Gerusalemme
Scritto da Francesco Martignoni   
sabato 17 gennaio 2009
Dopo tre settimane di atrocità, 1500 morti, centinaia di bambini fatti a pezzi; dopo la sperimantazione di nuove armi concepite per l’amputazione degli arti, dopo il fosforo sui civili, dopo i bombardamenti indiscriminati e la distruzione di ospedali, camion di aiuti umanitari e sedi Onu per i rifugiati. Dopo tutto questo il governo israeliano oggi ci dice: siamo pronti a fermare la guerra. E lo annuncia al mondo mentre i suoi carri, i suoi elicotteri e gli F16 stanno ancora devastando quella striscia di deserto umiliata e spappolata da anni di incursioni e di embargo. Il paragone potrebbe sembrare uno scherzo, ma Davide e Golia saltano subito alla mente: nelle stesse tre settimane si stima che i missili lanciati da Hamas siano stati 12 e che abbiano ucciso 10 persone. Isreale è un paese abitato e governato in gran parte da un popolo che ha subito umiliazioni e violente persecuzioni per 2000 anni. Ma la memoria è in primo luogo dimenticanza ed ecco che ai problemi di cui si è direttamente corresponsabili, si trova la solita, vecchia e sempre buona soluzione di forza. In questo caso accompagnata dalla deferenza che la comunità internazionale riserva da sempre ad Israele, che questa mattina, come se fosse un favore a me a voi e al mondo si alza facendo sapere ai giornali che sì… un attimo solo, ancora un paio di fucilate, tranquilli, stasera abbiamo finito e vi toglieremo anche dall’imbarazzo di non sapere come definire questo massacro di musulmani. In tutto questo non trovo quasi niente di nuovo rispetto alle altre azioni portate avanti nel corso degli ultimi anni, se non forse le parole particolarmente sdegnate del Vaticano. Ormai il mondo occidentale, con i suoi media, è riuscito ad abituarmi a questa brutale normalità, è riuscito a farmi sembrare normale e legittimo quello che, fatto da altri, sarebbe definito criminale e terrorista. Ma grazie a Dio posso ancora sorprendermi ed indignarmi, e per farlo mi ha aiutato Meir, ambasciatore israeliano a Roma e ciliegina sulla torta di sangue palestinese. Ha definito “spettacolo vergognoso” quello dell’unico giornalista italiano che abbia avuto il coraggio di difendere a spada tratta il popolo palestinese. E attenzione: non sto dicendo che si ha l’obbligo essere d’accordo con ciò che si è detto ad Annozero, ma siccome la televisione pullula di opinionisti che si permettono di far passare i palestinesi per animali, si ha assolutamente l’obbligo di ascoltare Santoro e di lasciargli esprimere finalmente delle posizioni radicalmente contrarie alle scelte del governo israeliano. E senza farne un caso mediatico.


Commenti
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Endriu   |2009-01-20 10:30:50
Reputo al pari tuo vergognoso l'atteggiamento di Israele, che nel giro di
qualche decennio è riuscita brillantemente a trasformarsi da vittima a
carnefice...
Vegognoso è l'atteggiamento della Comunità
Internazionale...
Vergognoso è pure l'atteggiamento di Santoro che appena può e
appena viene contraddetto sbandiera ai quattro venti la parola CENSURA CENSURA!
Ma che vada a vivere in Cina e si renda conto del significato di quella
parola...
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