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Comunità gioiosa, altri più perplessi Stampa E-mail
Scritto da Marcello Micheloni   
martedì 16 dicembre 2008

Don Luca Ferrari (foto da www.giovaniericonciliazione.org)
Don Luca Ferrari
Cinque comunità sassolesi hanno aderito, in questi anni, a Familiaris Consortio, il Movimento nato dall’opera di don Pietro Margini e che ora vede tra i riferimenti don Luca Ferrari, sacerdote che a Pontenuovo ricordano bene.
Ma come vivono i membri di questa comunità? Perché lo fanno? E come la pensano coloro che vedono figli o fratelli scegliere questa strada?

A seguire, anche la possibilità di scaricare una tesi di laurea approfondita sul Movimento.

Vicinanza e distanza. Ci sentiamo di sintetizzare così, in due opposti, il tentativo di raccontare quello che accade nelle comunità legate al movimento Familiaris Consortio (www.familiarisconsortio.org ), che molto spesso a Sassuolo, e quindi sulla copertina del nostro ultimo numero, viene identificato come “quello di don Luca”.
Di certo c’è, tra gli aderenti al movimento, una vicinanza spirituale, di intenti e per certi versi fisica fuori discussione.
Ma poco fuori da esso, al contempo, c’è una certa distanza, innanzitutto comunicativa, nel senso che a Sassuolo tanti ne discutono senza saperne un granché, un po’ per pudore perché per troppe cose restiamo un paesotto di provincia che sembra abbia paura di andare oltre certe barriere, un po’ perché qui si parla anche di scelte radicali che per forza di cose tendono a creare distanza. E non ultimo, nell’opinione di molti, perché lo stesso Movimento per sua costituzione tende a rimanere lontano dal resto del mondo.
Nelle righe che seguono non si ha certo la pretesa di dare un quadro esaustivo della questione. Anzi. La cosa è articolata e inoltre riguarda lo spirito delle persone, questione che più intima non si può.
Il nostro obiettivo è piuttosto quello di dare qualche elemento in più al lettore, qualche riferimento, affinché egli si possa fare un’idea autonoma. Che è sempre il primo passo per colmare una distanza. Cosa importante in situazioni del genere, dove si respira tanta gioia da una parte (all’interno del Movimento) contrapposta però a diverse tristezze dall’altra (all’esterno di esso).

La mappa delle comunità del MovimentoCOS'E' IL MOVIMENTO
Familiaris Consortio è un movimento ecclesiale. E’ legato a Sassuolo perché è indiscutibilmente intrecciato con un sacerdote, don Luca Ferrari, che dal 1992 al 2001 è stato curato presso la SS.Consolata. Una figura carismatica, che viene ricordata e frequentata ancora da molti nostri concittadini.
Il Movimento riunisce sia laici che chierici.
Al suo interno c’è una grande comunità di famiglie, l’Associazione mariana Comunità delle Beatitudini, di cui don Luca è assistente spirituale. L’Associazione (una sorta di “grande comunità”) riunisce 36 “piccole comunità”, a loro volta costituite da 3-6 famiglie ciascuna, solitamente con un numero importante di figli, dislocate tra le province di Modena e Reggio (vedi cartina a fianco, ndr). 5 di queste comunità hanno avuto origine a Sassuolo.
Nel Movimento c’è anche un’Associazione di Chierici, oggi composta da 11 sacerdoti diocesani, 4 diaconi in cammino verso il sacerdozio e 4 giovani in formazione. Don Luca ne è Responsabile. Presso la Parrocchia di San Francesco da Paola (quella dell’Ospizio di Reggio, di cui lo stesso don Luca è parroco) c’è l’unica esperienza di comunità residenziale di sacerdoti dell’associazione. Tra l’altro, l’Associazione di Chierici è stata riconosciuta dal Vescovo proprio l’8 dicembre scorso.
Uno spazio fondamentale all’interno di Familiaris Consortio l’ha anche il Movimento Giovani. Qui, per motivi di spazio e per i legami che ha con Sassuolo, affronteremo soprattutto, però, l’Associazione di Famiglie “Comunità delle Beatitudini”.

ORIGINI
Il Movimento ha origini ormai lontane: nasce dall’opera di don Pietro Margini (tra l’altro, secondo sua stessa testimonianza, miracolato per intervento della Madonna durante una grave malattia nel 1944), prima curato a Correggio dove già nel ’57 nacquero le prime comunità famigliari e poi parroco a Sant’Ilario d’Enza dal 60’ al ’90. E’ proprio nel paese reggiano dove ancora oggi si registra il maggior numero di piccole comunità famigliari: ben 28.
Dopo la morte di don Pietro nel 1990, si ritrovarono due testamenti spirituali, come ci spiega don Sergio Billi, sassolese, oggi diacono presso la casa di formazione dell’Ospizio: “Uno dei testamenti fu lasciato alla parrocchia e uno al Movimento. Passaggio decisivo per approfondire la coscienza che le comunità delle famiglie fossero sì nate all’interno della parrocchia ma che avessero vita autonoma.” Da qui una presa di coscienza importante, che ha portato ad un percorso interno ed infine al riconoscimento dell’Associazione di Famiglie da parte della Curia nel 2006 (quindi prima della successiva Associazione di Chierici).

