Male turgido
Scritto da Alberto Bello   
venerdì 04 giugno 2010
Ascolta BRAIDA di Dani Male

Dani Male e le salse di Nirano
Dani Male e le salse di Nirano
Intervista al cantautore sassolese Dani Male

Questa è una storia di paese, di paesini, di coincidenze e lontane parentele.
Conobbi Dani Male a 14 anni, accompagnandolo a vomitare un paio di litri di birra, frutto di un'esaltante vittoria in una delle tante "gare alla goccia", la prima a cui mi trovai ad assistere personalmente.
Nella vita di un uomo è il periodo più confuso: si passa con disarmante naturalezza dal romanticismo più soave al rituale primitivo della sega da spogliatoio collettiva.
All'epoca, per intenderci, uscivo nel migliore dei casi con cinque mila lire e c'erano due modi per investire questo patrimonio: birra o sala prove.
La scelta non era così ovvia, erano entrambe abitudini comuni e gratificanti, e ci si coalizzava per comunione d'intenti, e sarà forse per questo che da quelle sudate in sala prove ne siamo usciti tutti musicisti, musicanti, sentimentalmente polemici.
“Trauma Turgido”, primo vero esordio discografico di Dani Male, è in qualche modo figlio di quella adolescenza.
Specificarne la totale autoproduzione, non è in questo caso un mero dovere di cronaca:
Dani Male ha sempre creato da sé le sue gioie, i suoi dolori, le sue paturnie e quel suo fastidiosissimo ascesso. Tutte vicende durate il tempo sufficiente a generarne la relativa avversione e venire abbandonate per dare spazio al nuovo. Un difetto se vogliamo, ma anche un'autopoiesi del tutto unica e necessaria per sopravvivere a questi tempi, in questi luoghi.
“Trauma Turgido” nasce infatti nel periodo peggiore del comprensorio ceramico sassolese, in bilico tra cassa integrazione e cantieri inspiegabilmente aperti e fervidi..
Non c'è da stupirsi dunque se il disco trasuda avversione verso il mondo patinato del moderno "vatuttobenissimismo" (gerry motti), se della noia si ha persino nostalgia malinconica (neuia), come malinconico è il saluto a braida, a dir poco discusso quartiere sassolese teatro del più grande fallimento nella storia della convivenza civile tra simili che semplicemente la pensano in maniera diversa (braida).
Dal M.L.M.S. studio di Forano Modenese, con la produzione di dj Cecc, Dani Male guarda aldilà della pedemontana con fervida e affettuosa immaginazione, cosi candidamente sincera, edulcorata come solo la miglior pop music, che nemmeno ci si accorge che è la storia concreta di un paradiso che dichiara  fallimento, un miracolo economico che, dopo anni, svela il suo più drammatico retroscena con un colpo a dir poco duro, un trauma a dir poco turgido.

Dani Male e Albi Bello al... lavoro
Dani Male e Albi Bello al... lavoro
Quando Dani è diventato “Dani Male”?
Dani è diventato Dani Mani nel 2006 quando, cominciando a mettere dischi in locali, evitando la tristezza del nome "dj Daniele", ho recuperato un vecchio soprannome legato alla mia eccessiva gestualità.
Con lo pseudonimo Dani Mani ho trasmesso a Radio Centro Emilia (con “My Generation” un programma dedicato ai 60s) e militato nella compianta Antenna Uno Rockstation (conducendo “White light/ White heat”, una trasmissione rumorosa), “sopravvivendo” per tre estati associato a djset, Giuda Matti e Ti amo Peggy Sue (precedenti bands di Dani Male, ndr).
Abbandonato tutto ho rifondato la mia persona e la mia musica.
Perchè “Male”? Cosa c'è di male in Dani Mani?
C'è il male e l'animale, con i suoi istinti. Probabilmente il “male” è nato solo da una forzatura, un gioco di parole, una coglionata che a furia di ripeterla sembra quasi seria, tant'è che diverse persone mi chiedono “perchè 'male'”? Li rassicuro dicendo che sono un bravo ragazzo.
Quindi anche il trauma di “Trauma turgido” è qualcosa di seriamente grave?
Mi piaceva l'idea dei re taumaturghi, che guarivano con l'aiuto divino, e ho voluto smontare con un gioco di parole la loro figura: un trauma elevato alla turgidità, che si appesantisce e si manifesta in un'altra dimensione, raggiungendo la guarigione. Il “turgido” è il rilievo, lo spessore, la terza dimensione ironica che ho sperimentato con le mie vicissitudini.
Un disco concepito da me e realizzato da me, dopo anni di vagabondaggio, non poteva non chiamarsi cosi.
Quindi anche un personaggio apparentemente innocuo come Gerry Scotti può rappresentare il turgido..
Non guardo mai programmi televisivi.
Nel marzo del 2008 un'operazione mi ha costretto a letto e , a casa dei miei, mi sono sorbito giochi a premi, varietà e quant'altro, arrivando a imbattermi in Gerry Scotti, un personaggio decisamente negativo: un imbonitore che pretende di piacere a tutti quanti, un genitluomo effervescente naturale che si chiama gli applausi da solo.
In una sola definizione è la falsità della televisione come mezzo di espressione.
Parafrasando Pasolini, in tv chi parla è a un livello superiore, la comunicazione avviene dall'alto verso il basso. Dal mio punto di vista, quello basso, ho voluto esprimere il mio disprezzo per questa figura apparentemente naturale, ma diabolicamente costruita.
Ma è solo Gerry Scotti, dopo tutto..
Lui è quello più esplicito nel rappresentare un vezzo di una parte di società che in maniera triste vuole ingraziarsi, per comodità o per il gusto stesso di farlo, le persone.
Il pezzo è dedicato a chi rivendica il proprio diritto a fare schifo a qualcun'altro, e, senza presunzione, anche io sono fiero di fare parte di questa categoria.
Ad esempio in “Neuia” ammetto un certo rigetto nei confronti di Carpi...
Bene parliamo di luoghi: quali sono i luoghi di “Trauma turgido”?
Sicuramente tutto è partito da Formigine, dove sono nato nel 1984 e ho vissuto fino al 2008.
Formigine è una città che nel suo essere piatta e piena di contrasti mi ha sempre ispirato un sacco di riflessioni, che ho trasformato in canzoni, spesso mentre ero su una panchina immersa nel parco di villa agazzotti.
Il disco però si è sviluppato a Sassuolo,  in particolare in “Domenica malvagia” mi riferivo proprio a Sassuolo nel verso "il tuo paese mi faceva abbastanza schifo".
Ero forse troppo arrabbiato con quella ragazza sassolese...
Ti interrompo: siamo a Sassuolo, parliamo di Braida..
Traffico, rumore, smog e degrado erano le mie immagini di Sassuolo prima di andarci a vivere.
Sai com'è, abituati a Formigine...
Dopodichè si è innescata un'attrazione perversa, che mi ha portato anche sui luoghi del degrado,
in particolare il palazzo di via Circonvallazione 189 (sgomberato un anno e mezzo fa ndr).
Sassuolo è un piccolo specchio dell' Italia e manifesta il problema più grande dei giorni nostri:
la difficoltà di due culture diverse ,se non antitetiche, quella italiana e quella araba, a convivere e integrarsi.
Nel pezzo chiamato “Braida” non ho voluto esprimere posizioni politico-sociali a riguardo, lo fanno già tante persone più grandi di me, la mia canzone vuole solo essere una fotografia sbiadita di un palazzo ingabbiato e deserto, dove prima c'erano persone a pregare sull'asfalto e viandanti sempre a rischio di essere investiti dalle auto in corsa!
“Angadu Pè” è la tua “Areknames”...
“Vegetale”?
“La canzone di Tenco”?
 
