Edmondo Berselli, le elezioni, l'Emilia e Sassuolo
Scritto da Marcello Micheloni   
venerdì 09 gennaio 2009
“Se Sassuolo venisse conquistato dal centrodestra la cosa avrebbe certamente un certo peso all’interno del contesto politico emiliano”. Parola di Edmondo Berselli, giornalista ed opinionista di note simpatie ‘sinistrate’. “Ma l’opposizione è in grado di mettere in gioco una classe dirigente credibile oppure no?”
Ne abbiamo approfittato per parlare anche di pipì fuori dal vaso, comunicazione, "bambini che fanno ooh", sicurezza, palazzacci, "berlusconcini"…

 

NON C’È PIÙ LA TENSIONE IDEALE DI UNA VOLTA

Berselli, pensa che in Emilia potrà esserci qualche sorpresa alle prossime amministrative?
Edmondo Berselli (foto dalla sua pagina di Facebook)Le sorprese sono sempre possibili, ma ho la sensazione che l’Emilia sia una delle roccheforti in cui è più salda la presenza del PD e del centrosinistra. E ho anche l’impressione che tutto sommato la qualità amministrativa, e non mi riferisco agli obbiettivi raggiunti e ai risultati conseguiti, ma proprio alle modalità empiriche, concrete di legalità, sia sostanzialmente migliore rispetto ad altre realtà.
Detto questo, e l’ho anche scritto su Repubblica, è da anni che si assiste al degrado dell’amministrazione nelle regioni rosse, che non deriva dalla maggiore o minore legalità, o dalla corruzione, ma da una specie di secolarizzazione, di laicizzazione della politica che ha fatto perdere trasparenza. C’è meno tensione ideale. Penso che anche l’Emilia verrà investita da problemi perché quando non ci sono più i partiti, che sono strutture poco significative di questi tempi, dopo si addensano interessi, si coagulano convenienze, strutture di potere, blocchi organizzativi, e questo interagisce male con l’assetto dell’ordine, della legalità, della pulizia.
E poi, per capire cosa succederà, occorre osservare alcuni fenomeni.
Quali?
In primo luogo il comportamento dell’opposizione. E’ in grado di mettere in gioco una classe dirigente, una serie di candidature che siano credibili e rappresentare un’alternativa, oppure no?
In secondo luogo si tratterà di vedere il grado di penetrazione della Lega in Emilia Romagna. Abbiamo visto che alle ultime politiche aveva addirittura raddoppiato il consenso. La Lega capitalizza una certa insofferenza rispetto all’immigrazione. Una società moderata, abituata ai propri ritmi, viene confrontata da un fenomeno dinamico, che è quello dell’immigrazione, che mette in discussione posizioni costituite. Determina disequilibri. Su questo la Lega ci campa benissimo. E poi c’è tutta una fascia tradizionalmente “bianca”, democristiana, cattolica, che da quando non c’è più la DC non ha mai trovato una rappresentanza vera e la cerca di volta in volta a tentoni. Bisogna capire se in quell’area la Lega possa avere un insediamento più forte in futuro.
Si tratta di vedere se tutti questi fenomeni possono incrinare la solidità del consenso del centrosinistra. Poi bisognerà vedere anche i nomi dei candidati…
E’ comunque una fortuna che la politica, pur con tutti i difetti che ha, non stia ferma. Se tutto fosse immobile sarebbe noioso ma anche poco utile per i cittadini, nel senso che se non circola aria sono sempre incombenti fatti tipo Tangentopoli.

SE SASSUOLO S’È DESTRA?

