Numero 48, Autunno 2009 - UN NUMERO SPECIALE: con questa uscita
si chiude la prima parte della vita del "Sassolino" inteso come mensile,
mentre prosegue a pieno ritmo il portale "il Sassolino.net" (e comunque
non finirà qui!). A corredo di una mostra organizzata dalla Redazione,
ecco un numero speciale con tanti aneddoti, un racconto di Emilio
Rentocchini, il lavoro di Leo Turrini e tanto altro...Clicca sulla copertina per scaricare |
Montagne russe, pellirossa e rivelazioni |
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Scritto da Diego Fontana | |||||||
giovedì 23 luglio 2009 | |||||||
Se in questo inizio millennio vi sentite un po’ persi, e non vi è più molto chiara la prospettiva da cui osservare la realtà, la soluzione è una sola. Fatevi un giro in un parco divertimenti. Io sono di recente capitato a Mirabilandia, vicino a Ravenna, dopo anni e anni di prolungata assenza da questo tipo di luoghi. E in quelle terre, come un solitario pellerossa in cammino tra foreste e praterie per trovare il proprio spirito guida, ho ottenuto la mia illuminazione. Lì mi si è finalmente rivelata la verità suprema, la direzione verso la quale il mondo si sta muovendo. Questo assioma mi si è conficcato nella mente a lettere giganti, luminose e lampeggianti, come le insegne colorate delle attrazioni: DISCOUNT DELLE EMOZIONI. Questo è il concetto fondante della società che si osserva all’interno di quel micro stato che è il parco divertimenti, il suo manifesto, la sua ragion d’essere, la sua costituzione. Ti serve un chilo di Adrenalina? A destra in fondo al corridoio, sullo scaffale: Montagne Russe. Vorresti un paio di litri di Terrore? Li trovi al reparto: Casa dei fantasmi. Cerchi Stupore? Facile, basta seguire l’indicazione: Cinema 4D. E osservando per qualche tempo le dinamiche di questa società-discount, ti appare evidente e inconfutabile che quella porzione di realtà non è che una metafora vivente della realtà più grande, che circonda ognuno di noi. Le emozioni si vendono al chilo, anzi al grammo dietro angoli poco illuminati di ogni città, gli stati d’animo si assumono in pillole prescritte dal medico, preferibilmente dopo i pasti, le emozioni s’impacchettano in scatole sgargianti a fine dicembre, i sentimenti hanno lo sponsor che scorre in sovrimpressione nei titoli di coda, e persino l’altruismo è dispensato dalle multinazionali. Prima sono diventati merce i prodotti, e già questo non è stato di certo un passaggio scontato. Poi sono diventati merce i bisogni: oggi persino le università propongono pacchetti e l’istruzione si vende come un prodotto, così come l’informazione. Infine, la grande conquista a cui il mondo è arrivato, è stata quella di tramutare in merce anche gli stati d’animo. Mi scuserete se mi sono parzialmente tramutato in un vecchio moralista e, rimuginando su di una giornata passata in un parco divertimenti, ho prodotto alcuni centilitri di Amarezza®.
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