COME VIVONO E PERCHE'
Premessa: esulando un attimo da questo contesto, è noto come possano essere tanti i motivi che spingono una persona alla scelta di vita comunitaria. E non sono solo motivi legati alla religione: basti pensare alle tante esperienze dei sessantottini, ad esempio. Ogni esperienza ha le proprie peculiarità.
Per quanto riguarda la Comunità delle Beatitudini ne abbiamo parlato con Stefano Zanni, 39nne sassolese, vicario della grande comunità, membro di uno dei cinque piccoli nuclei sassolesi: “Siamo stati la seconda comunità in paese, 8 anni fa.” Stefano adesso vive con la famiglia a Reggio, ma continua a far parte a tutti gli effetti della comunità sassolese: la vicinanza fisica non è assolutamente requisito necessario. E’ probabile (anzi, per tante famiglie di Sant’Ilario, ad esempio, è certo) che altri piccoli nuclei abbiano deciso di condividere anche una chiara vicinanza fisica, ma ogni comunità decide da sé. La comunanza è innanzitutto spirituale. Ma da dove nasce questa esigenza? “Da una chiamata, da una vocazione - spiega Stefano -  Ho sempre vissuto in parrocchia. A Pontenuovo c’erano anche gli scout: già in quel percorso feci diverse esperienze di vita comunitaria. Sono sempre rimasto affascinato da un desiderio, quello di avere amici per tutta la vita: cioè avere qualcuno che condividesse il mio stesso desiderio per aiutarci, custodirci e crescere questa amicizia.” In sintonia con Manuela, che sarebbe diventata sua moglie, ha così cominciato a guardarsi intorno per capire se ci fosse qualcosa che si avvicinasse a quella loro vocazione. E l’hanno trovata nello stile di altre famiglie durante momenti di vita condivisa, magari tra giovani o scout. E così hanno cominciato ad entrare in contatto con aderenti al Movimento. Don Luca nel frattempo era già a Pontenuovo, ma Stefano racconta come non avesse mai percepito il legame che ci fosse tra il curato e la comunità. Comunque, ecco che Stefano e Manuela fondano assieme ad altre famiglie “la comunità Chiesa sposa di Cristo cercando di vivere il mistero del nome che portiamo e cercando di comprendere qual è il nostro posto nella Chiesa.”

Stefano Zanni e don Sergio Billi del Movimento
Stefano Zanni e don Sergio Billi
La grande comunità ha una Regola che vale come riferimento per tutte le piccole, ma ogni piccola comunità ne ha una particolare “declinata secondo la propria spiritualità. Ad esempio: la Regola parla di vita accompagnata da preghiera costante, ma nessuno ti dice quanto devi pregare.” Le famiglie della comunità di Stefano hanno deciso di incontrarsi una volta alla settimana per pregare e ragionare su tutto quello che accade. “Poi c’è comunque una quotidianità più spicciola. Ad esempio quando i figli erano piccoli le mogli che non lavoravano si vedevano spesso durante il giorno per aiutarsi.” Ogni anno, una settimana viene dedicata ad un periodo di vacanza comune. E per quanto riguarda la condivisione dei beni? “Posso parlare per la mia comunità: si parla di condivisione, di comunione in generale. Non c’è un livello da raggiungere, ma una direzione da prendere. Tra gli altri nuclei c’è di sicuro chi avrà deciso di aiutarsi anche attraverso una forma economica concreta. Noi, nella nostra piccola comunità abbiamo aperto un conto corrente che gestisce una persona, nato per fare delle cose insieme (la settimana di vacanza, ndr), senza mettere in difficoltà nessuno, senza che gli altri sappiano quanto uno riesce o vuole versare.”
Ma cosa ne pensa, Stefano, dei cristiani che non vivono in comunità? Come ci si rapporta? “La vita comunitaria risulta essere una palestra per imparare a volere bene ad altre persone. Il fatto di aver scelto la vita comunitaria non è una scelta di esclusione di altre persone, ma è il modo migliore per imparare a dilatare il cuore verso gli altri.”

