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 | Bolero berlinese, di Ingo Schulze (Feltrinelli, 2008)
224 pagine, € 16,50 |
Bolero Berlinese di Ingo Schulze è una raccolta di racconti, tra cui quello che dà il titolo al libro, in cui uomini e donne tentano di portare avanti i loro rapporti, pur dovendo far fronte a numerose difficoltà e a situazioni avverse. Tutti i racconti sembrano autobiografici, e Schulze, in ognuno di essi, sembra riversare i propri pensieri e le proprie esperienze. Se anche ciò non fosse vero, vuol dire che la scrittura ha un qualcosa che riguarda la verità e che ad essa si avvicina. La scrittura di Schulze racconta, come detto, di uomini e donne, di famiglie allargate e separate, di convegni letterari a cui il protagonista dei racconti partecipa, di difficoltà editoriali e del tema della traduzione e del successo letterario. Passando dalla Berlino del titolo ad altre città tedesche, al viaggio in Toscana con gli amici fino alla visita ufficiale al Cairo, dove lo scrittore rimane affascinato e vive la sua gelosia per l’interprete in un vortice devastante e che tutto annulla, non manca l’avventura estone in compagnia di un orso. Il quadro dei personaggi del libro di Schulze sono tutti, in certo modo, carveriani, anche se di Carver Schulze non ha la caratteristica analisi minimale, si lascia andare a divagazioni estemporanee e non, tutte tese alla spiegazione, meglio forse alla comprensione, di quella condizione umana così cara alla scrittura europea. Proprio uno scrittore europeo è Ingo Schulze, radicato e amante della vecchia Europa, ancora disposta a muovere qualche passo ammiccante di Bolero con chi vi si voglia avvicinare. Ingo Schulze, dopo aver scritto Vite Nuove – il libro che narra le vicende della prima Germania unificata con tutti i risvolti di due realtà completamente differenti, nda- è considerato il maggior scrittore tedesco contemporaneo.
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