Numero 48, Autunno 2009 - UN NUMERO SPECIALE: con questa uscita
si chiude la prima parte della vita del "Sassolino" inteso come mensile,
mentre prosegue a pieno ritmo il portale "il Sassolino.net" (e comunque
non finirà qui!). A corredo di una mostra organizzata dalla Redazione,
ecco un numero speciale con tanti aneddoti, un racconto di Emilio
Rentocchini, il lavoro di Leo Turrini e tanto altro...Clicca sulla copertina per scaricare |
"Sto zitta: ho paura di perdere il posto" |
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Scritto da Marcello Micheloni | |||||||
venerdì 10 febbraio 2006 | |||||||
Parla una ragazza sotto contratto con una cooperativa spuria: "Non sono tutelata, non mi pagano gli infortuni". Per i sindacati la responsabilità delle imprese è forte.
Qui sotto un esempio di busta baga di un socio-lavoratore di una cooperativa destrutturata con sede a Salerno ma attiva nel distretto di Sassuolo: notare la bassissima retribuzione oraria e la voce "trasferta esente", sulla quale non vengono pagati né contributi né tasse
Un caso tra tanti: niente nomi, ovviamente, né di persona né di cooperative: “La paura di perdere il posto è troppa”, ci dicono. Un caso, si diceva, ma allucinante, in stile vero e proprio raggiro: “Quando sono arrivata in Italia – ci racconta una ragazza straniera – una cooperativa di facchinaggio mi ha proposto di firmare un contratto, senza però spiegarmi bene tutti i passaggi. Anzi, mi mettevano fretta, invogliandomi col fatto che avrei potuto cominciare a lavorare immediatamente. Poi un giorno mi sono fatta male ad un braccio lavorando. Per l’infortunio non ho visto un soldo: un mese senza percepire niente.” Approfittare dell’incolpevole ignoranza di tanti extracomunitari sembra proprio un’abitudine per queste cooperative. Ma pochi scrupoli se li fanno anche con i lavoratori italiani. Ce ne dà conferma Daniele Donnarumma, responsabile della Cisl di Sassuolo: “Lo scenario è caratterizzato da società cooperative con due facce, la prima di poche cooperative certificate che rispettano i contratti e versano i contributi, la seconda, invece, più numerosa, fatta di cooperative ‘spurie’ che non applicano nessun contratto di lavoro, sottopagano i soci lavorati e non riconoscono i cosiddetti ‘ammortizzatori sociali’ quali la malattia, l’infortunio, l’indennità di disoccupazione e non versano i contributi previdenziali adeguati per avere in futuro una pensione dignitosa. A tutela di questi lavoratori la CISL respinge questa logica d’impresa e rivendica le responsabilità da parte dell’impresa committente che deve richiedere alle cooperative a cui ha concesso l’appalto l’applicazione contrattuale in tutte le sue parti nei confronti dei soci lavoratori che si unificano con l’insieme dei lavoratori in relazione a salario, orari, condizioni di lavoro e contribuzione.”
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