Battiato mi foglorò con “La voce del padrone” e soprattutto con “Pollution”, il disco che contiene appunto “Areknames”, un assurdo pezzo etnico e sintentico, arrangiato nello stile cosmico degli anni 70 tedeschi.
Spesso si parla di musica straniera con pregiudizi positivi. In realtà anche qui sono state fatte tante cose preziose, specie negli anni 60 e 70, ma sai, fa più fico scoprire il gruppo straniero...
“Angadu Pè” è il frutto di una mia confusione tra oriente e pellerossa, filtrati attraverso gli anni 90 di Motorpsycho e Dinosaur jr.
“Vegetale” è il frutto di una forte empatia con Syd Barrett, il quale mi ha prestato, senza saperlo, la musica. L'ho scritta durante un periodo in cui impazzivo in casa.
Ne “La canzone di Tenco” ho provato a immaginare Luigi Tenco nella sua stanza di albergo prima di spararsi...
Ah chiudiamo col botto!... Quindi si è sparato Tenco?...
Sì, secondo me si, non stava bene e tutte le ultime produzioni erano orientate in quella direzione.
Sono un amante di queste storie da libri gialli, di cui l'italia è piena zeppa, ma in questo caso vedo le sue ultime cose come un testamento e il testamento lo si fa prima di una fine annunciata.
Lo rispetto tanto perchè, tra le innumerevoli doti, non ha mai rinunciato al suo spazio fuori dai riflettori e non ha mai fatto nulla per cambiare la sua condizione.
Lui ha speso la vita rivendicando la sua naturalezza, senza ingraziarsi il personaggio importante di turno e rimanendo in bilico tra popolare e underground.
E in Italia gli ibridi non vanno bene.


Un ringraziamento sentito a Dani “Amilcare” Dieci per la fraterna amicizia


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Albi Bello è dj del collettivo “Yess!” e musicista, solista e con gli Odorama
Per infos, concerti, audio visitate www.myspace.com/albibello

“Trauma Turgido” lo si può acquistare ai concerti di Dani Male oppure alla Libreria Incontri di Sassuolo, Max Record Shop di Modena e l' Osteria Barocca di Scandiano.
Per ordini e spedizioni Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo
Per rimanere aggiornati sui concerti di Dani Male ed ascoltare qualche estratto dal disco visitate www.myspace.com/danimanimale



Commenti
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Tacco   |2010-06-05 05:47:28
Adiogà!
cerezo   |2010-06-27 14:52:35
http://www.ondarock.it/recensioni/2010_danimale.ht m
cerezo   |2010-06-27 14:54:21
http://www.ondarock.it/recensioni/2010_danimale...
Matteo   |2010-07-01 15:06:46
grandissimo.....
saluti ad entrambi...
Matteo  - Matteo   |2010-07-01 15:08:01
Grandissimi! saluti ad entrambi!
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