cinque primi cittadini di Sassuolo, compreso l’attuale. Tra gnocco e tigelle, battute e frecciate, analisi e ricordi…

Da sinistra in senso orario: Sola, Caselli, Prini, Termanini, Giovanelli.
Da sinistra in senso orario: Sola, Caselli, Prini, Termanini, Giovanelli.


Tutti puntuali.
Sarà un po’ per una forma di rispetto reciproca, un po’ per la fame, ma i cinque personaggi che si sono seduti sulla poltrona di sindaco e che qualche giorno fa abbiamo invitato a cena a Ca’ Marta (che ha collaborato alla buona riuscita della serata) arrivano tutti, più o meno, all’orario prestabilito.
L’idea è di lanciare qualche tema ma poi di lasciarli dialogare, ricordare, confrontare. Magari tenendo lontane per una sera le asprezze dell’ultima campagna elettorale.
Proprio per questo motivo si è deciso di non invitare l’ex sindaco Pattuzzi: la battaglia degli ultimi mesi è ancora fresca, il rischio di tornare su quelle tematiche è forte. Ma è nostra intenzione, naturalmente, tornare a ragionare con Graziano nei prossimi mesi, così come con quegli altri ex sindaci che per motivi vari non sono potuti essere presenti a Ca’ Marta.


Ecco dunque Dezio Termanini (sindaco dall’80 all’85 per il PCI, oggi ingegnere che esercita la libera professione), Riccardo Prini (sindaco socialista dall’87 all’89, oggi insegnante che si occupa anche di strumentazione ceramica), Renzo Sola (sindaco di Sassuolo per la DC nel biennio 90-92 e che oggi si gode una meritata pensione), Ferruccio Giovanelli (sindaco per l’allora PDS dal ’92 al ’95 - proprio dopo Sola - e oggi dipendente del Comune di Serramazzoni e componente del Cda di Hera ) e il neo sindaco Luca Caselli (PdL, avvocato).
Strette di mano; qualcuno si dà del ‘lei’, altri del ‘tu’. E poi a tavola.
E a proposito di ex, si parte in scioltezza parlando degli investimenti ‘ristoratori’ di Paolo Salami (primo cittadino nell’89) in Lunigiana… E partono frecciate divertite.


Caselli: “Ferruccio, se Salami ha ristrutturato un convento, tu cosa ristrutturerai? San Leo! Il Vaticano!”
Giovanelli: “Ne ho già a sufficienza di casa mia…”

La delibera della serata prevede gnocco e tigelle per tutti. Passa all’unanimità. Con lambrusco, ovviamente. No formaggi, ma qualcuno si ammazza di pinzimonio e cipolla, specie sul versante delle sinistre.

C: “Tanto paga il Sassolino… L’amministrazione non ha soldi”
G: “Be’, sei lì da un mese e cominci già a lamentarti?”
C: “L’assessore Vincenzi ha l’incarico speciale di tagliare tutto!”

Noi siamo contenti perché avevamo paura che, tra avversari e vecchi volponi, ci sarebbero stati problemi a rompere il ghiaccio. Ma non sembra proprio. E per il momento non è questione di lambrusco.
Meglio così.


Renzo Sola (ex sindaco DC) e Luca Caselli (in carica, PdL)
Renzo Sola (ex sindaco DC) e Luca Caselli (in carica, PdL)


L’ULTIMA VOLTA NON SI SCORDA MAI

Giovanelli: “Luca, io sono stato il primo, durante gli scrutini il giorno del ballottaggio, a dirti che eri stato eletto”
Caselli: “Sì, il primo quando ancora io non ci credevo a tre seggi dalla fine, e anche il primo a venire su in ufficio. Anzi, no… Il primo è stato Prini!”
Prini: “Sì, ho fatto un paio di telefonate a quattro seggi dalla fine…”

E per forza di cose, con molto rispetto per gli assenti, parte qualche analisi sull’ultimo voto. Trattandosi di analisi e non di polemiche, ascoltiamo attenti.

P: “Io ho sentito un sacco di persone che votavano Rifondazione che hanno detto: noi Pattuzzi non lo votiamo!”
G: “Certo, ma non è contato solo quello: al ballottaggio è stata a casa anche gente che aveva già votato per noi. Se avessimo tenuto tutti i nostri voti del primo turno, quelli di Rifondazione avrebbero anche potuto, per assurdo, votare per Caselli che avremmo vinto comunque”
C: “Secondo me la svolta è stata il dibattito del giovedì sera in Piazza Piccola. Tra l’altro quella serata lì ha segnato un momento storico in assoluto per Sassuolo perché sono uscite di casa persone legate al centrodestra che mai mi sarei sognato di vedere applaudire o sbraitare in centro”
G: “Quella sera è stata una cartina di tornasole che il clima fosse favorevole al centrodestra, ma non è che però ci fosse qualcuno da convincere se votare a destra o sinistra. Chi doveva decidere aveva già deciso”
C: “Ma io sto parlando di motivazione nel tornare al votare ancora una volta”
G: “Voi avete fatto una campagna del ballottaggio credendoci; noi invece l’avevamo già data per vinta”
C: “L’esempio delle tante signore che so essere tornate dal mare per votarmi: l’hanno fatto perché hanno capito che si poteva vincere, altrimenti non l’avrebbero mai fatto”
G: “Anche tu hai perso 300-400 voti dal primo turno, ma li hai coperti prendendo voti dalle liste minori. Pure noi abbiamo recuperato qualcosa dalle altre liste, ma non a sufficienza”

