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HANA-BI, di Takeshi Kitano Stampa E-mail
Scritto da Marcello Micheloni   
giovedì 19 giugno 2008

Hana-Bi (Hana-Bi), di Takeshi Kitano

(Giap, 1997)
Con Beat Takeshi, Kayoko Kishimoto, Ren Osugi, Susumi Terajima, Tetsu Watanabe.

Che personaggio quel gran figlio di buona donna di Takeshi Kitano: showman televisivo (ricordate i giapponesi deficienti di Mai dire Banzai? Ecco, lui era quello che li tormentava nel gioco finale), scrittore tutt’altro che banale, pittore, attore (grande in Furyo, 1983, con David Bowie). E naturalmente, viste le premesse, regista dalla forte personalità.
Ha generato un alter ego, Beat Takeshi, talmente burbero ma talmente burbero da risultare dolce, e talmente silenzioso ma talmente silenzioso da sembrare, non appena si innesca, una bomba. Ironia, imprevedibilità, violenza, ma anche sensibilità e poesia: sono gli ingredienti di Violent Cop (1989), Il silenzio sul mare (1991), Sonatine (1993) e dei più recenti ed ugualmente irresistibili L’estate di Kikujiro (1999), Brother (2000), Dolls (2002) e Zatoichi (2003).
Questo Hana-Bi (“fiori di fuoco”, ovvero “fuochi d’artificio”) non fa eccezione, tanto che è stato premiato a Venezia con il Leone d’Oro: Kishi, il protagonista, è un ex poliziotto più duro di Charles Bronson ed allo stesso tempo più leggero di una nuvola. Non credete sia possibile? Provare per credere.
Grazie Takeshi.

“… … … … …”, Nishi (Beat Takeshi/ Takeshi Kitano)

(clicca qui per vedere una scena di "Hana-Bi")



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