Numero 48, Autunno 2009 - UN NUMERO SPECIALE: con questa uscita
si chiude la prima parte della vita del "Sassolino" inteso come mensile,
mentre prosegue a pieno ritmo il portale "il Sassolino.net" (e comunque
non finirà qui!). A corredo di una mostra organizzata dalla Redazione,
ecco un numero speciale con tanti aneddoti, un racconto di Emilio
Rentocchini, il lavoro di Leo Turrini e tanto altro...Clicca sulla copertina per scaricare |
Tarantino, splendido bastardo all'ennesima potenza |
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Scritto da Enrico Vannucci | |||||||
mercoledì 20 maggio 2009 | |||||||
DAL NOSTRO INVIATO A CANNES - “Once upon a time… in Nazi-occupied France”. E’ con questa scritta che inizia Inglorious Basterds. Tarantino, questa volta lo rende esplicito subito e direttamente: le due ore e quaranta minuti alle quali stiamo per assistere sono una favola, ed è bene che ce lo teniamo bene in mente. Ma questa è una novità? No, per niente. Tarantino ci ha sempre raccontato delle favole, è solo che, questa volta, ce lo dice in faccia. E, ovviamente, non ci racconta niente di nuovo. Inglorius Basterds è Tarantino all’ennesima potenza, non solo per il citazionismo, esplicito, dei suoi miti cinematografici, quanto per l’autocitazinismo dei suoi precedenti lavori, a partire da i titoli di testa che sono un collage degli stili dei titoli di testa di tutti i lungometraggi precedenti: Le Iene, Pulp Fiction, Jackie Brown, Kill Bill. Tutte le immagini assumono un senso di dejavu, di già visto perché in effetti tutto è stato già fatto, da lui o da qualcun’altro, e qui viene solo rifatto e mischiato insieme. Se c’è un autore postmoderno per eccellenza questi è senza dubbio Quentin Tarantino. A partire dal soggetto della storia - che nonostante sia stata ampiamente cambiata è un omaggio al film di Enzo G. Castellari Quel maledetto treno blindato - siamo di fronte ad un insieme di opere create originariamente da qualcun’altro che il regista ha fatto proprie, immagazzinato, elaborato e riproposto secondo il suo tipico stile che prevede la coesistenza di registri assai differenti l’uno dall’altro. Il referente, anche qui, ancora una volta, non è il reale, ma solo e unicamente l’immagine cinematografica. ![]() Quentin Tarantino Inglorius Basterds è un grande film. Credo che Tarantino, se volesse, potrebbe anche smettere con il cinema dopo questa prova, tutto quello che doveva dire è stato già detto. Siamo alla fase più alta e forse finale della sua opera come autore. Nota di folclore: la pellicola è parlata per un terzo in inglese, un terzo in tedesco e un terzo in francese. E questa differenza linguistica è basilare. Se decideranno di doppiarlo, mi auguro di no, ma credo di sì, uccideranno una parte importante del film e, soprattutto, smonteranno una esilarante scena nella quale Brad Pitt parla nella nostra lingua. Clicca sull'immagine per leggere tutti gli articoli del nostro inviato al Festival di Cannes
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