Intanto arriva il lambrusco. Si brinda augurandosi la fine della crisi e non c’è destra o sinistra che tenga. Cin cin.

Caselli, è stata dura trovare un equilibrio tra i vari partiti nell’assegnazione degli assessorati?

C: “Ho sudato molto di più per fare la lista del PdL o l’alleanza con la Lega. Anzi, in assoluto la lista del PdL: voi lo vedete come un partito unico ma di fatto eravamo tre o quattro partiti, e il congresso fondativo c’è stato solo a marzo. Poi una volta che vinci è tutto più semplice: abbiamo convocato il consiglio in fretta, anche per dare un segnale, e fatto la giunta in un’ora”.

Parlando della squadra che ebbe a disposizione Renzo Sola durante il proprio mandato di ormai 20 anni fa, saltano fuori nomi di assessori che poi si sono presentati, quest’anno, in lista con Caselli. Come Antonio Orienti, ma anche come Giovanni Bondi.


Sola:
“Bondi mi ha sorpreso un po’… Era un socialista vecchio stampo”
C: “Ma anche chi conta a livello nazionale in Forza Italia sono tutti ex socialisti. (prosegue ridacchiando) E si può dire che il succo, se vuoi prendere il potere, è che devi essere alleato coi socialisti… Chiedete a Prini! Nel 2004 era con Pattuzzi, nel 2009…”
P: “Nel 2009 no…”
S: “Pensavo che, tra gli altri partiti, Scalabrini prendesse più voti”
C: “I piccoli sono stati frantumati dal voto utile. Ci tengo a dire che per me chiamare la gente al ‘voto utile’ è una carognata. Tra l’altro il mio partito storico è stato danneggiato per decenni da questa cosa. Però, anche se non glielo dici, il cittadino sceglie da solo il voto utile”
Noi pensiamo che in partenza, per quanto possibile, tutti i candidati debbano partire alla pari. Poi è chiaro che chi vince deve poi avere il premio di maggioranza per governare tranquillamente.
G: “Infatti uno degli errori di questo sistema elettorale è che una volta che col premio di maggioranza dai stabilità, non ha senso avere anche la soglia di sbarramento. Cosa cambierebbe a noi di avere un consigliere in meno a scapito di Rifondazione o Verdi? Nulla. Avrebbero diritto di parole anche loro e non sarebbe cambiato nulla”

E tra qualche bicchiere di vino che va giù che è un piacere, si parla anche di politica nazionale, di alleanze. E poi si discute dei tanti ginecologi della campagna elettorale, dei “candidati piacenti”.
E anche di donne, finalmente.
Tranquilli, ci pensiamo noi a rovinare il clima divertito.


Secondo voi, quanto la gente è davvero interessata alla politica locale e quanta invece vota solo in conseguenza a quella nazionale?

C: “Un sacco, più di quanto non si immagini. Il voto ideologico è forte, e dirò di più: quello per il PdL è fortissimo, adesso quasi più forte di quello di sinistra. Per non parlare di quello della Lega: altroché di protesta. E’ un voto ideologico”
Termanini: “Nel PdL è ovviamente incarnato nel leader nazionale…”
P: “Senso di appartenenza”
C: “Ed è un voto socialmente trasversale”
G: “Molto più nei ceti popolari!”
Quindi, in sostanza, nelle vostre battaglie cittadine quanti voti vi giocate sul serio?
C: “Massimo mille voti”
G: “Be’, però non dimentichiamo che il centrosinistra, rispetto ai voti di provinciali ed europee, ha recuperato molto sul comune. Evidentemente si sposta comunque qualcosa. Negli ultimi 15 anni è sempre andata così”
P: “Se si sposta anche solo il 5%, vuole dire che fai comunque la differenza tra vincere e perdere”
C: “Incide perché questa volta nessuno dei due candidati era… un disastro. Entrambi se la giocavano. E poi c’erano 5… Anzi, 20 anni di amministrazione pregressa. Amministrare ti consolida i voti e te li fa portare via dall’altra parte. E poi c’è stata la novità ballottaggio: una cosa completamente diversa rispetto a tutte le altre campagne elettorali fatte”
G: “Certo! Lì i voti li devi riprendere uno ad uno. Si dice ‘hai perso dei voti’. No, il problema è che non sei riuscito a riconquistarli tutti.”