REALTA' CHE SI INTRECCIANO
Altre realtà organizzate si intrecciano in qualche modo al Movimento. Non con legami ufficiali, beninteso, ma in un paio di ambienti in particolare si ritrovano nomi del Movimento: don Luca Ferrari, ad esempio, è un punto di riferimento di Giovani e Riconciliazione (www.giovaniericonciliazione.org ), gruppo nato dopo la Giornata Mondiale della gioventù del 2000. Stefano Zanni è invece vice presidente della Fondazione Incendo (www.fondazioneincendo.org ), dal latino "fare ardere", realtà con sede a Sassuolo che nasce nel 2000 da un grande desiderio “di portare il Vangelo ai giovani anche con mezzi di comunicazione moderna. La Chiesa è ricchissima di contenuti, ma stava un po’ perdendo il treno di internet.” La fondazione è legata a Claudio Costi, il ragazzo sassolese scomparso nel 1992. Si legge sul sito: “Nel 1992 la Parrocchia della SS. Consolata è segnata dalla scomparsa del diciottenne Claudio. Da questo evento doloroso ha inizio una storia di Grazia che intesse un cammino intenso di fede vissuta e condivisa. Muovendo dalla consapevolezza che i doni ricevuti nell'esperienza della vita cristiana richiedono di essere trasmessi, e con l'intento di onorare la memoria del nostro amico, il 22 gennaio 2002 viene costituita a Sassuolo Fondazione Incendo. Il 25 agosto dello stesso anno la fondazione ottiene il riconoscimento giuridico nazionale.”
Alberto, il fratello di Claudio, è il presidente della Fondazione. “La sua e altre famiglie - ci spiega Zanni - hanno deciso di erogare il patrimonio iniziale.”

TRISTEZZA E "TESI"
Prima si parlava di tristezza. Tra alcuni parenti, amici e conoscenti delle persone che hanno scelto la vita comunitaria ne abbiamo trovata parecchia. A volte fino alle lacrime. Sia chiaro: abbiamo incontrato anche chi appoggia o quantomeno rispetta la scelta del fratello o figlio che sia. Ma sono più le perplessità che le convinzioni. Esempi? C’è chi ci ha detto (richiedendo un anonimato che vogliamo rispettare per via dei legami famigliari o amicali coi membri della comunità) “non sappiamo niente di come vivono”, c’è chi ritiene che “l’influenza dei loro leader spirituali è troppo forte, soprattutto per personalità deboli, al punto da creare forti condizionamenti”, c’è chi, più ‘semplicemente’, ci ha detto che “è scelta legittima vivere in comunità, ma costringere anche i propri figli, ancora inconsapevoli, a fare quel tipo di vita lo è un po’ meno”. Opinioni che nascono, come tanti sostengono, da “una situazione di distanza e chiusura che percepiamo da parte del movimento verso l’esterno”. Il tutto, il più delle volte, dall’humus della parrocchia di Pontenuovo, molto spesso già autoreferenziale di per sé.
Concetti in contrasto da quanto dicono nel Movimento e che si ritrovano anche girando per Sant’Ilario, paese di 9mila anime, dove l’arrivo nel 1960 di don Pietro e delle prime comunità da Correggio creò attriti tosti. Veri. Un piccolo paese, una parrocchia, un prete con forte personalità amato fino al midollo da taluni e discusso senza mezzi termini da altri. E la vicinanza fisica e quotidiana con chi non la pensava come te.
Oggi anche a Sant’Ilario la situazione è meno tesa rispetto ad una volta, ma c’è ancora chi chiama quelli di don Pietro “i correggesi”, quasi a voler sottolineare il fatto che in fondo si è sempre trattato di una comunità separata. Anche qui occorre intendersi: nessuno di coloro con i quali abbiamo parlato a Sant’Ilario sostiene che queste persone facciano del male. Però, allo stesso tempo, nessuno nega gli attriti, le distanze. Le chiusure. In paese esistono scuole di ogni grado nate su iniziativa dei membri del Movimento. Non pochi credenti, tra l’altro, lasciarono la parrocchia per divergenze con don Pietro, per poi riavvicinarcisi solo dopo la sua morte e l’avvento di un nuovo parroco.
Una buona parte delle 28 piccole comunità di Sant’Ilario vive nello stesso quartiere. In quel seggio elettorale sono stati numerosissimi i voti per la lista di Giuliano Ferrara alle ultime politiche. Per quanto riguarda le amministrative, invece, dopo la scomparsa della DC, buona parte del Movimento ha fatto riferimento ad una sorta di lista civica (Via Emilia) nata più o meno da propri aderenti.
L’argomento comunità resta al’ordine del giorno nel paesino reggiano, tanto che esistono tesi di laurea che cercano di comprenderlo e che non è difficile reperire tra la stessa gente.
Don Fabrizio Rinaldi è un giovane sacerdote della Diocesi di Modena-Nonantola che nel 2003 ha concluso il Baccalaureato con una tesi dal titolo Movimento mariano di famiglie “Comunità delle beatitudini” (clicca qui per scaricare rapidamente la tesi, in file pdf): tentativo di discernimento pastorale ed ecclesiologico. Nello scritto, Rinaldi si muove con abilità nel tentativo “di individuare ed evidenziare i punti principali attorno ai quali ruota la proposta del movimento; analizzare poi questi aspetti nel duplice confronto con la cultura italiana e con le indicazioni magisteriali circa la ecclesialità di una associazione.” Insomma: ragiona su come sta il movimento all’interno della Chiesa ma anche come esso si rapporta con la società. Senza paraocchi: nelle pagine si ritrovano sia quelli che secondo Rinaldi sono i principali aspetti positivi del Movimento ma anche “i principali rischi ed errori che sono stati riscontrati”. Occorre ricordare che dal 2003 ad oggi sono accadute tante cose e che sicuramente ci sono stati cambiamenti all’interno del Movimento dei quali codesta tesi non può avere tenuto conto. Ma come ci dice lo stesso autore “il valore della tesi, oggi, è soprattutto quello di mettere in luce alcuni punti dell’impianto formativo del Movimento, che si è mantenuto pressoché stabile nel tempo”.
Da parte nostra è stato interessante notare come molte delle domande che si pone don Rinaldi siano poi quelle che si pongono, in maniera più terra terra, le persone interpellate sia a Sassuolo che a Sant’Ilario: in alcuni capitoli della tesi si affronta la questione della presunta (per alcuni) elitarietà delle comunità, del “rischio di separazione dal mondo”, si riflette su quella che molti hanno descritto come una “visione negativa” della sessualità, e ancora, (si parla sempre di presunte questioni) sulla dipendenza dalle figure di riferimento spesso accompagnata da pressione sulle scelte di vita, sul clima di segretezza, sull’utilizzo di ideali elevati come rifugio, sulla povertà proclamata e uno stile di vita ricco, sulla svalutazione di sacerdoti estranei al movimento.
Rinaldi affronta tutte queste faccende senza pregiudizi, riportando per ogni passaggio l’opinione critica di è esterno alla comunità e quella a sostegno di coloro che invece ne fanno parte. Rilievi e pregi sono riassunti in forma ragionata anche nelle conclusioni.
Tutto questo materiale è di facile accesso e comprensione: la tesi è depositata presso lo Studio Teologico Interdiocesano di Reggio Emilia. Ma vista la qualità e l’utilità del lavoro, abbiamo deciso di contribuire a metterla a disposizione di tutti (la tesi si può scaricare anche cliccando qui ).

