Il volo da sempre è fonte di ispirazione per filosofi e poeti e tanta parte ha avuto nella storia della poesia. Volare ancora oggi rimane uno dei sogni irrealizzabili dell’uomo, leggermente mitigato dall’uso di forme meccaniche, come aerei e velivoli in generale. Chi non ricorda L’albatros di Baudelaire e tutta la frustrazione del poeta piantato con i piedi a terra goffo e costretto, mentre leggero ed elegante è il volatile quando plana e vola libero nell’aria.
La metafora del poeta che vola e dell’irrealizzabilità di tale “folle” progetto è quella che Roberto Mussapi, poeta e drammaturgo, autore di saggi e traduttore, dà il via alla disamina di questo libro, e che tutte le sue professionalità include in questo suo nuovo lavoro, Volare, dal titolo eloquente e difficile e che Feltrinelli ha da poco dato alle stampe. In un modo tutto poetico e appunto drammaturgico, Mussapi scrive questo saggio sul volo e sulle figure che per definizione possono farlo, gli uccelli. Il volo però, a volte diviene metaforico e trova il suo modo di essere nel sogno, nel mito e nella poesia che tende verso l’alto e che ai volatili è sempre debitrice. Se si scorre l’indice degli autori e degli artisti, delle persone e dei personaggi, delle opere e dei volatili, si ha da subito l’idea di che cosa ci parlerà Mussapi: dai poeti inglesi Byron, Coleridge e Keats e del loro amore per la poesia e il volo, al mito di Icaro e il fallimento dell’uomo uccello, dalle avventure di Sindbad il marinaio, estrapolate da Le mille e una notte, via via fino alle recenti avventure di Harry Potter, in un continuo susseguirsi di immagini e temi, di somiglianze e divergenze, di interpretazioni e racconti veri e propri. Racconti di storie vere, di ricordi e di libri, che vengono fuori da un episodio vissuto, da una sensazione o più semplicemente da un’emozione. Tutto ha un fondamento e la poesia di Mussapi si riversa in questo libro non comune e affascinante, che trova la sua ragion d’essere nel biglietto da visita dei grandi testi della letteratura che lo accompagnano, senza dimenticare i testi sacri e le loro numerose parabole. Mussapi dà prova di grande coraggio e il volo del titolo non è che un invito a lasciarsi trasportare eterei per vedere il mondo da un altro punto di vista, quello degli uccelli, i maggiori protagonisti del libro, che vengono persino illustrati dagli acquerelli di Santo Pappalardo, e che paiono muoversi a proprio agio. Sfogliando le pagine sembrano quasi saltare fuori e librarsi nel cielo. È una vera e propria sensazione del volo quella che accompagna la lettura dell’intero libro. Vale la pena di provare.