Mentre arrivano i primi rinforzini culinari, due aneddoti del neosindaco divertono la tavolata.

C: “Ricordo la battaglia dei supermercati per i volantinaggi, con inseguimenti di ‘truppe’ dell’altro schieramento, con chiamate di rinforzi, con ritirate strategiche quando gli avversari erano troppi…” Il secondo aneddoto è a sorpresa: “Mia madre mi ha sempre votato, ma scrivendo Caselli, non votando il partito: non ha mai messo la croce sul simbolo di AN…”
Sola: “Ci facciamo dire i primi provvedimenti del sindaco?”
C: “Il primo (al momento di andare in stampa, ndr) sarà un’ordinanza per vietare la vendita di alcolici ai minori di 16 anni.”
Molto difficile da poter controllare.
C: “Ma ha più un senso di voler lanciare un messaggio, di sensibilizzazione. Una campagna sulla stampa in accordo con L’Asl. E per tornare alla domanda del sig. Sola, l’altra operazione sarà sgomberare il condominio ‘I Gerani’: ci siamo molto vicini (effettivamente avvenuta pochi giorni dopo, il 20 luglio scorso, ndr)

Dezio Termanini, sindaco PCI dal 1980 al 1985
Dezio Termanini, sindaco PCI dal 1980 al 1985


MEGLIO OGGI O IERI?

Termanini: “Non so dei consigli comunali post 1985 perché non ci sono più andato. Ma in quelli a cui ho partecipato io ricordo liti furibonde tra i vari partiti. Dopo, però, si andava a mangiare tutti insieme per parlare di tutt’altro davanti a prodotti nostrani…”
Caselli: “Da fine anni ’90 in poi, tutto mi pare più litigioso”
Ma come mai?
T: “Vista dall’esterno, mi pare che sia più cattiva la politica in sé”
Giovanelli: “Anche il clima nazionale è così, basti pensare alla discussione attorno a Berlusconi. E di conseguenza la tensione ha investito anche quella locale”
C: “E’ cambiata la politica: prima era dirsi le cose in maniera politicamente anche dura, ma fuori avere un buon rapporto. Adesso, invece, è un discorso che vale solo con certe persone. Per di più qui a Sassuolo i partiti sono molto radicati. Il clima a volte è esasperato”
Sola: “Be’, se però andiamo indietro parecchio, c’è da dire che di rapporti fuori non ce n’erano nemmeno ai miei tempi… Io come democristiano non sono mai andato alla Casa del Popolo. C’era una suddivisione molto forte, altroché…”
In quest’ultima tornata si sono visti tanti “ultras politici”; molti di più rispetto alle ultime volte. Questo fervore, negli anni ’70 e ’80, c’era comunque?
Prini: “Certamente, ma verso i partiti stessi più che le persone”

E tutti sottolineano, Sola in primis, che di confronti diretti importati dall’America come quello pre-ballottaggio di Piazza Garibaldi, ai tempi non se ne facessero. Ovviamente erano tantissimi i comizi singoli.

T:
“I tanti sistemi di comunicazione più ampia che si usano oggi sono spettacolari, ma rischiano di lasciare indietro argomenti. Il rischio è che ci sia più scena rispetto ad anni fa, dove dovevi per forza confrontarti con i problemi reali, muovendoti caseggiato per caseggiato, per ascoltare e convincere”
C: “Questo volta, però, da questo punto di vista si è quasi tornato all’antico: casa per casa. E l’abbiamo fatto noi come la sinistra”
P: “Ora sì, la persona si mette in gioco, è vero. Ma ai nostri tempi si muovevano intere strutture, fatte da persone che a loro volta si muovevano alla ricerca delle preferenze! Le preferenze… La corsa alla preferenze era terribile. Ricordo il sistema delle ‘quartine’… Cordate di quattro persone che potevi votare. E che si muovevano di porta in porta per farsi vedere”
C: “E infatti la grande fatica di questa campagna è stata che anche noi non potevamo non farci vedere. Una volta si muoveva il partito, la struttura, tante persone. Questa volta abbiamo dovuto metterci la faccia io e Pattuzzi, sempre, e dove c’era l’uno non poteva mancare l’altro. Due persone invece che strutture”
P: “Una volta era più agguerrita anche la battaglia tra i membri dello stesso partito…”
Per le vostre vittorie elettorali, ci sono stati festeggiamenti di piazza come quello che c’è stato per Caselli?
T: “Sì, sì. Si festeggiava. E si suonava il campanone”
C: “Però questa volta era la vittoria della parte che non aveva mai vinto!”
T: “Be’, un attimo: nel ’70 ci fu una grande festa perché avevamo ripreso la città dopo gli ultimi 6 anni di Baschieri in cui avevano tenuto noi comunisti fuori dalla giunta. Per noi sono stati 6 anni di occupazione! (dice sorridendo)
S: “Ma chi è che sa come suonare il Campanone? C’è un metodo strano, vero?”
C: (ridendo) “Ma sono quelle cose che hanno creato loro di sinistra e che sanno usare solo loro…Solo voi! (indicando chi gli sta di fronte)

