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Gianni Munari, il sassolese che è già in Serie A Stampa E-mail
Scritto da Marco Mazzacani   
giovedì 22 gennaio 2009
Gianni Munari con la maglia del Lecce (foto dal Fans Club su Facebook)
Gianni Munari
"Al Sassuolo non potrei mai dire di no..." Abbiamo incontrato Gianni Munari, centrocampista classe 1983, sassolese, che gioca in Serie A con il Lecce.
Tra aneddoti, sogni e ambizioni, ci rivela il suo particolare interesse per i Neroverdi di Mandorlini…


Gianni, anche se molti già ti conoscono, puoi riassumere per tappe la tua carriera fino ad oggi?
Come tutti ho cominciato in parrocchia, alla Consolata, e qui sono entrato nella scuola calcio, poi Sporting Chiozza, 2 anni a Sassuolo, Giulianova, Trieste, Verona, Palermo, e oggi al Lecce.
Un’ascesa costante e allo stesso tempo modi diversi di vivere questo sport. Quali sono stati i momenti più e meno positivi?
Chiaramente quando ho cominciato in parrocchia con gli amici era divertimento puro, senza pensieri, senza aspettative, e molti di quei ragazzi li rivedo ancora oggi ogni volta che torno a casa. Forse il momento peggiore come calciatore l’ho vissuto negli ultimi due o tre anni per tutto quello che è successo e tutto quello di negativo che si è detto sul mondo del calcio.
A proposito, quali sono state le tue personali conclusioni sullo scandalo Calciopoli?
Nonostante sia stato accusato solo Moggi credo che si trattasse di un sistema di gestire e cose che coinvolgeva molte altre persone importanti. Forse adesso la situazione è ancora più problematica, da quando non c’è più Moggi mi sembra di vedere un po’ troppi cani sciolti in giro… Forse ora è peggio di prima.
Parlami della tua prima esperienza al Sassuolo.
Ero arrivato per giocare con la primavera. Ad un certo punto della stagione si erano infortunati 3 o 4 centrocampisti e mister Balugani mi ha chiamato ad allenarmi con la prima squadra. Da lì ho giocato 50 partite e segnato 2 gol, il primo nella mia partita d’esordio in casa. Insomma, è andata bene.  
La scheda di Gianni MunariPoi dopo due anni il salto di categoria.
Il secondo anno la squadra purtroppo era retrocessa. Io avevo fatto bene, ero già entrato nel giro della nazionale di serie C. Mi ha preso il Chievo Verona e mi ha girato in prestito al Giulianova, in serie C1. Quella è stata forse la tappa più importante per la mia crescita, non solo professionale ma come persona. A 18 anni, via di casa, in un paese che non avevo mai nemmeno sentito nominare, a giocare in un campionato difficile come la C1, in piazze particolari come quelle del Sud… Direi che è stata un’esperienze che caratterialmente mi ha formato molto.
È lì che hai realizzato di potere davvero diventare un professionista?
A Giulianova e l’anno successivo a Trieste. Al primo anno di C1 ho fatto un campionato bellissimo.  Poi sono passato alla Triestina. Anche qui al mio debutto in una categoria superiore dire che me la sono cavata. A 21 anni, 36 partite e 6 gol in serie B.
Progressi che colpiscono per velocità e costanza. Ogni stagione un salto di categoria, o quasi. Fino alla serie A.
Si, prima a Palermo dove non ho quasi mai giocato, a parte coppa Uefa e coppa Italia, ed ora al Lecce, la mia attuale squadra. La mia prima volta da titolare in serie A. Posso dire di trovarmi bene, la società è tra le più sane della serie A, il presidente è una persona molto corretta e i tifosi sono sempre molto calorosi. Nelle ultime giornate prima della sosta abbiamo perso 4 o 5 punti di troppo, abbiamo avuto qualche difficoltà ma contiamo di riprenderci.
Te lo auguriamo. E chissà che con la salvezza tu non possa fare l’ennesimo balzo in avanti… Juve, Inter o Milan?