CI PERMETTIAMO
Ci permettiamo di chiudere questo articolo consigliando vivamente di cercare di approfondire la questione. Ripetiamo: in questo caso come mai, ci pare che la cosa più importante sia che ognuno abbia più elementi possibili per poter giudicare in autonomia. Primo, perché quando si parla di spiritualità, alla fine la scelta e il giudizio partono sempre da sé. Secondo, perché informarsi aiuta a colmare le distanze.

Noi faremo lo stesso. Probabilmente (anzi, quasi di sicuro) sarà il caso di riparlarne anche sul prossimo numero. Vedremo in che forma.



Commenti
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pierpa (the original)   |2008-12-16 11:38:02
Consiglio vivamente a tutti la Tesi che si può scaricare dall'articolo: è molto
bella. Complimenti a Don Rinaldi per il lavoro fatto.
Giovanni  - un pò di rabbia   |2008-12-18 10:43:25
Io conosco alcuni amici del movimento e la descrizione dell'articolo non
risponde alla realtà. Mi pare che il punto di vista dell'autore sia tutt'altro
che imparziale e riporta più giudizi che informazioni. E' la stessa minestra che
si sente nei bar da 10 o forse 40 anni. Chi vuol davvero capire non legga questo
articolo, ma chieda di persona agli interessati, si confronti con loro,
approfondisca anche cosa ne pensa la Chiesa locale, il Vescovo e il suo
ausiliare. Mi è venuto il disgusto a leggere questo articolo...
vitus  - Disgusto?   |2008-12-24 08:25:33
Giovanni, le è venuto il DISGUSTO a leggere questo articolo? Il disgusto? Ma
perché? E' una parola importante!!! ieri ho parlato dela comunità a lungo con
alcuni amici, alcuni dei quali la chiamano setta e altri invece la capiscono un
po' di più, ma nessuno era disgustato... Si parlava: ha presente? Forse dà
fastidio, dà disgusto che si parli si un argomento di cui qui a Sassuolo non si
ha mai il coraggio di parlare? (tra l'altro, di quante cose qui a Sassuolo non
si ha il coraggio di parlare? e quante di Pontenuovo?)

Boh, due anni fa mi
ricordo un paio di persone che erano uscite dala comunità... Ne conosco altre
che invece si sono fatte sposare da don Luca. Con tutte queste ho parlato, ma
parlare di disgusto per questo articolo a me fa ridere.

HO STAMPATO LA TESI
DI DON RINALDI: COMPLIMENTI.
LA CONSIGLIO A TUTTI, ALTROCHE'
DISGUSTO.

Vitus,
vecchio cuore liberale (che si disgusta per gli
illiberali, spesso religiosi )
Giorgio P.  - ricevuti   |2008-12-24 08:28:56
Egregio Signor Giovanni, magari mi ricevessro il Vescovo o il suo Ausliario,
magari fosse possibile in questa città parlarne con un prete! lei ce la fa? a me
non mi ricevono...
Che strano...

Io soffro per questa cosa, cerchi di
rispettare chi soffre oppure conta poco e non riesce a farsi ricevre perché
credo che si deve contare per farsi ricevere.
Mauro  - grazie   |2008-12-18 11:06:38
Bel lavoro, non ne sapevo tanto.
Endriu  - rabbia?   |2008-12-18 12:16:05
A mio parere invece l'articolo è molto obiettivo.
Spero davvero che l'argomento
si possa approfondire anche se la chiusura verso l'esterno dei membri di questa
setta, perchè a mio avviso di setta si tratta, è difficile da scardinare.
Il
Vangelo insegna a vivere la comunità, non a isolarsi chiudendosi a riccio nei
confronti di chi non la pensa come noi.