E così, tra bollicine e un “passami una fetta di salame”, saltano fuori anche aneddoti di campanoni “non fatti suonare” in barba a visite di alti prelati, con cui magari non si avevano ottimi rapporti.
Si parla anche di Camillo Ruini, della possibilità che secondo Giovanelli avesse di diventare Papa; ed è l’occasione perché qualcuno faccia scattare qualche sfottò verso l’ex sindaco pidiessino sui suoi agganci “ovunque, perfino in conclave, in Vaticano”.
E Giovanelli sta al gioco: “Sì, conosco uno dentro al conclave. E mi devo fidare per forza…”. E si ridacchia pensando a intrighi in stile “Angeli e demoni” di Dan Brown.


C: “Ce l’ho io una domanda per voi che mi avete preceduto: quando il sindaco, con il vecchio sistema, veniva eletto dal consiglio comunale, che era proprio una sorta di conclave con le varie correnti e tutto il resto, l’eletto era sempre quello che vi aspettavate o c’erano delle sorprese?”
G: “Una volta arrivati in consiglio no… Ma fino a una settimana prima sì!”
T: “Anzi, fino a due giorni prima!”
P: “Io ricordo i miei tempi: le sorprese ci sono state fino al giorno prima…”
C: “Ma in campagna elettorale vi chiedevano chi avreste fatto sindaco?”
G: “Si indicavano solitamente i capilista, che erano come indicazioni…”

Riccardo Prini, sindaco per il PSI dal'87 all'88
Riccardo Prini, sindaco per il PSI dal'87 all'88


MA CHI ME L’HA FATTO FARE

Vi è mai capitato, durante il vostro mandato, di chiedervi “ma chi me l’ha fatto fare”?
Caselli: “Io per tutta la settimana dopo il ballottaggio, ho sognato di notte che la conta dei voti fosse ancora in svolgimento, e alla mattina mi svegliavo agitato chiedendomi come sarebbe finita. Ci mettevo sempre un po’ per realizzare che invece era già finita, sul serio. E che mi è cambiata la vita…”
Giovanelli: “Io ne ho fatte anche altre di esperienze politiche, ma nulla dà più soddisfazione dell’essere sindaco. Ci sono altri ruoli politici più remunerativi e che magari ti ‘coprono’ di più in vista del futuro, ma niente ti dà le sensazioni dell’essere sindaco: rapporto più diretto col cittadino e consapevolezza che puoi davvero incidere sulle cose da fare”
Termanini: “E’ sicuramente un’esperienza straordinaria. Mi sembrava di essere il confessore di metà del paese, con le persone che venivano a parlarmi e a sottopormi i propri problemi. E noi cercavamo di fare il possibile...”
C: “… e sicuramente molti di questi problemi sono irrisolvibili! Tu ci puoi mettere tutto l’impegno ma alcune cose proprio non si riescono a risolvere. Quando capita, devi anche trovare la maniera giusta per dirlo”
Prini: “Cosa prende un sindaco, 3mila euro al mese? Se paragonato allo stipendio di un dirigente di una ditta importante, è molto poco”
C: “Il sindaco è la carica con meno remunerazione economica ma con più prestigio”
E lei, Signor Sola? Cosa ne dice?
S: “Io ho avuto anche l’esperienza di sindaco di Fiorano, trent’anni prima di fare quello di Sassuolo. E fu un’esperienza molto più gratificante. Altra dimensione. Sassuolo è anche molto più complicata.”

Come negarlo. Nel frattempo arrivano gnocco e tigelle e si scherza sulla domanda che Leo Turrini pose in Piazza Piccola proprio su quale dei due prodotti nostrani preferissero i candidati, durante il famigerato “faccia a faccia” pre-ballottaggio. Caselli ricorda di avere risposto gnocco subito. Pattuzzi rispose tigelle. Avrà inciso anche quello? Qualcuno ride. E tutti mangiano.
Passa qualche minuto e Termanini ricorda quando durante il suo mandato dovette attivarsi, con un’ordinanza, per una difficile questione legata al carbonchio: “Si seppe che un bovino malato era stato distribuito. Intervenimmo immediatamente con l’aiuto delle forze dell’ordine. Un lavoro rapido e ben fatto: il rischio era alto. Vennero eliminate quintalate di carne, ovviamente anche di bovini sani… E ci fu poco da ridere anche quando dovetti confrontarmi con tutti i macellai della zona che venivano da me per avere risposte…”


Sola: “Io quando passo dai Quattroponti sento ancora odore di bruciato… I morti. I morti… L’inferno. I pompieri la polizia. E’ stata una di quelle sere in cui mi sono fatto tante domande. Lì è stato un momento…”

E quasi sembra non trovare le parole adatte per descrivere quella tragedia: l’incendio della
Campanella, durante la notte del 29 luglio 1991, costò la vita a tre immigrati che, con tanti altri, pur lavorando nelle nostre ditte, non avevano trovato di meglio che dormire nei capannoni dell’ex ceramica.
Sulla poltrona di primo cittadino sedeva proprio Renzo Sola. Facile comprendere come sia stato quello il momento drammaticamente più forte del suo mandato.


