Francesco Taddeucci, il pubblicitario più "disbanded" che c'è |
Scritto da Diego Fontana | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
lunedì 15 marzo 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Intervista a Francesco Taddeucci, direttore creativo DDB Ciao Francesco. Sei tra i creativi italiani più premiati in assoluto. Alcuni dei tuoi annunci sono nella storia della pubblicità e vengono studiati nelle scuole di comunicazione. Che effetto fa? A volte ti soffermi a pensarci?
UNO SPOT ENEL BY TADDEUCCI La prima e unica volta in cui ho avuto il piacere di lavorare con te è stato in un luogo strano, durante un incontro strano, di quelli che alle volte le agenzie organizzano per tentare in qualche modo di incanalare i processi creativi. In generale credi a queste cose, o pensi che la nascita di un’idea non si possa pietrificare all’interno di una struttura rigida? Hai passato interi anni di carriera a Roma. Ora sei direttore creativo, insieme alla tua controparte Luca Albanese, di DDB Milano. Ci sono differenze evidenti nel modo di lavorare tra queste due città? Ancora è presto per dirlo, però direi di sì. Qui ci credono di più. A Roma se ne fregano maggiormente. E le due cose contengono un lato positivo e uno negativo: in pratica abbiamo appena costruito un cubo. Al lavoro del pubblicitario affianchi da sempre altre passioni, tra cui la musica e la radio. Credi sia importante per un creativo non nutrirsi di sola pubblicità, ma avere altri mondi di riferimento a cui attingere? Mi fai dire la seconda banalità, ma stavolta è colpa tua: certamente. Non c’è creativo senza curiosità. La creatività va alimentata sempre, di solito con strumenti esterni alla pubblicità. Il tuo seguitissimo blog porta avanti da sempre un concetto tutto tuo, basato sul termine inglese “disbanded”. Potresti darci due dritte a riguardo, nel modo più disbanded possibile? Disbanded è colui che perde il proprio tempo a leggere questa intervista. Una mattina mi sono svegliato e ho deciso che volevo tornare a Sassuolo. Un po’ come Toto Cutugno, che voleva andare a vivere in campagna, se non fosse che Sassuolo è più nota per l’industria ceramica che per i frutteti. La definiresti una scelta disbanded? No, sarebbe stato più Disbanded andare a vivere a Detroit. Ci faresti un esempio di una pubblicità disbanded e di una che non lo è affatto? Una volta ho fatto un post su questo argomento, ma non lo trovo più. Ecco, questa è una cosa Disbanded. I tre film dei registi italiani per Intesa San Paolo non sono affatto Disbanded, per esempio. Ma, devo dire, il 90% della nostra pubblicità non lo è. I nordici lo sono. I finlandesi soprattutto. Il tuo ultimo spot da creativo. E il tuo ultimo spot da direttore creativo. Da creativo credo che siano le due campagne in versione “seria” della Littizzetto per 3. Ma hanno avuto vita breve. Era un tentativo di toccare corde diverse in quella categoria merceologica. SPOT 3 BY TADDEUCCI Come direttore creativo è in onda uno spot Audi, quello con la musica che parla del Cat che came back. SPOT AUDI BY TADDEUCCI Grazie Teddy, ti salutiamo e ti ringraziamo.
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