Scritto da Fabio Panciroli
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lunedì 23 marzo 2009 |
In uno scenario mondiale in cui domina l’incertezza per il futuro, il senso di responsabilità e i valori etici che guidano le scelte personali hanno un impatto ancora maggiore sulla comunità. Ecco perché fanno tanto parlare iniziative particolari, che ormai tutte le settimane sorgono nelle nostre aziende, che cercando di contrastare l’attuale momento di difficoltà del mercato ceramico facendo ricorso ad una parola spesso abusata, di cui ci si riempie sovente la bocca, ma che altrettanto frequentemente rimane vuota di contenuti: solidarietà. Contratti di solidarietà, infatti, ne stanno nascendo in un numero sempre maggiore: una sorta di cassa integrazione a rotazione che permette all’azienda di mantenere nei limiti la produzione senza però andare ad intaccare troppo lo stipendio dei lavoratori. L’ultima novità in questo senso è nata in Florim, spontaneamente dal gruppo dirigente, l’unico a non venire toccato dalla cassa integrazione. I Dirigenti del gruppo hanno infatti deciso di devolvere il 10% del proprio stipendio in un fondo di solidarietà destinato ai colleghi maggiormente interessati alle procedure di Cassa Integrazione. Due sono, tra gli altri, gli aspetti degni di nota: innanzitutto il fatto che il Consiglio di Amministrazione, che già a novembre 2008 aveva provveduto a una riduzione del 20% dei propri emolumenti, si è impegnato a integrare il fondo di solidarietà con ulteriori risorse, al fine di aumentare la dotazione disponibile e portarla fino a un totale complessivo di circa mezzo milione di euro. In secondo luogo, il fatto che la totalità delle risorse sarà interamente destinata ai lavoratori cassaintegrati, a differenza di altre situazioni in cui la riduzione dello stipendio si è indirizzata solamente verso una mera riduzione dei costi aziendali.
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