Davvero complimenti alla redazione per
gli ultimi temi trattati.
Anonimo  - re: un pò di rabbia   |2008-12-19 04:28:39
Caro Giovanni, la sua risposta mi pare tipica della mentalità del
movimento. Anch'io conosco "alcuni amici del movimento"...... Anzi
a dirla tutta non li conosco più perché ci siamo allontanati. Col
cavolo che qui è la stessa minestra perchè era ora che si
parlasse dell'argomento in questo paese......
Abbiamo paura di
tutto!!!! parliamone, parliamone e parliamone...
Faccio i complimenti
all'autore della tesi e resto ottimista perchè da creente vedo che c'è
ancora gente all'interno della Chiesa con spirito libero e
costruttivo.

Ma quale stessa minestra??????? Abito a Pontenuovo dda
20 anni, non ne parla nessuno se non tra le righe. Ma di cosa
abbiamo paura?????????????????????????????????????

Lore nzo, 50
anni, Sassuolo


Giovanni ha scritto:
Io conosco alcuni amici del movimento e la descrizione dell'articolo non
risponde alla realtà. Mi pare che il punto di vista dell'autore sia
tutt'altro che imparziale e riporta più giudizi che informazioni. E' la
stessa minestra che si sente nei bar da 10 o forse 40 anni. Chi vuol
davvero capire non legga questo articolo, ma chieda di persona agli
interessati, si confronti con loro, approfondisca anche cosa ne pensa
la Chiesa locale, il Vescovo e il suo ausiliare. Mi è venuto il
disgusto a leggere questo articolo...
william  - LA FIERA DELL'EST   |2008-12-21 15:37:19
Io vorrei far notare una cosa: viviamo tutti in mondi separati e questa vicenda
ne è un esempio.
Leggo qui nei commenti, cristiani che criticano quelli del
Movimento, come del resto fa Don Rinaldi nella sua tesi (che è ben fatta).
Quelli del movimento a loro volta,se hanno scelto un tipo dio vita diverso, in
qualche modo criticano gli stessi cristiani. Ed entrambi concorderanno nel
criticare i musulmani. E tutti e tre (cristiani, movimentisti, musulmani)
concorderanno nel criticare gli atei.
E per non parlare dei cari atei, che a
loro volta criticano i cristiani (avete presente le polemiche sull'ingerenza
della Chiesa?) che a loto volta criticano i movimentisti, che criticano i
musulmani... (sembra LA FIERA DELL'EST di Branduardi).

C'è differenza tra la
FIERA DELL'EST e la DEMOCRAZIA?

WILLIAM da Fiorano Modenese
Anonimo   |2008-12-22 05:08:08
Riflessioni sul vs.articolo da chi non si è fermata troppo a farsi inutili
domande ma ha ricevuto nei fatti solo del bene.
VICINANZA E DISTANZA - nulla di
nuovo davanti a proposte esigenti e radicali, aggiungerei stupore e
meraviglia.

TENTATIVO DI COLMARE UNA DISTANZA - forse è inevitabile,ci sarà
sempre, sarebbe peggio affrontare l'indifferenza che non pone domande o non fa
SANE critiche.

TRISTEZZA E LACRIME perche' i figli o chiunque decide di
spendere la sua vita cercando di amare Cristo e la Sua Chiesa?Meglio vedere i
ns. giovani vagare senza meta o su strade che portano quantomeno alla morte del
cuore?

NON SAPPIAMO NIENTE DI COME VIVONO - Tutto è alla luce del sole, pur non
appartenendo al Mov. ma nutrendo una grande stima e voglia di conoscere, non ho
dubbi che questa e' un'emerita bugia.
Ogni passo del Movimento è stato
annunciato e condiviso sia nelle comunità di famiglie che nella C. dei Sacedoti


FORTI CONDIZIONAMENTI, COSTRINGERE I PROPRI FIGLI-troppo facile liquidare così
un argomento che invita prima ad una profonda riflessione.

RISCHIO DI
SEPARAZIONE DAL MONDO - dovrebbero vivere in un altro pianeta!
Li ho visti
impastati col mondo, con le parrocchie, la città, in ogni situazione religiosa o
civile che fosse.

VISIONE NEGATIVA DELLA SESSUALITA'-
o piuttosto riportare
questo argomento ad un'alta dignità?-Chi parla oggi di rispetto e delicatezza,
attesa e silenzio, desiderio e dono di se, di perseveranza e sacrificio per un
bene piu' grande?....forse è meglio il fai da te? o la tv.o quant'altro? o il
mio istinto?

CLIMA DI SEGRETEZZA - o piuttosto profondo rispetto per le scelte
di ognuno - La chiesa è una madre amorevole ma anche esigente ci indica la
strada a cui si arriva per vie diverse e in tempi e modi diversi,ma ci richiama
alla sincerià del cuore quando sbagliamo.

