Scritto da Daniele Dieci
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domenica 09 ottobre 2005 |
“Mens sana in corpore sano”, suggerivano gli antichi. Qualche ora di studio e di confronto, seguita da una corretta e rinfrancante attività fisica. Ora l’attenzione della mandria giovanile sembra essersi concentrata esclusivamente sulla cura del corpo, o meglio sulla definizione dei muscoli. Studiare, leggere un libro, sfogliare un quotidiano, non sono solo azioni sconosciute, ma sono ritenute pure sfigate. Se non sai parlare, poco importa: l’intelligenza culturale si misura in centimetri, quelli del bicipite. E così vedi pascolare ammassi di muscoli e creatina, con le braccia a spaventapasseri, il viso che sbuca sopra il petto collinoso, li senti lanciare qualche mugugno al passaggio di un esemplare femmina o di una bella macchina, è indifferente, e poi quando ti chiedi dove possano essere finiti, li ritrovi a cercare di tenere in mano il bicchiere dell’immancabileaperitivo. Ma anche questo fa parte della realtà consumistico-capitalistica di cui facciamo parte: la rincorsa ai soldi, la frenesia del materialismo, l’affannata cura dell’aspetto esteriore; perdere la propria identità per conformarsi al pensiero del mondo.
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