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Mogol, Turrini e...Lucio Stampa E-mail
Scritto da Redazione   
domenica 05 ottobre 2008

ASCOLTA - Bellissimo colloquio, pieno di aneddoti, riflessioni e racconti inediti, tra il grande Giulio Rapetti, in arte (e che arte!) Mogol, e Leo Turrini, giornalista e scrittore sassolese, autore del recente “Battisti. La vita, le canzoni, il mistero”…

Per ascoltare

Il grande Mogol risponde naturalmente a domande sul suo indimenticabile amico Lucio, ricordando, tra gli altri, pure il commovente episodio dell’ultima lettera inviata a Battisti prima della sua prematura scomparsa. E poi via, tra memorie divertenti e curiose, passando da Vasco Rossi e finendo addirittura con quell’incontro in cui Bob Dylan gli disse che “di quella canzone non capiva nulla nemmeno lui”…

Il giornalista e scrittore Leo Turrini sul palco del Teatro Carani di Sassuolo con il grande Giulio Rapetti, in arte Mogol
Il giornalista e scrittore Leo Turrini sul palco del Teatro Carani di Sassuolo con il grande Giulio Rapetti, in arte Mogol


Mogol è stato omaggiato della maglia del Sassuolo Calcio (presenti il giocatore Anselmi e lo storico dirigente Morini), mentre il sindaco Pattuzzi ha consegnato al mitico paroliere il premio "Ceramica d'Oro". A fare da cornice, la "Red House Blues Band", gruppo musicale di dipendenti della Ferrari, che ha suonato tre pezzi della premiata ditta Mogol-Battisti. Il tutto si è tenuto in occasione degli “Incontri con l’autore”, appuntamento fisso delle fiere d’Ottobre al Teatro Carani di Sassuolo. Tutti gli incontri sono coordinati dal giornalista Roberto Armenia.

Mogol riceve in omaggio la maglia del Sassuolo Calcio
Per l'occasione, il difensore Anselmi e il dirigente Morini hanno regalato a Mogol la maglia del Sassuolo Calcio
 



Commenti
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Lucy  - bravo   |2008-10-06 02:20:51
Che bravo Leo, e che disponibilità il Maestro
DYLAN  - DYLAN, che suonato!   |2008-10-06 08:00:53
Mi ha fatto sorridere il racconto dell'incontro con Dylan anche perché ho sempre
immaginato il cantautore Usa come l'uomo più scorbutico del mondo, invece qui
Mogol lo descrive come molto autoironico.
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