STUDIO INEDITO - Una ricerca sulla Sassuolo repubblichina, tra spinte collaborazioniste e opposizioni al regime: questo, in poche parole, il contenuto dello studio dal titolo "1944: la Repubblica Sociale Italiana a Sassuolo. Volontarismo e Coercizione". Il tentativo, insomma, di rappresentare e descrivere, nella maniera migliore possibile, il rapporto che intercorreva tra il Partito Fascista Repubblicano nelle sue istituzioni provinciali e comunali, e la popolazione italiana, costantemente richiamata alla collaborazione per la salvaguardia della Patria e dell’unità della Repubblica. Una collaborazione che poteva assumere forme diverse, ma che raramente si contraddistingueva per la volontarietà della scelta compiuta dal cittadino. La ricerca, vista l’assoluta mancanza di testi sule periodo storicoi preso in questione, é prettamente d’archivio, basata cioé quasi esclusivamente sulle informazioni acquisite attraverso la lettura dei documenti conservati presso l’archivio storico di Sassuolo, attualmente ospitato dalla biblioteca comunale N. Cionini.
LA STESURA della ricerca non segue un percorso cronologico, ma é divisa in tre capitoli tematici. Nel primo si affronta la questione della leva militare obbligatoria, ricostruendone cronologicamente le tappe salienti, mediante l’analisi dei manifesti che venivano spediti al Comune di Sassuolo per essere esposti nelle strade della città, con immediata valenza di notifica ai sensi di legge per le classi d’età interessate. Nella seconda sezione dello stesso capitolo si affronteranno invece diversi casi, scelti per la loro emblematicità, di disertori ricercati dagli organi della Repubblica, esercizio utile al fine di ricostruire, per sommi i capi, le varie modalità di ricerca messe in atto dalle istituzioni repubblichine. Il secondo capitolo del testo cercherà invece di mostrare le complesse e districate forme di coercizione che regolavano il rapporto tra la Repubblica di Salò (e il Comando Militare Germanico), e la popolazione italiana, chiamata più volte all’obbligo di compiere sacrifici sia morali che materiali in nome dell’onore dell’Italia libera. I casi vanno dall’obbligo di segnalazione di atterraggio di paracadutisti alleati all’invito alla denuncia di tutti i locali sotterranei di cui si è in possesso, per l’eventualità di adibire tali locali a rifugi sotterranei, dall’obbligo di costruzione di trincee antischeggie alla richiesta di capi di bestiame da lavoro.
INFINE, la terza e ultima parte verterà sulla raccolta di fondi denominata “Armi per la vittoria”, una campagna di sottoscrizione finanziaria che invitava la popolazione a donare in modo del tutto indipendente e volontario denaro al Partito Fascista Repubblicano per l’ammodernamento delle armi dell’esercito. Questa sottoscrizione, a mio modo di vedere, rappresenta una delle poche forme di volontarismo reale dei cittadini italiani, a favore di quel nuovo stato fascista che non poteva più godere dell’appoggio indiscriminato delle masse, ma che poteva però ancora vantare una base piccolo-medio borghese pronta ad appoggiare ancora una volta Mussolini e il suo governo nella volontà di liberare il suolo italiano dall’occupazione alleata.
Complimenti, l'ho letto tutto d'un fiato.
Le cose che mi hanno colpito di più: la pressione sulla Chiesa, sui genitori ; e "il collettone forzato" per quelle famigerate armi.