G: “Quella volta fummo capaci di compattarci tutti per cercare di gestire la situazione insieme”
S: “A Sassuolo sì. Ma per quanto riguarda gli altri comuni, l’unico che mi ha dato una vera mano sul piano pratico, per trovare posti dove sistemare quelle persone dopo l’incendio, è stato Pasquetto, assessore ai lavori pubblici di Fiorano. Gliene sono davvero grato…”

Le risate che fino a quel momento avevano accompagnato la serata lasciano spazio alla riflessione. Si cerca di sdrammatizzare tornando su argomenti più terra terra, strappando un sorriso con il ricordo di come quella volta fu occasione anche per la prima visita del democristiano Sola in una sezione del Partito Comunista sassolese. Altri tempi, nonostante si parli di soli 18 anni fa.


OCCHIO AGLI AMICI

Ma è davvero possibile esser il sindaco di tutti?
Caselli: (ridendo) “Bisogna che però lo vogliano anche gli altri… Ma è chiaro che quando sei un sindaco in un certo senso smetti di essere un politico. Lo sei ancora, ovviamente, ma nel senso più bello del termine: al servizio di tutti. Le scelte sono poi naturalmente di parte, ma lavori comunque per il bene di tutta la città”
Giovanelli: “Anche perché i cittadini che ti troverai di fronte che ti vengono a chiedere di agire su di una cosa piuttosto che su di un’altra, non saprai mai, casi particolari a parte, se ti hanno votato o no.”
C: (sorridendo) “Se dovessi fare un conteggio ora di quanti voti ho preso sentendo quelli che incrocio per strada dicendo di avermi sostenuto, sarei circa al 94%...”
Termanini: “Il problema arriva quando ci sono scelte grosse da prendere che scontentano quelli del tuo partito. E che poi ti rinfacciano: ‘Ma come? Non mi fai questa cosa? A me che ti ho sempre sostenuto?’  Ricordo la prima assegnazione delle case popolari, negli anni ’70, con il sindaco Vecchi. Io ero assessore. Ogni apparato popolare finito, scattava la guerra per l’assegnazione degli alloggi… Ed erano proprio gli anni in cui, praticamente, c’erano da sistemare le migliaia di immigrati dal Sud.”

Si rimane concentrati su quel periodo, tra ricordi ‘pubblici’ ma non solo.

T: “Nel ’70 si attraversava Sassuolo passando davanti alla stazione di Reggio. Era quella la strada e non c’erano alternative.”
G: “Ricordo che presi la prima multa da patentato nel ’74 passando in centro, quando ancora si poteva…”
Prini: “Mi fate venire in mente il primo pallone che mi regalò mio padre. Calciai troppo forte, finì in via Braida in mezzo al traffico. Credo sia stato l’ultimo regalo che mi ha fatto mio padre… (ricorda tra il serio e il divertito)
C: “Mi ricordo ancora quando si poteva parcheggiare in Piazza Piccola…”
T: “Piazza Piccola! Per tirare via quel parcheggio, che lotta… Ogni commerciante ci diede battaglia! Primissimi anni ’70. E mi vengono in mente altre battaglie, condivise anche con l’opposizione: seppur dopo mille discussioni, si cominciò a lavorare per il nuovo ponte sul Secchia.”

Si torna anche sul tema bretella Sassuolo-Campogaliiano.
Sola è particolarmente interessato all’argomento e pone diverse domande ai suoi colleghi. In generale emerge come già nei ’70 si evidenziassero problemi a tutti i livelli amministrativi per quello che è diventato un incredibile tormentone.