A Sassuolo, alle ultime politiche la Lega ha preso addirittura il 12%. Se la sinistra perdesse proprio Sassuolo, la cosa che peso avrebbe all’interno del contesto emiliano?
Un certo peso l’avrebbe sicuramente perché Sassuolo è una capitale, una piccola capitale dell’industrializzazione emiliana. Sarebbe una prova piuttosto significativa, limitata ma significativa, di quel sub-movimento che stavo dicendo. E’ impensabile che si possa pensare di mantenere le cose senza cambiare, nell’immobilità assoluta. Anche nel centrosinistra, nel PD c’è bisogno di cambiamenti. Da Bologna fino al più piccolo dei paesini c’è da pensare  in maniera diversa: dal rapporto coi cittadini, alla natura, alle imprese…
Comunicazione e politica. I media quanto possono influenzare l’elettorato? E in proporzione, influenza più un giornale nazionale rispetto alla politica nazionale o un giornale locale rispetto a quella locale?
Tendo a pensare che i giornali, e i media in generale, non determinano. Assecondano, semmai; fanno da cassa di risonanza. E’ molto più importante, nella realtà locale, ciò che i cittadini avvertono nella loro quotidianità. C’è una sostanziale disattenzione della politica non nei confronti della sicurezza, ma verso l’ordinaria tranquillità dei cittadini e verso il decoro che le città e i paesi devono avere. Aldilà di certe azioni spettacolari come gli sgomberi, i cittadini devono avere la sensazione di essere, nella loro ordinaria quotidianità, garantiti da sorprese. E questo lo si fa con l’attenzione alle piccole cose, mantenendo puliti i parchi, facendo uscire i Vigili Urbani e facendoli andare nei bar. Se manca questo dopo si passa dalle gride manzoniane alla disattenzione. E siccome sono convito che anche il voto verso il centrodestra avviene perché ognuno dei propri cittadini sperimenta su di sé un’inquietudine (troppi stranieri o disordinati nel loro agire, troppi focolai di cattiva quotidianità), questo non è necessario che te lo dica il giornale, ma lo sperimenti anche passeggiando in un parco.
ImageI giornali hanno un ruolo, ma il ruolo principale è della realtà che parla. Spesso gli amministratori non colgono il segno. L’ho scritto anche nel mio ultimo libro (Sinistrati. Storia sentimentale di una catastrofe politica, vedi copertina a fianco, ndr): passeggio per il parco Ferrari di Modena con mia moglie e il cane, passeggio e vedo che il parco è sporco. Se è sporco non accetto che l’assessore che mi dica “sì, il parco è sporco ma noi dobbiamo essere per una società inclusiva, che garantisce la tolleranza verso le differenze”. Benissimo, ma il parco deve essere pulito lo stesso. E’ un’esemplificazione di quello che è e che deve essere il rapporto con un’ordinata convivenza, con la nostra quotidianità, con la sensazione di essere in una comunità con le cose che vanno come devono andare. La sicurezza comincia lì, è la realtà che parla: la sicurezza inizia quando non c’è la carta per terra, quando non c’è quello che urina contro un albero en plein air. I responsabili lo sottovalutano, ma ha un’importanza formidabile. Quello che è scritto sul giornale suscita diffidenza, può anche suscitare allarme e preoccupazione, però è scritto su di un giornale. Ma quello che vedi tu nel quotidiano genera quantomeno insofferenza.


“FORSE È LA FINE DELL’INIZIO”

Sono pessimista riguardo ad una cosa: in questa alba di campagna elettorale sassolese, le prime dichiarazioni di destra e sinistra (o meglio, di PdL e PD) si assomigliano molto. Quello che cambia è solo il modo di raccontarle agli elettori.
Dipenderà molto da quali saranno le condizioni a ridosso delle elezioni e durante la campagna elettorale. Sassuolo ha un problema economico particolare per la crisi del ceramico…
Ecco, proprio questo volevo dire. Si percepisce più un’urgenza di mandare un messaggio ad effetto che con i problemi più importanti, come l’economia che va male, c'entra poco. Non credo sia un caso che Pattuzzi decida di sgomberare il palazzone di Braida proprio adesso: l’azione può essere più o meno giusta, non entro nel merito. Ma il messaggio ha certe tempistiche chiare.
Bisogna vedere se queste misure un po’ plateali che vengono fatte, saranno ancora un problema sentito oppure se saranno messe in secondo piano dalle cattive condizioni dell’economia. La mia sensazione è che finora siamo stati solo lambiti dalla crisi economica, potrebbe esserci un effetto di shock in cui le conseguenze investiranno il mondo del lavoro nel suo insieme, non solo tra le fasce meno stabili. Siamo ancora alle premesse delle premesse. Come disse Churchill dopo la Battaglia d’Inghilterra “questa non è la fine e non è neanche l’inizio della fine. Forse è la fine dell’inizio.”
La preoccupazione è che siamo dentro ad una realtà che stiamo sottovalutando e che quando farà sentire i suoi effetti con ripercussioni pesanti, saranno tutti impreparati come i “bambini che fanno oh” o con la bocca spalancata per la sorpresa di qualche cosa che non dovrebbe poi sorprenderci molto.
Ecco.
In una realtà come quella sassolese dovrebbe esserci un’attenzione molto forte verso questi aspetti, tenendo conto che c’è ancora una monocultura industriale che potrebbe determinare cambiamenti impressionanti nel tessuto locale, e che se non verranno messi a fuoco con precisione provocheranno ritardo, cattiva consapevolezza. Insomma, determinare grandi battaglie contro i mulini a vento quando non ci saranno più né i mulini né il vento…