Beh, la mia squadra del cuore è sempre stata il Milan . Ho incontrato i rossoneri per la prima volta col Palermo. Quel giorno stavo in panchina, vincemmo 2 a 0. Eravamo a san Siro. Dopo la gara arrivò il presidente Berlusconi negli spogliatoio per farci i complimenti. Una grande soddisfazione se penso che mio padre a 12 anni mi portava a Milano a vedere le partite. Questo anno poi ho giocato a San Siro da titolare… Che dire, la pelle d’oca.
Non possiamo non parlare del Sassuolo delle meraviglie. Qual è il tuo parere professionale sui Neroverdi?
È una realtà splendida. Ottima società, ottimi dirigenti, squadra forte, ambiente sereno…C’è tutto per fare bene. Se io fossi un giocatore che la società osserva con interesse penso che guarderei con molto favore alla realtà sassolese.
Quindi, dovessero eventualmente i Neroverdi arrivare in serie A gradiresti la scelta?
Magari. La società è splendida. Forse tra le prime 10 in serie A, non in serie B.
Un sassolese al Sassuolo Calcio. In serie A. Lo sai che diventeresti un simbolo?
Sarebbe fantastico. Poi conosco già molti giocatori in squadra. Detto questo però nel calcio non si sa mai, un giorno qui e l’altro chissà dove.
Gianni contro Kakà
Gianni contrasta Kakà
Insisto: contatti a livello societario e ne sono stati?
Così per parlare. So che piaccio al direttore sportivo, ma finora niente di più. Per ora a Sassuolo ci torno una volta al mese per ritrovare famiglia e amici, qui sto sempre bene, nessuno mi stressa, e ho modo di ricaricare le batterie.
Senti la pressione? Subisci l’immagine del calciatore?
Che vuoi che ti dica…soldi, donne, celebrità, per me quella è l’immagine di pochi campioni. Personalmente conduco una vita abbastanza semplice, frequento poco locali e discoteche, e i miei amici sono quelli di sempre, non mi concedo nessun particolare lusso. Mi rendo conto che quella del calcio è solo una parentesi nella mia vita, finito tutto uno viene giudicato per la persona che è.
Non mi dirai che la cosa ti ostacola.
Chiaramente non posso dire che con le ragazze non aiuta. Quanto alla celebrità ripeto che per me riguarda quei pochi nomi davvero famosi. Personalmente non ho amicizie tra i Vip, e non ho nemmeno un particolare interesse al riguardo. Mi basta poter affrontare sul campo campioni di livello mondiale.
Avversario e compagno di squadra più forti in assoluto?
Tra quelli che hanno giocato con me certamente Amauri. Credo che non abbia ancora raggiunto il massimo del suo potenziale, è un giocatore fantastico. Come avversario finora direi Ibrahimovic, senza dubbio.
Per ogni calciatore la serie A è il punto di arrivo. Quali sono da qui in avanti i tuoi obiettivi professionali? Quali i tuoi sogni?
Ora sono un professionista, ma non posso essere considerato un campione. Quelli sono Kakà, Ronaldinho… Io cerco di dare sempre il massimo per cercare di star bene con me stesso. Credo che nel calcio la difficoltà non sia tanto arrivare  quanto rimanere a certi livelli. Quando poi ti ritrovi a giocare con giocatori che hanno i tuoi stessi obiettivi, che magari hanno famiglia e che fanno di tutto per rubarti il posto capisci che non puoi mollare un attimo. Se poi devo sognare ti posso dire che sarebbe fantastico poter indossare la maglia della nazionale. Mi rendo conto che è difficilissimo, ma non si sa mai…metti che riesco a centrare 1 o 2 stagioni buone…



Commenti
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Beppe  - Vai Giannone   |2009-01-22 05:06:47
Grande Gianni, orgoglio cittadino!
forza sassuolo!   |2009-01-22 07:39:13
bella intervista!
bravi!
;-)
Cassandra  - ma dai...   |2009-01-25 09:11:18
Oh, ma se il Sassolino portasse bene???


Munari due gol!!!!!!!!!!!!!!


gabriele  - Grazie Sassuolo     |2009-02-07 08:29:00
Ringrazio a nome di Lecce la città di Sassuolo per averci dato un bravo ragazzo
e un ottimo calciatore che arriverà in Nazionale.....grande Gianni!

Gabriele
Giulia   |2010-01-11 14:13:01
Grandioso Gianni!
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