Numero 48, Autunno 2009 - UN NUMERO SPECIALE: con questa uscita
si chiude la prima parte della vita del "Sassolino" inteso come mensile,
mentre prosegue a pieno ritmo il portale "il Sassolino.net" (e comunque
non finirà qui!). A corredo di una mostra organizzata dalla Redazione,
ecco un numero speciale con tanti aneddoti, un racconto di Emilio
Rentocchini, il lavoro di Leo Turrini e tanto altro...Clicca sulla copertina per scaricare |
"Ho giocato a fare la modella" |
Scritto da Eliselle | |
mercoledì 11 febbraio 2009 | |
Eliselle, scrittrice delle nostre parti e collaboratrice del “Sassolino”, ci racconta della sua esperienza davanti ad un obiettivo: “Quando la mia faccia viene immortalata, a volte mi ricorda Igor di 'Frankestein Junior'… Eppure non mi sono mai arresa: la vanità è femmina, e non c’è niente di male nel volersi vedere belle…” E così… SE C’È UNA COSA che ho sempre odiato fin da quando ero bambina è farmi fotografare. Non è tanto l’atto dell’essere fotografata che mi turba, quanto il risultato finale che vedo impresso nella foto a distruggermi. EPPURE non mi sono mai arresa a questa evidenza. La vanità è femmina, e non c’è niente di male nel volersi vedere belle, nel voler fissare la propria immagine quando si è certe che possa essere al meglio. Una bella fotografia così, tanto per poter dire “ve’ come stavo bene qui” con autentica soddisfazione. Ed è con la stessa determinazione di quelli che non hanno nulla da perdere che mi sono sottoposta ad alcune sedute. Fotografiche, non di psicanalisi, anche se probabilmente la seconda avrebbe risolto qualche problema in più. L’ho fatto grazie all’amicizia e alla confidenza che mi lega alla fotografa, un po’ per gioco, un po’ per curiosità, un po’ per esibizionismo, un po’ per scherzo, un po’ perché le novità mi attirano parecchio, ma anche per vedere fin dove potevo arrivare, per verificare che la mia “faccia budino” non fosse un problema congenito ma una casualità, una coincidenza, uno sbaglio rimediabile. Mi sono messa nelle mani di Patrizia Cogliati, che col nome di MusicPhoto lavora nel campo della fotografia musicale da parecchi anni, proprio quando cercava una modella per delle foto diverse: fashion, glamour, sperimentali per progetti alternativi. Ne è nata una collaborazione che mi ha fornito di un book fotografico migliore di quello di Gisele Bundchen. OGNI SET È UN MONDO e come nella scrittura, tutto parte da un’idea. La fatica è la stessa: l’intuizione, l’ispirazione arrivano quando meno te lo aspetti e devi essere pronto a coglierle e a organizzarle il più in fretta possibile, altrimenti svaniscono in un attimo. A volte serve un niente, un filo di trucco e qualche abito o abbinamento strano, una sedia o un separé e il set è pronto. Altre volte la preparazione richiede tempo e figure professionali diverse, una stylist, un assistente alle luci per creare l’atmosfera che vuoi ottenere. E io di volta in volta mi sono vista trasformare in femme fatale, in bambola, in bambina, in dark lady, stupendomi ogni volta nell’osservare il risultato finito. Un’altra me stessa. Una persona sempre diversa. Ma soprattutto, una persona con una faccia normale, che non sembri quella di un componente della famiglia Addams. Incredibile. LE FOTO CHE HO FATTO PER GIOCO alla fine mi hanno letteralmente scioccato, e devo ammettere che non mi sarei mai aspettata di potermi vedere, un giorno, in veste di “modella”. Ci sono però occasioni che capitano una volta nella vita e che sarebbe stupido non cogliere: vuoi mettere il gusto di poter dire, un giorno, “ve’ come stavo bene qui, con questa faccina espressiva”?
|
Pros. > |
---|