T: “Si continuava ad insistere sulla bretella per Campogalliano, ma si cominciava a ragionare anche sulla Modena-Sassuolo…”
Prini: “La bretella… La responsabilità politica non è stata nemmeno locale nel senso di Modena, bensì regionale! La Regione ha chiaramente investito di più sulle infrastrutture adriatiche che su queste della zona ovest. Più peso al porto di Ravenna che a quello di Livorno, dove la Brennero avrebbe potuto andare a completarsi”
G: “In quegli anni lì si facevano le autostrade ‘inventando’ uscite o allacciamenti fino a casa dei ministri! Io sono del parere che la volontà a livello nazionale non ci sia mai stata. Chi governava, se l’avesse davvero voluto, avrebbe fatto il completamento della Brennero”
Sola, quando lei era sindaco di Sassuolo, era un problema tenere i rapporti coi sindaci limitrofi, tutti di sinistra e quindi di partiti diversi dal suo?
Sola: “Be’, con Pagani (ex sindaco di Fiorano, ndr) siamo cugini…”
(risata generale) C: “Ma così non vale!”
Anche lei, Caselli, ora si trova ad avere a che fare con colleghi di partiti diversi.
C: “Con Claudio Pistoni, sindaco di Fiorano, ho sempre avuto un ottimo rapporto umano che penso si possa solo confermare. I rapporti istituzionali sono una cosa seria: nessuno pensa di romperli o incrinarli. E’ chiaro che magari alcuni problemi verranno posti in maniera diversa. La Bursi, sindaco di Maranello, la conosco poco, ma ci conosceremo; Richeldi, di Formigine, anche. Ho avuto anche telefonate dai sindaci dell’oltre Secchia, cose che fanno piacere. Ho buoni rapporti anche con Pighi, primo cittadino di Modena. Quando una persona è per bene non vedo perché non si debbano avere rapporti cordiali e professionali”
Il momento più bello del vostro mandato?
S: “Due tagli del nastro: a Fiorano, la pista della Ferrari. A Sassuolo, il parco Vistarino. Per l’acquisizione del parco andai addirittura a Bruxelles con Pagani per parlarne. Se non si fosse comprato allora non si comprava più! Era il momento adatto”
P: “Io ricordo che sottoscrissi l’attivazione, con altri enti, della fondazione per il Palazzo Ducale, in accordo con l’Accademia: si consentì così l’intervento dei privati in opere di ristrutturazione della reggia. Un’operazione che ha decisamente contribuito alla salvaguardia del palazzo e che ricordo con soddisfazione”

In attinenza a problematiche avute proprio durante le trattative per il parco Vistarino, Sola intima Caselli: “Attenzione anche al fuoco amico!”. Altra risata.

P: “Il fuoco amico ti colpisce alle spalle e tu non te ne accorgi!”
C: “Il cambio della legge ha però determinato un minor rischio del fuoco amico: oggi il sindaco ha in mano le deleghe e di fatto ha il potere di revocare gli assessori. Se ne hai uno che ti rema contro, lo prendi e lo cambi. Poi politicamente lo paghi, ma amministrativamente prosegui”
Con il vecchio sistema elettorale?
G: “Era una trattativa continua…”
P: “C’era una grande potere al consiglio comunale, che mi ha eletto e cambiato”
C’erano più intrighi di palazzo?
P: “Sicuramente”
G: “Anche adesso, però, non si scherza…”
C:
“L’intrigo è sempre nell’aria…”
Qualcuno, intanto, se ne esce con una bella citazione: “So che Baschieri (sindaco socialista dal ’51 al ’70, ndr) diceva, a proposito di Sassuolo, scherzando: l’importante è che siamo d’accordo io, Angelo Carani e Pietro Marazzi…”

Altri sorrisi, anche perché arrivano ulteriori e graditi rinforzi di gnocco.


Ferruccio Giovanelli, sindaco di Sassuolo per l'allora PDS tra il '92 e il '95
Ferruccio Giovanelli, sindaco di Sassuolo per l'allora PDS tra il '92 e il '95


PINNACOLO E CERAMICA

Termanini non perde occasione per elogiare il suo ex sindaco Vecchi: “Instancabile, dal grande intuito. Percepiva immediatamente l’importanza delle cose”. Quello che molti considerano il sindaco più amato della storia sassolese non poteva restare fuori dai discorsi della serata…

Caselli: “Io ricordo che contro Vecchi feci una mitica semifinale di Pinnacolo allo Juventus Club. Io e un amico contro Vecchi e un suo socio (prosegue divertito). Ma il problema è che Vecchi segnava e a Pinnacolo non si potrebbe! E così nacque una mezza discussione… Parlo di quindici anni fa. Io ero già in politica e si era creato un discreto pubblico per una semifinale che era anche politica. Perdemmo miseramente, ma Alcide continuava a segnare. E se segnavo io, lui mi cagnava…” Si sghignazza, cercando di visualizzare la scena...
Ci pensiamo noi ad annoiare nuovamente tutti: il concetto di “crisi della ceramica”. Quanti di voi si sono sentiti di doverlo affrontare?
Termanini: “Be’, ricordo quella terribile dell’83-84. A casa oltre 2mila lavoratori. Per quanto possibile li tenemmo attivi cercando lavori utili di ripavimentazione di alcune zone della città.”
Ma che tipo di crisi era rispetto a quella di oggi?
Sola: “Meno generalizzata, non così mondiale come quella odierna”
T: “Non era planetaria, ma era difficilissima”
Giovanelli: “In termini locali forse era peggio di quella odierna. Ma in termini globali no. Anche allora c’erano già altri distretti in giro per il mondo, ma subivamo solo noi. La paura era quella di avere sbagliato tutto”