OLTRE AL PALAZZACCIO

Il mio pessimismo nasce proprio da qui: per esemplificare, le elezioni si giocheranno troppo sul fatto se quel palazzo verrà abbattuto o no, trascurando il resto.
La realtà ha sempre degli effetti sulla politica. Bisognerà vedere se sgomberati gli edifici, i “palazzacci”, abbattuti “i luoghi dell’infezione”, sarà ancora quello il problema o se all’improvviso ce ne sarà arrivato addosso un altro… Dipende anche dalla volontà delle persone di vedere.
Finga di essere il candidato sindaco, della destra e poi della sinistra. Quale sarebbe la sua prima proposta elettorale?
Sarebbe quella di dire la verità. Io ho votato per il Partito Democratico, ma cerco di ragionare per tutti. Dal mio punto di vista penso ad un futuro in cui ci siamo dentro tutti, mica solo quelli del PD… Penso che tutta la mia città, il mio paese debba stare bene. Voto per il profilo di società che giudico più adeguato perché questo avvenga. Quindi il primo punto sarebbe di guardare le cose come sono. La crisi va guardata fino in fondo. Se no rimaniamo in questo mondo degli illusionismi, come quello in cui si sta prodigando Berlusconi: si sta attribuendo anche il ribasso del prezzo della benzina… Un governo a mio giudizio mediocre nella gestione di questa fase politico economica va avanti spacciando le camomille ai cittadini… Se fossi candidato a sindaco di Sassuolo, il primo sforzo sarebbe un’analisi approfondita e radicale della realtà economica e delle sue prospettive. Dopo di che su questa base comincerei a ragionare sulle necessità infrastrutturali, demografiche. Ma dopo la priorità vera della grave crisi. Altrimenti anche noi facciamo i “berlusconcini”, cioè quelli che dicono “eh, ma tanto poi passerà”. Non sappiamo ancora niente, dobbiamo guardare le cose. E guardare le cose ci sembra il primo compito di chiunque debba amministrare, a Sassuolo o altrove.

Edmondo Berselli al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia (foto da Flickr)
Edmondo Berselli al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia (foto da Flickr)
 



Commenti
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Cassandra  - IRIS   |2009-01-10 05:48:17
Giusto in tempo.
Tempismo clamoroso: qui a Sassuolo sta andando tutto a
"p.....e", ora il terzo gruppo ceramico più grande ha messo in mobilità
750 persone...
750 famiglie!!!!!!! In un distretto che campa di
ceramica...

Sarebbe ora che si cominciasse a parlare quotidianamente di
questo e di smetterla di infighettarsi di aperitivi nei localacci che abbiamo e
di penare a non fare costruire la moschea...

Abbiamo capito che siamo nella
popò o no?

F.M.
antonietta  - venersi l'anima   |2009-02-16 04:48:46
quando ho letto questo tiolo ho pensato a un intrigante racconto giallo e invece
mi sono cadute le braccia! Un papiro enormemente lungo che parlava di"
fredde mattine" con un tono saccente
e arrogante! alla fine di tutto ciò
s'è capito solo che l'autore NON HA ASSOLUTAMENTE IL DONO DIVINO DELLA SINTESI
ma il gusto per le chiacchere inutili.
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