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"Sto zitta: ho paura di perdere il posto" Stampa E-mail
Scritto da Marcello Micheloni   
venerdì 10 febbraio 2006

Parla una ragazza sotto contratto con una cooperativa spuria: "Non sono tutelata, non mi pagano gli infortuni".

Per i sindacati la responsabilità delle imprese è forte.

 

Qui sotto un esempio di busta baga di un socio-lavoratore di una cooperativa destrutturata con sede a Salerno ma attiva nel distretto di Sassuolo: notare la bassissima retribuzione oraria e la voce "trasferta esente", sulla quale non vengono pagati né contributi né tasse

 

Un caso tra tanti: niente nomi, ovviamente, né di persona né di cooperative: “La paura di perdere il posto è troppa”, ci dicono. Un caso, si diceva, ma allucinante, in stile vero e proprio raggiro: “Quando sono arrivata in Italia – ci racconta una ragazza straniera – una cooperativa di facchinaggio mi ha proposto di firmare un contratto, senza però spiegarmi bene tutti i passaggi. Anzi, mi mettevano fretta, invogliandomi col fatto che avrei potuto cominciare a lavorare immediatamente. Poi un giorno mi sono fatta male ad un braccio lavorando. Per l’infortunio non ho visto un soldo: un mese senza percepire niente.” Approfittare dell’incolpevole ignoranza di tanti extracomunitari sembra proprio un’abitudine per queste cooperative. Ma pochi scrupoli se li fanno anche con i lavoratori italiani. Ce ne dà conferma Daniele Donnarumma, responsabile della Cisl di Sassuolo: “Lo scenario è caratterizzato da società cooperative con due facce, la prima di poche cooperative certificate che rispettano i contratti e versano i contributi, la seconda, invece, più numerosa, fatta di  cooperative ‘spurie’ che non applicano nessun contratto di lavoro, sottopagano i soci lavorati e non riconoscono i cosiddetti ‘ammortizzatori sociali’ quali la malattia, l’infortunio, l’indennità di disoccupazione e non versano i contributi previdenziali adeguati per avere in futuro una pensione dignitosa. A tutela di questi lavoratori la CISL respinge questa logica d’impresa e rivendica le responsabilità da parte dell’impresa committente che deve richiedere alle cooperative a cui ha concesso l’appalto l’applicazione contrattuale in tutte le sue parti nei confronti dei soci lavoratori che si unificano con l’insieme dei lavoratori in relazione a salario, orari, condizioni di lavoro e contribuzione.”



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