La discussione continua per un po’, il tema è caldo. Piano piano, scivola fino a mischiarsi con un’altra, altrettanto attenta, su quale lambrusco sgrassi di più. E anche qui ci sono teorie diversificate.
Si parla anche di malavita organizzata, di come qui al Nord si sia sempre sottovalutata. E qualcuno ricorda un consiglio comunale sul tema di fine anni’ 80 tenuto a porte chiuse.
Concordi, poi, Caselli e Giovanelli sul fatto che nei momenti di crisi occorra dover stare particolarmente attenti perché è proprio in quei momenti che la malavita organizzata riesce a riciclare denaro “a metà prezzo”.


Ricordate un errore particolare che avete compiuto durante il vostro mandato?
G: “Impossibile farne solo uno…”
Be’, uno in particolare.
T: “Il sottopassaggio di Braida lo feci troppo a ridosso delle elezioni…”
S: “Ma per fortuna che l’hai fatto!”
T: “Lo so, ma ci costò in termini di voti”

Ancora su quei lontani ma intensi anni ’70: Termanini ricorda i suoi studi fuori Sassuolo, a Genova, così come i suoi primi anni lavorativi. Ricorda come, una volta tornato a casa, entrò in consiglio per la prima volta un po’ in sordina, come sedicesimo consigliere del partito, in una città dalla situazione urbanistica difficile e “con la necessità di cominciare a costruire la tangenziale piena di curve, per evitare le case che c’erano. E tutte le difficoltà di licenze e accordi”.

Prini: “L’errore più grosso, che mi sento ancora addosso, è che 15 giorni dopo essere stato nominato sindaco mi hanno fatto firmare l’abbattimento del Cinema Cristallo. Mi misero la delibera sotto al naso come cosa già pronta. Avevo 34 anni, sono stato il sindaco più giovane della storia sassolese. Probabilmente se fossi stato più scafato da subito, mi sarei opposto. Fu un atto dovuto. Certo, di dovuto non c’è niente… Però è andata così e lo rimpiango”

Cristallo, cinema, film. C’è chi ricorda come quello spazio fosse bello architettonicamente; c’è chi, come Caselli, ricorda a gran voce che “lì ci ho visto Rocky IV! E Rambo II! Che ricordi…”.
Ci si sposta con la mente velocemente all’Astra, altro storico ex cinema cittadino “dove si andava in piccionaia con tanto di morosina…”
Sempre Caselli, questa volta sul Carani: “Ricordo che con la morosa di allora andai a vedere anche il film ‘I ragazzi della curva B’ con Nino D’Angelo, pensando non ci fosse nessuno e di potermi divertire con lei... Invece era zeppo di tifosi del Napoli, con tanto di bandiere… Il piano non funzionò”
Irrompe Prini, tornando su argomenti più politici: “Ma orgogliosamente non ho mai votato una delibera per l’abbattimento delle ex Cavedoni. Mai.”
E qui quasi parte una polemica con gli altri sindaci di quegli anni su quello che sarebbe potuto essere l’utilizzo di quell’edificio. Ma un po’ aiuta il vino, un po’ l’arietta che piano piano arriva e rinfresca, e gli ardori tornano rapidamente a placarsi.



SGANASSONI ED ENTUSIASMO

Chiediamo come fossero i rapporti con i parroci negli anni ’70.
La domanda dà il via a un bel valzer generale di aneddoti, tra chi presenziava solo alle messe comandate, tra amore-odio con alcuni personaggi e tanto altro. Ma sarà il tempo che è passato o un rispetto che non c’è più, fatto sta che tutto comunque viene raccontato con il sorriso sulle labbra.
Citazioni d’obbligo per Zelindo Pelati, “Il Monsignore”; riferimenti ai temutissimi sganassoni a mano aperta di don Ercole Magnani. E poi ricordi su don Alfonso Ugolini, naturalmente.
“Chi aveva la tessera della DC solitamente andava a lavorare da Marazzi, sponsorizzato proprio da don Alfonso Ugolini. Quelli sponsorizzati dal PCI, finivano spesso da Minozzi”. Davvero altri tempi.
Termanini ne approfitta anche per ricordare il suo viaggio a Irsina, il paese della Basilicata dal quale provengono migliaia di nostri concittadini; Caselli prepara il suo viaggio in vista della prossima festa di Sant’Eufemia. Il neosindaco trova anche il giusto spirito per raccontare della multa presa due giorni dopo al voto: “Forse è stata proprio quella la prima azione che ho fatto nel mio mandato…”


