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Il cantautore e l'argentino

Scritto da Daniele Dieci

domenica 09 dicembre 2007

“Horacio non aver paura di tirare un calcio di rigore...” Recita più o meno così una vecchia canzone di Francesco De Gregori, chissà se il nostro argentino la conosce. Bastava solo l’avesse ascoltata prima di presentarsi sul dischetto contro il Legnano. Perchè si è visto anche dalla curva che non era il solito Erpen, da come il suo passo, solitamente baldanzoso, si è trasformato nel pesante trascinarsi del fantasma di Canterville, mancava solo il rumore delle cinghie.

Un malinconico Horacio Herpen (foto Martignoni)

E così il pallone ha deciso di volare sopra la traversa, poca cattiveria nel piede che lo calciava, troppa indecisione nello sguardo fanciullesco di chi, invece, avrebbe talento per un’intera regione cinese. Poi arriva la trasferta di Manfredonia, e con un magico piattone sinistro Horacio decide di scrollarsi di dosso quella leggera brina che sembrava inibirlo. Il Sassuolo così continua la scalata verso traguardi sempre più ambiziosi, e lo deve anche all’Erpen risanato. Continua De Gregori: “Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia.” Di fantasia il mancino sudamericano ne ha eccome. L’altruismo, almeno in campo, non gli manca. Per quanto riguarda il coraggio, bè, basta guardare le giocate impossibili che sovente lo vediamo arrischiare nel rettangolo verde. Un rigore non fa il calciatore, come insegna il cantautore romano. E allora, vàmos Horacio!