UTILIZZO DI IDEALI ELEVATI - Meglio
la mediocrità? Quanto bisogno hanno i ns. giovani di qualcuno che indichi loro a
guardare in alto e di dar loro gli strumenti per arrivare in Alto.Non si arriva
sulla vetta senza fatica e adeguata attrezzatura - ma quando sei
lassu........

SVALUTAZIONE DI SACERDOTI NON APPARTENENTI AL mOV. - è una
provocazione o un po' d'invidia?

Certo non è più consuetudine vedere la fila
davanti al confessionale , questo o e' uno stregone o un uomo profondamente
legato a Gesu Cristo.
Giudichiamo queste ispirazioni dello Spirito, che soffia
dove vuole, dal bene che propone e non solamente dai limiti che ogni essere
umano e ogni cosa da lui gestita ha inevitabilmente.
mamma over 60
Enrico  - Chiesa VS Chiesa   |2008-12-22 07:23:24
Che bello vedere cattolici discutere contro cattolici.

Così finalmente qualcuno si porrà qualche domanda, del tipo che la
fede è molto delicata e vanno rispettate quelle di tutti.

Alleluja.
Anonimo   |2008-12-22 10:38:16
Molto bello questo articolo scritto in modo obiettivo e intelligente.Finalmente
sono riuscita a capire qualcosa di questa "associazione"perchè quando ho
chesto informazioni a parrocchiani di Pontenuovo mi Hanno detto:.Sorridendo ho
pensato" forse sono iscritti a una anoima omicidi!>.Io sono credente
praticante ma frequento un^altra parrocchia e grazie a Dio voglio mantenere il
mio senso critico e quello che non sopporto sono i misteri,il voler
insabbiare, nascondere gli avvenimenti. Daltra parte perchè stupirmi visto il
silenzio assoluto del passato su fatti ben più gravi.
spirito  - per me non c'è spazio?   |2008-12-22 14:22:41
marco sassuolo   |2008-12-23 17:15:23
viva il sassolino!
queste inchieste sono come manna dal cielo !!!
grazie!
Anonimo   |2008-12-25 16:48:07
Bravissimi! bravissimi!Avete trattato un agomento "Tabù" del tipo "
io non vedo, io non sento, io non parlo".
Certe persone,generalmente
bigotte e con il prosciutto sopra gli occhi,quando sono chiamate in causa, si
difendono accusando gli altri di essere
parziali e
disgustosi!
Sicuramente,l'autore dell'articolo si è documentato siò che ha
scritto! Ed io premetto che sono credente! Tenere gli occhi spalancati è un
diritto ma anche un dovere per tutti.
un genitore  - A proposito di condizionamenti...   |2009-01-01 08:26:01
A proposito di condizionamento dei figli aggiungerei che è nella loro tecnica
abbordare i minori intorno ai 16-17 anni specialmente quelli dal carattere più
malleabile, e tramite la famosa "direzione spirituale" indebolire al
massimo la loro capacità critica e decisionale, rendendoli insicuri, chiusi,poco
sereni: praticamente sottomessi. Quando poi i genitori si accorgono di questo
purtroppo è tardi perchè nel frattempo sono diventati maggiorenni e così
incoraggiati a rivendicare la loro autonomia!
Un consiglio: tenete gli occhi
aperti finchè siete in tempo!
Anonimo   |2009-01-09 05:27:26
sono di S.Ilario, navigando sono capitata ...a Sassuolo.
.
PER IL
GENITORE:
Ho due figli 18 e 15 anni,mi pare che i ns figli in questa società ne
ricevano parecchi di condizionamenti. Se scelgono di andare contro
corrente..bè..sono da ammirare.
Magari i miei figli decidessero di dedicare la
propria vita ad un ideale, invece di seguire il nulla che gli viene proposto
dalla nostra società.
Che condizionamenti negativi possono
ricevere: volersi
bene, avere amici fedeli, fare una famiglia cristiana..
Cercate di andare
oltre, ascoltateli forse vi sorprenderanno e troverete qualcosa che state
cercando pure voi.
Per il resto...sui correggesi,cesolani,cinesi bianchi ecc
qui a S.Ilario ne ho sentite di tutti i colori. Ma io ho ricevuto tanto da loro
e da Don Pietro è vero che le Sue Proposte erano e sono esigenti..e forse sono
destinate solo a certe persone non a tutti bè e allora? Quale problema c'è?

