 I sassolesi My Speaking Shoes Il nostro tour nella musica del distretto continua con i sassolesi My Speaking Shoes...  La scheda dei My Speaking Shoes Conosco i My Speaking Shoes da un paio d’anni. Sono istintivi, cazzuti, agguerriti. Le "scarpe parlanti" rappresentano la trasposizione moderna della classica rock n’roll band. Rock, wodka e fizz, e una tensione satirica alla distruzione del loro contesto quotidiano. Mi incontro con i membri della band, Matte , chitarrista, Cami, cantante, Alle, bassista e Luca, batterista. Inizio con le domande. Ho ascoltato entrambi i vostri lavori, Bluff e Wow, introspection!, ed emergono tendenze diversissime, dai Queen of The Stone Age ai Bloc Party, dagli One Dimensional Man agli Yeah yeah yeahs... Quindi? Matte: Componendo io i riff di chitarra, faccio le cose che mi piacciono di più. Quindi sicuramente ci sta l’indie britannico, tipo appunto i Bloc Party, soprattutto nell’ultimo demo. Poi lo stoner americano, o perché no anche alcune cose degli at the drivin. Insomma i nostri ascolti variano su tutto il rock alternativo degli ultimi anni. Caspita, quanta roba… ma come fate a coordinare queste tendenze così diverse? Matte: Noi tre componiamo i pezzi e li registriamo, passando poi questi provini alla Cami che ci aggiunge le parti vocali. Molto fico, quasi professionale. Leggendo il vostro myspace, mi sono imbattuto in una miriade di date. quanto è importante per voi la dimensione live? Matte: Suonare dal vivo, per quanto mi riguarda, ha una doppia valenza. A livello personale è fondamentale per accrescere il proprio bagaglio personale. A livello di gruppo sono, di norma, molto scarse le possibilità per un gruppo emergente. Diciamo comunque che tra tante volte che non ti torna nulla, ci sono alcuni casi in cui si verificano forti riscontri. Preferiamo comunque i concorsi. E da due partecipazioni, concluse con altrettante vittorie, cha sono scaturite lo possibilità per registrare i demo. ASCOLTA QUI "Mushroom head" dei My Speaking Shoes Ho notato, ascoltando i vostri due lavori, differenze importanti tra il primo ed il secondo. Evoluzione stilistica? Matte: Anche. Cioè in realtà i pezzi sono molto meno diversi da quello che ti aspetteresti ascoltando unicamente i due demo. Il diverso mixaggio ha creato una divergenza molto più ampia di quella reale. Dal vivo infatti la resa sonora è molto più uniforme. Una differenza più vera, invece , deriva dalla presenza, per Wow, introspection!, di un produttore artistico. C’è stato quindi un filtro, tra le nostre intenzioni e quello che poi è stato inciso sul demo. E questa per certi versi è stata una cosa molto positiva. Siamo inoltre cresciuti noi, anche tecnicamente, e sicuramente questa cosa ha implicato differenti scelte compositive. Le vostre composizioni traggono origine dalla realtà che vivete tutti i giorni? Pensiamo che tutto cio’ che ti accade, anche la musica che ascolti, sia fondamentale per capire una caratteristica del tuo carattere. Cami: Per quanto riguarda i testi, si può dire che la realtà che ci circonda diventa un elemento fondamentale. Io per esempio faccio tutti i giorni avanti e indietro da Bologna. Durante i miei spostamenti ho tanto tempo per pensare a cio’ che voglio esprimere, e soprattutto osservare diverse realta. Nello specifico, di cosa parla Tupperware? Cami: è un canzone pop. Cioè qualcosa di legato alla pop art. Prendi un oggetto e lo elevi ad icona. Quindi nel pezzo c’è un personaggio che osserva il tupperware e virtualmente vi si rinchiude dentro per sfuggire alla vita di tutti i giorni, estremamente densa di troppe parole. Mi colpisce la grafica dell’ultimo cd. Cami: Ho disegnato io la copertina, ispirandomi ad un album dei King Crimson. Quando ho saputo il nome dell’album mi è venuta in mente questa immagine ironica, che però di per se non avrebbe sortito il suo effetto. Da qui la citazione. Vado via, salutando la band. So che le scarpe possono essere usate per camminare, per assestare un bel calcio, all’occorenza. Possono essere scagliate perfino contro un presidente degli stati uniti. Non sapevo però, che la scarpe possono parlare e dire cose molto interessanti.
 La scheda dell'ultimo disco dei sassolesi My Speaking Shoes
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