La serata non è ancora finita, c’è ancora la voglia di parlare di argomenti politicamente importanti. Nel frattempo, Ferruccio Giovanelli saluta la compagnia per un impegno; siamo sicuri che altrimenti sarebbe intervenuto (eccome) sull’argomento che segue…

Termanini: “La costituzione di aziende private per gestire cose pubbliche… Il fatto che il Comune di Sassuolo oggi gestisca i lavori pubblici attraverso un’azienda, è una grande spersonalizzazione. Crea distanza, in tutti i sensi. Si perde la sua funzione pubblica, non è più un qualcosa della collettività”
Sola: “Concordo, è una situazione che sta generando molto… Ricordo che già ai miei tempi cercai di tamponare i rischi dello smembramento della SAT, del progressivo allontanamento dal controllo diretto del Comune. Dopo vari passaggi e alcuni anni, adesso siamo ad Hera… Purtroppo il rischio è che territorialmente non si conti più nulla. E si è andati vicino anche a fusioni addirittura più grandi…”
T: “Le municipalizzate c’erano anche ai nostri tempi, ma allora i partiti erano più forti, contavano di più. Quindi il vero potere rimaneva nelle mani della politica, dei comuni. Era diverso. La politica indirizzava.”
Caselli: “Il problema è che oggi nella pubblica amministrazione è nata una classe dirigente che purtroppo non è più controllata dalla politica, ma semmai è il contrario!”
T: “Certo!”
C: “Le ‘macchine’ comunali sono autoreferenziali. Girerebbero a prescindere dalla politica ed è un problema. Vale per tutti gli enti locali: il rischio è quello che si crei un ‘partito dei dirigenti’”

C’è tempo ancora per una bella considerazione.
Sola: “Come possiamo fare a mantenere vivo questo interessamento della gente alla politica? Abbiamo appena vissuto, con le elezioni, un momento secondo me molto bello, di grande partecipazione.”
C: “E’ un po’ come l’idrolitina: bisogna mettere un po’ di frizzo dentro alla volta, per cercare di mantenere l’attenzione attiva. Non con la spettacolarizzazione, ma magari inserendo, ad esempio, un argomento che possa interessare ai più, vedi il Velasquez, in ogni consiglio comunale”
S: “Dopo tanti anni di poca attenzione, disperdere quell’energia sarebbe un peccato. Bisogna mettere la gente nella condizione che possa sempre dire ‘io conto qualcosa’. Non c’è niente da fare, se no si allontana. Se c’è la vicinanza, allora la gente torna alla politica. Se no, se ne allontana definitivamente”

Non è un caso che ci sia venuta voglia di organizzare questa cena proprio in questo periodo: la febbre politica ha effettivamente contagiato un po’ tutti. Speriamo davvero non scemi e che sopravvivano le discussioni sul tema, siano esse affabili come quella appena conclusa ma anche più dure come quelle da campagna elettorale.
Per ora, ci si saluta con un paio di caffè e una grappetta. E poi tutti a casa.


Commenti
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dilinger  - il proiezionista   |2009-07-27 18:51:10
Rambo II ,in prima assoluta locale,venne proiettato al Carani.
Anna  - molto divertente!   |2009-07-31 01:37:11
Divertente e interessante. Leggendo l'articolo ammetto di avere provato simpatia
anche per persone che non ho mai stimato.
Complimenti!

Anna
escher  - complimenti per l'iniziativa e il racconto   |2009-07-31 10:27:07
cara redazione. è da un pò di tempo che vi leggo e ho apprezzato la cura e la
freschezza che mettete nei vostri articoli. in particolare è interessante il
vostro diverso punto di vista rispetto alla solita stampa locale, negli ultimi
anni diventata decisamente negativamente urlata e razzista. tra l'altro il
vostro diverso approccio alla politica è riuscito, come in questo racconto, far
vedere il lato umano, al di là delle ideologie e degli slogan, dei candidati
sindaci. l'attuale sindaco luca caselli era già risultato dall'incontro che
avete organizzato alla casa nel parco il più spontaneo,il più immediato ed
emotivamente coinvolto. vi auguro di riuscire a continuare così, con la
curiosità e la voglia di andare al di là dei + facili luoghi comuni che stanno
connotando il ns presente sia a livello locale che nazionale. la riflessione al
voto sassolese che avete fatto mi ha aiutato a capire che dovevo andare al di là
di certi pregiudizi e di automaticate equazioni: i sassolesi non sono impazziti
o diventati tutti fascisti, la sitauzione è ben + complessa. luca caselli, mi
scoccia un pò ammetterlo, è quello che ha sentito di più con il cuore, e non
solo con il cervello, il grido di sofferenza di sassuolo.
expd   |2009-08-12 09:25:15
Che giovanelli a 3 seggi dal termine delle votazioni si prenda su e si
complimenti con caselli dice bene, a mio modesto vedere, da dove dovrebbe
partire il rinnovamento del pd locale.
veramente incredibile!
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