Numero 48, Autunno 2009 - UN NUMERO SPECIALE: con questa uscita
si chiude la prima parte della vita del "Sassolino" inteso come mensile,
mentre prosegue a pieno ritmo il portale "il Sassolino.net" (e comunque
non finirà qui!). A corredo di una mostra organizzata dalla Redazione,
ecco un numero speciale con tanti aneddoti, un racconto di Emilio
Rentocchini, il lavoro di Leo Turrini e tanto altro...
Clicca sulla copertina per scaricare il Sassolino SPECIALE dell'autunno 2009 in .pdf
Non voglio rivangare nella polemica. Il Carani doveva cambiare, il Carani doveva restare, nuova gestione evviva, abbasso la nuova gestione, Costi sì, Costi no. Voglio provare per un momento a chiudere in un sacco tutte le urla, gli strepiti, le accuse, gli insulti e i soldi che hanno orbitato per mesi intorno alla questione teatro. Voglio chiudere gli occhi per un istante a politici, finanzieri, direttori e giornalisti. Voglio aprire gli occhi, per un minuto, come uomo. Una persona che diverse volte ha avuto a che fare con il Commendatore Costi per inchieste, ricerche d’archivio, interviste o semplicemente per chiedergli cosa pensava di un determinato avvenimento. Che poteva essere accaduto il giorno prima, o trent’anni fa. Sicuramente tornerò a mettere piede in quegli uffici di via Mazzini, continuerò a cercare, a scrivere e a parlare. Forse con le persone che da oggi incontrerò là dentro nascerà un rapporto di amicizia, o forse litigheremo per i prossimi dieci anni; molto più probabilmente, manterremo un rapporto di cordiale professionalità. Ma non importa. Per un momento importa solo che a me, come a tanti altri, farà un certo effetto rientrare in quella stanza. Ripeto che, per una breve parentesi, non rifletto sul giusto e sbagliato. Mi prendo la libertà di dedicare qualche riga all’egoismo, con l’enorme rischio di essere tacciato di banale sentimentalismo. Fate come vi pare. Penso che sia importante, in una situazione così travagliata, aprire una finestra umana. Perché sarà strano suonare il campanello, aprire la porta, camminare sulla moquette e non vedere la scrivania piena di scartoffie, gli orpelli alle pareti, l’immenso archivio fotografico e la sterminata collezione di cartoline antiche. Sarà strano entrare in quell’ufficio e non sentire più il garbato mi dica pure di Roberto Costi.