Guardiamoci dentro,nel rispetto grande della libertà di ognuno, riavviciniamo
amici della Comunità e confrontiamoci. Se siamo sereni con noi stessi cosa potrà
accadere mai di strano.
Un caro saluto a tutti, che il 2009 porti serenità nel
cuore di tutti e forza e coraggio in chi fa scelte non facili da capire...ma
almeno le fa!!
Paolo  - Il problema è che è semplicemente non evangelico   |2011-12-05 16:20:09
Se le proposte ESIGENTI di don Pietro non sono per tutti semplicemente non sono
evangeliche. W le proposte esigenti! Ma per tutti, e il vangelo è per tutti
robby  - che schifo   |2012-07-25 10:47:18
....avrei scommesso che eri di S. Ilario...ma sarà semplicemente un
caso....
Comunque a mia figlia è successa la stessa cosa e devo proprio dirti
che lo hanno fatto im modo SCHIFOSO!!! Mi fanno schifo!!! Chiamarla setta non è
abbastanza, mi meraviglio che li abbiano riconosciuti come movimento (l'unico
movimento che mi provocano è...di stomaco!). Vanno eliminati, come tutti i mali.
robby  - che schifo   |2012-07-25 10:51:22
Ci avrei scommesso che eri di S. Ilario...
...ci hanno provato anche con mia
figlia...mi fanno SCHIFO!!!
Sono da eliminare, come tutti i mali, altrimenti
perdiamo il senso vero del Credere. Sono tutti giovani, vadano a lavorare
anzichè campare con i quattrini della Vera Chiesa, cioè con i nostri quattrini
(e ti garantisco che fanno una gran bella vita...)
Anonimo   |2009-01-05 05:26:46
W Gesù
lorenza   |2009-01-06 03:27:44
Io voglio congratularmi con il genitore che ha scritto:A proposito dei
condizionamenti!E' proprio così,è verissimo! I nostri figli dobbiamo proteggerli
da tutto e da tutti! Bisogna guardarsi dalle persone a contatto con le giovani
menti dotate di troppo carisma e fascino su argomenti di notevole importanza.
OSANNA   |2009-01-07 14:40:43
COLGO L'OCCOSIONE PER FARE TANTISSIMI AUGURI DI BUON ANNO A QUESTA INTERESSANTE
SQUADRA DEL SASSOLINO!
CONTINUATE A LAVORARE COSI'
UN'ASSIDUA VS. LETTRICE
enrico     |2009-01-26 04:44:10
vien da ridere a vederli adesso certi articoli, quando nel 2000 se ne parlava e
si criticava anche aspramente portatili, regalie e altre "strane"
circostanze relative alla figura di Don Luca nessuno alzò fiato o mosse
dito...Eppure che a Sassuolo fu fatto un tentativo per "ecumenizzare"
(magari senza volerlo magari no..fatto sta che ci fu) una decina di famiglie,
particolarmente benestanti e legate ad alcuni gruppi ceramici, che ruotavano
intorno alla parrocchia della consolata...nessuno dico nessuno volle
approfondire...così come delle leggendarie riunioni interfamigliari per decidere
chi votare...
Il vangelo credo sia molto diverso da un opera politico-sociale, e
la dimensione comunitaria se non è controllata adeguatamente, rischia di
allontanarsi decisamente dalla spirito di comunione per avvicinarsi
all'interesse comune...
quelli di don luca  - risposte   |2009-02-23 16:15:43
cosa dà così fastidio del vivere "la comunità nella comunità della
chiesa"? a me sembra che tanti commenti siano dettati da una forte acidità,
piuttosto che da un sincero interesse per capire quali siano le nostre scelte,
reggio, sassuolo..sant'ilario,new york!!
nessuno ha mai negato a chi ha chiesto
direttamente una risposta chiara e sincera...
Valerio   |2014-08-03 23:37:09
Quelli di don Luca ??? Avete già detto tutto con il nome che usate per
rispondere !!! Parlate ragionate gesticolate come lui !!!! Avete perso la vostra
persona !!!!
chiara   |2009-01-27 15:57:59
In modo sincero vorrei chiedere di evitare di criticare Micheloni per come
avrebbe gestito il così criticato articolo sulla comunità formatasi in quei di
RE. Da più parti ho sentito dire che "quelli di Pontenuovo" non hanno
gradito...Micheloni (che peraltro conosco bene ed è un ragazzo di una bontà
disarmante e di una sensibilità estrema) non vi ha nè raggirato nè falsificato
la vostra realtà!Nell'articolo è stato detto e ripetuto che la Chiesa ha
approvato la vostra comunità; questo è ciò a cui voi tenevate di più per far
capire agli altri che non siete una setta ma un movimento operante all'interno
della Chiesa cattolica. Questo l'abbiamo capito!
Il punto forse è un altro: vi
aspettavate che tanti avessero "capito", "accolto" la vostra
scielta ma in realtà non è così!Quello che alla vostra comunità sembra normale e
bello non lo è per tutti, e nemmeno è detto che così bello e buono lo sia poi
davvero! Spiacenti.
Da giovane mamma, cattolica convinta e praticante penso
alle vostre famiglie, che in mezzo ai tanti guazzabugli e affanni della vita
potrebbero gustarsi l'amore di figli e nipoti e invece vi vedono scappare così.
Ragazzi, i genitori non sono solo un sostegno per le famiglie nascenti, ma hanno
bisogno a loro volta di essere sostenuti e aiutati. E la vicinanza se è
possibile dovrebbe essere anche fisica. E' il normale ciclo della vita...ma voi
deve siete?A vivere con gli amici, aiutarvi tra voi coppie giovani, e
dimenticavo, a seguire Don Luca.
Non volevo dare giudizi, e forse l'ho fatto,
ma avevo voglia di dire la mia.
Ma temo che voi non siate nemmeno toccati dai
tanti che non concordano con voi...chiudersi nel proprio gruppo dove tutti la
pensano allo stesso modo è sicuramente più facile.
Perdonatemi, ma da cattolica
quale cerco di essere pur piena di difetti, mi sento un po' urtata: "quelli
di Don Luca" li ho sempre trovati una combriccola un po' troppo elitaria per
i miei gusti.
cattolica di un'altra parrocc   |2009-01-27 16:04:53
concordo pienamente con "Enrico". Sembrano commenti un po' pesanti, ma
l'ho sempre pensato anch'io.
Francesco   |2009-01-29 13:26:38
Nessuno mette in dubbio che questa comunitò sia stata approvata dalla chiesa,
infatti è scritta in modo ben visile sul "Sassolino". Allora da
cittadino di estrazione altamente libera e democratica mi domando:"Che cosa
è che veramente vi rosica?
Non è forse il fatto che Voi di Pontenuovo davate
per scontata la cieca approvazione di tutti i cattolici?
Siete così superbi che
nessuno può parlare di determinate scelte?
Sicuramente sarà come vivere
un'esperienza appagante. a mio parere po-treste anche andare sulla
luna....
Però, accettate anche il fatto che nella chiesa c'è gente con senso
critico e per fortuna ragiona col propirio cervello.
Anonimo  - re: risposte   |2009-02-24 01:53:28
quelli di don luca ha scritto:
cosa dà così fastidio del vivere "la comunità nella comunità della
chiesa"? a me sembra che tanti commenti siano dettati da una forte
acidità, piuttosto che da un sincero interesse per capire quali siano le
nostre scelte, reggio, sassuolo..sant'ilario,new york!!
nessuno ha
mai negato a chi ha chiesto direttamente una risposta chiara e sincera...


