Michael Jackson e don Achille
Scritto da Laura Corallo   
sabato 25 luglio 2009
Il parroco di Madonna di Sotto ha pensato di dedicare una Santa Messa alla popstar defunta:”Credo di essere stato l’unico sull’emisfero terrestre…”

Don Achille Lumetti, parroco della Madonna di Sotto
Don Achille Lumetti
Chissà se Michael Jackson, il genio del Pop scomparso improvvisamente il 25 giugno scorso, avrà veramente apprezzato il suo funerale show celebrato all’interno dello Staple Center di Los Angeles e trasmesso in mondovisione davanti a milioni di fan e spettatori.
Sarebbe bello invece pensare che forse da lassù,  “l’eterno bambino” autore di Thriller, l’album più venduto nella storia della musica,  ha invece preferito la messa a lui dedicata e celebrata da Don Achille Lumetti nella parrocchia di Madonna di Sotto il 28 giugno, a Sassuolo.    
Un piccolo evento che ha meravigliato le decine di fedeli che assistevano alla funzione religiosa.   
Don Achille, perché ha pensato di dedicare la messa domenicale a Michael Jackson?
Devo dire che la notizia della morte di Michael Jackson ha creato un certo frastuono a livello mondiale probabilmente causato anche dalla sua fine inaspettata. Sui mass media ho scorto troppe incongruenze e condanne legate alla sua vicenda professionale e personale. Per questo ho pensato che occorreva qualcuno che facesse galleggiare questo evento su una piattaforma più piana e tranquilla. Come dire, in questo buio totale ho voluto accendere uno zolfanello. E’ stato un pensiero sincero dedicato all’uomo Michael Jackson scomparso a 50 anni, mentre tutti pensano alle questioni ereditarie, alle polemiche, ai sospetti per la sua morte e alle canzoni. In questo contesto mi sono messo esattamente nel mezzo, tra chi lo esaltava e chi lo demoliva.
Lei ha celebrato la messa per la pop star americana con rito cattolico. Ma Jackson è stato seguace per anni dei testimoni di Geova, come la madre, fino alla conversione all’Islam, avvenuta qualche anno fa, diventando musulmano.  
In effetti penso di essere stato l’unico sacerdote, su tutto l’emisfero terrestre, a celebrare un funerale cattolico per Michael Jackson. Quella celebrata a Los Angeles pareva più una cerimonia commemorativa pubblica per i fan più che un funerale serio e privato. Personalmente ho sentito il dovere di celebrare la messa anche perché credo che, a prescindere dalla religione di appartenenza, nessun uomo è talmente lontano dal suo Creatore da cancellare ogni tracciabilità.
Come hanno reagito i fedeli?
Inizialmente si sono stupiti, ma è stata una meraviglia positiva. Sia i giovani che i meno giovani hanno interpretato l’iniziativa come un gesto generoso e di umanità. Tra l’altro si trattava della messa delle 12.30,  affollata di giovani molti dei quali seguivano e amavano la pop-star afroamericana.
Michael JacksonLei è un fan di Michael Jackson?
Beh, conoscevo il personaggio, e apprezzavo alcune sue canzoni. In particolare ho apprezzato in Michael Jackson la sua unicità. Infatti, al di là della produzione discografica che ha cambiato la storia della musica leggera internazionale, penso che una persona che nel corso della sua carriera è riuscito a scavare così in profondità nell’animo dei giovani, qualche cosa di speciale doveva  possedere.
Qual è il suo rapporto con la musica?
La musica è un valore molto importante, accompagna la vita degli uomini. Dagli albori dell’umanità la musica è sempre esistita ed è servita ad elevare gli animi delle persone. In linea di massima apprezzo la musica, l’armonia e i canti che non mancano mai durante le mie funzioni religiose. Non amo invece il rock diabolico.
Qual è il suo gruppo o cantante preferito?
Amo la musica classica, con una predilizione per Wolfang Amadeus Mozart, annoverato tra i geni della musica classica. Ammiro Mozart come musicista e la sua infanzia da bambino prodigio che a 9 anni già dirigeva l’orchestra e creando negli anni opere musicale di straordinario valore artistico.
In Italia è ancora presente il “culto della morte”?
Da sempre l’uomo si è interrogato sulla morte e sul desiderio di perpetuare la memoria attraverso gesti e riti tangibili. La scomparsa di una persona cara è una delle cose che tocca maggiormente la sensibilità della gente. Si può paragonare la morte alla perdita di una parte delle nostre radici. Il timore della morte, di lasciare il nostro mondo e gli affetti è sempre presente nella vita di tutti. Anche nella mia.


Commenti
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Luigi   |2009-08-20 22:05:34
gran presuntuoso come sempre che ne sa di cosa hanno fatto altri preti
Di
sicuro lui è quello che si è messo più inmostra
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