IL MIO VICINO TOTORO di Hayao Miyazaki
Scritto da Chiara Fiorentini   
mercoledì 14 ottobre 2009
 IL MIO VICINO TOTORO di Hayao MiyazakiIl mio vicino Totoro, di Hayao Miyazaki

GIAP 1988

Personaggi animati 

 

Voto:

8

Sceneggiatura di Hayao Miyazaki

BREVE SINOSSI:
Satsuki e Mei sono due sorelle, una di undici e l’altra di quattro anni, si sono da poco trasferite in una casa a in campagna per stare più vicine alla madre malata (ricoverata in un ospedale della zona). Il padre è un professore che, per quanto le ami, è spesso fuori di casa e distratto dal lavoro. Le due bambine quindi, esplorando la zona in cui vivono, entrano in contatto con lo spirito Totoro che le aiuterà e farà loro vivere emozionanti avventure al limite del sogno.

Miyazaki ha realizzato questo piccolo capolavoro ben vent’anni fa e ancora non era approdato nelle sale italiane. Si sa bene che i sistemi distributivi tendono a privilegiare i profitti alla bellezza di un opera prima di mandarla in sala. Ed ecco spiegato perché sono dovuti passare tutti questi anni prima di poterlo ammirare sul grande schermo. Miyazaki è oramai stato sdoganato e l’animazione giapponese è piano piano sempre più presente nelle nostre sale. Un bel “finalmente” è d’obbligo.
Visti tutti gli anni passati dalla realizzazione della pellicola a ora, non è possibile considerare il film in un ottica contemporanea. Tuttavia non lo ricondurremo al 1988 quando ancora Miyazaki non aveva realizzato i film che l’hanno reso famoso (ancora non c’era stato né l’Orso d’oro nel 2002 e l’Oscar per La città incantata nel 2003, né il Leone d’oro alla carriera durante l’edizione 2005 della Mostra del cinema di Venezia)  e questo perché, proprio alla luce di tutte le sue opere successive, è possibile osservarlo in un’ottica complessiva che le racchiuda tutte. Il suo cinema è stato definito nel corso degli anni come onna no jidai, ovvero come l’epoca delle donne1. Ed è pure merito de Il mio vicino Totoro se questa affermazione ha avuto luogo. Infatti le due protagoniste sono delle bambine, Satsuki e Mei, che si trovano a vivere meravigliose avventure assieme a Totoro. Eppure meravigliosa la loro vita non lo è, infatti le due piccine si sono dovute trasferire in campagna, per stare più vicine alla madre malata. L’assenza della figura materna comporta uno slittamento di responsabilità da questa alla sorella maggiore Satsuki, che quindi si trova a vivere una doppia condizione: di bambina capace di sognare e giocare come è tipico della sua età e di madre putativa per la sorellina che vive ancora totalmente nel suo mondo infantile. Questa sovrapposizione di ruoli, e soprattutto la figura materna assente è una caratteristica tipica delle anime.
Le bambine, costrette a sorreggere il peso di situazione dolorosa, hanno però una forza e un energia incredibile – che si esprime appieno nelle loro lunghe, veloci e agili corse per le risaie e per i sentieri - che permette loro di continuare a sorridere e a ridere (unico mezzo con cui far scappare i fantasmi e le paure). Ed è proprio attraverso quel riso che attrarranno verso di loro Totoro che le accompagnerà nei momenti di solitudine e di maggiore difficoltà. Ma chi è Totoro? I film di Miyazaki sono pieni di animali che non appartengono a nessuno razza precisa. Sono degli incroci che possono ricordare diverse specie. Totoro, infatti, non  è altro che un interessante incrocio tra un gatto, un gufo e un orso, ed è inoltre il signore del bosco, che - come ricorda sempre il padre delle due bambine - è un grande onore incontrare. Lo è in particolar modo perché incontrarlo ti permette di vivere esperienze incredibili: dal volare al trasformarsi nel vento che scuote l’erba e le fronde degli alberi, dal far germogliare dei semi fino a trasformarli in alberi secolari in pochi minuti al viaggiare sul Nekobus (un gatto con sei coppie di zampe a forma di autobus con dei topi al posto dei fari che viaggia a tutta velocità senza che nessuno lo veda). Dopo ogni incontro con Totoro le bambine si svegliano come da un sogno con la consapevolezza che però non lo è stato. Il padre e gli adulti non percepiscono questi spiriti e non li vedono.  Nonostante ciò, a differenza di quanto non accada nella famosa favola di Peter Pan, questi non cercano di reprimere le fantasie dei bambini ma le alimentano e narrando i loro ricordi d’infanzia di quando, anche loro, correvano dietro gli spettri. Questo probabilmente perché in Giappone la cultura è molto diversa rispetto alla nostra. In ogni luogo e elemento può celarsi uno spirito e per questo si deve portare rispetto non solo alle persone, ma pure all’ambiente che ci circonda. Ma ora anche l’oriente si sta occidentalizzando e le tradizioni sono state pian piano dimenticate. In La città incantata, Miyazaki, racconta proprio come si sia persa una memoria di queste. Infatti la protagonista Chihiro non conosce i simboli sparsi per la strada che porta alla sua nuova casa, e quando interroga la madre questa le risponde frettolosamente che sono solo dei piccoli templi per gli spiriti (nulla di importante quindi). Quando Yubaba le toglie il nome e la costringe a lavorare per lei, Chihiro non sa come comportarsi al cospetto degli spiriti che deve servire, non ha consapevolezza delle sue tradizioni e pertanto non sa agire.
Il mio vicino Totoro è un piccolo capolavoro, un film per bambini che emoziona e diverte pure l’adulto. Un film tanto importante per Miyazaki e per lo studio Ghibli al punto di eleggere Totoro a marchio dello studio stesso, e che finalmente può essere scoperto anche da chi non è un appassionato di cinema d’animazione. Come si suol dire “meglio tardi che mai”.

 

 1 Vedi ANNA ANTONINI L’incanto del mondo, il cinema di Hayao Miyazaki, Milano, Il principe costante 2005 pg 65


Commenti
Nuovo Cerca
Commenta
Nome:
Email:
 
Website:
Titolo:
UBBCode:
[b] [i] [u] [url] [quote] [code] [img] 
 
 
:angry::0:confused::cheer:B):evil::silly::dry::lol::kiss::D:pinch:
:(:shock::X:side::):P:unsure::woohoo::huh::whistle:;):s
:!::?::idea::arrow:
 
Please input the anti-spam code that you can read in the image.

3.22 Copyright (C) 2007 Alain Georgette / Copyright (C) 2006 Frantisek Hliva. All rights reserved."