Ma non vi rendete conto che dall'altre parte c'è chi soffre? Questo non
l'ammettete mai, non vi ci soffermate mai!
L'articolo racconta la
verità: tante familie come la mia non riescono più ad avere contatti
con i figli, ci sono delle spaccature nelle famiglie. E non raccontateci
che sia semplice parlare con voi, per l'amor di Dio...

GUARDATEVI
DENTRO RAPPORTANDOVI CON GLI ALTRI! Potete fare quello che vi pare, ma
non potete non ammettere che "dall'altra parte" c'è chi
soffre. Nessuno di voi lo considera, in questi commenti.
NESSUNO!!!!
Anonimo   |2009-08-09 08:01:40
la sofferenza fa parte del cammino. fino a che punto è giusto sacrificare la
propria felicità per la (presunta) felicità dei genitori (che spesso covano solo
una grande paura)?

ad ogni modo, abbiate un pò di fiducia nella coscienza delle
persone, anche se molto giovani...è giusto cercar di proteggere i propri figli,
ma attenzione a non metterli in prigione.

Gesù chiama a una radicalità, tutti.
quindi cerchiamo di interrogarci, TUTTI, su come viviamo la nostra fede.

ciao
ciao
Mary  - Gesù non chiama al FANATISMO   |2009-11-23 10:26:57
oh! guarda che Gesù non ha mai parlato di essere fanatici! Lui ha parlato di
amore e di fede, ma non ha mai costretto nessuno e mi sembra che abbia anche
insegnato a vedere Dio come un padre, non come un padrone, come vogliono fare
credere quelli della comunità delle beatitudini.
Chiara   |2009-11-23 12:55:54
I commenti penso che siano pi?e giusti perch?n'associazione che segue le idee di
Cristo non deve tendere all'isolamento delle persone che porta solo ad una
TREMENDA SOLITUDINE!
santillio  - verità   |2011-02-04 23:41:03
Tardiva ma cmq entusiasmante finalmente la libertà! a ormai 37 anni: libero!
Da
sant'ilario mi fa "piacere" trovare questi neanche tanto vecchi commenti
su qto successo a sassuolo xchè ripete fatti e sensazioni manifestatesi anche a
santilario...eppure anche qui nn se ne parla.
vorrei tanto che tutti coloro che
hanno sofferto o che soffrono ancora, (e ce ne sono veramente tanti) avessero il
coraggio di dire, prima a se stessi poi agli altri, quali sono gli effetti
devastanti della educazione "elitaria" di costoro.
Il signore che si
diceva disgustato conferma la maleducazione tipica di chi non accetta mai di
essere messo in discussione e diventa aggressivo. Ma nn ditegli che è chiuso...

E'molto più facile e conveniente dire che gli altri nn capiscono, non
comprendono la misura alta della proposta cristiana del movimento.
Potremmo
scrivere un libro..
Ciao a tt e grazie
Valerio  - La campana di vetro   |2014-09-02 20:37:09
Capaci solo di insabbiare le cose e non parlare mai di quello che non conviene a
loro !!!

(NOTA DI REDAZIONE:
IL RESTO DEL COMMENTO E' STATO ELIMINATO
PERCHE' CONTENENTE ACCUSE GRAVI E NON PROVATE)
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