Spider, di David Cronenberg (Can, 2002)
Con Ralph Fiennes, Gabriel Byrne, Miranda Richardson, Lynn Redgrave, John Neville
David Cronenberg è un malato mentale. In senso stretto o in senso lato non lo so, ma le sue perizie psichiatriche, che non sono altro che i suoi film, parlano chiaro: da Videodrome (1983) fino all’ultimo (dei capolavori, non dei film girati) A history of violence (2005). Pellicole che valgono molto più di qualsiasi test per valutare la salute mentale. Che poi malati lo siamo un po’ tutti è fuor di dubbio, ed è per questo che le pellicole del regista canadese ci attirano così. Proprio come ci attira (nella sua tela…) questo Spider, immersione nei vortici della follia di uno schizofrenico, interpretato alla grande da Ralph Fiennes. Spider, ex internato, cerca di fare i conti col suo passato: papà, mamma, il sesso. E Cronenberg racconta questa sfida senza facili flashback, ponendo fianco a fianco Spider e i suoi fantasmi, che tanto sono “qui”, che ci accompagnano, sempre. A volte magari si fanno sentire un po’ meno, forse perché distratti o presi anche loro da qualche preoccupazione.
Ecco, forse i fantasmi di Cronenberg sono solo più attenti di altri.
“Gli abiti fanno l’uomo… E meno c’è l’uomo più cresce il bisogno dell’abito”, Terrence (John Neville) (per vedere il trailer originale di Spider, clicca qui )
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