America oggi (Short cuts), di Robert Altman
(Usa, 1993)
Con Andie MacDowell, Bruce Davison, Jack Lemmon, Matthew Modine, Julianne Moore, Fred Ward, Jennifer Jason Leigh, Robert Downey Jr., Madeleine Stowe, Tim Robbins, Tom Waits, Chris Penn
Forse il miglior “concerto” del più bravo “direttore d’orchestra” di Hollywood. Come gli è capitato sovente nella sua lunga carriera (tra l’altro gratificata in questi giorni anche agli Oscar), Robert Altman, americano classe ’25 del Kansas, miscela benissimo diversi ingredienti e sforna una torta dolce-salato-amara fatta per ingolosire per poi rimanere (apposta) sullo stomaco.
Gli orchestrali sono quella sfilza di attori che potete leggere qui sopra, premiati all’unisono alla Mostra di Venezia dove trionfò lo stesso film.
Alla base dell’opera, alcuni racconti ma soprattutto l’asettica desolazione di Raymond Carver, il riferimento maledetto del “minimalismo” letterario: un dissacratore per necessità, uno che sulla propria pelle aveva capito benissimo che la teoria del sogno americano mostra qualche falla.
Esattamente come spiattella da sempre Altman nei suoi film, corali come un’orchestra grottesca e malinconica (tra gli altri M.A.S.H., 1970, Il lungo addio, 1973, Nashville, 1975, La fortuna di Cookie, 1999).
“…Si è messo i suoi pantaloni più attillati. Gli piacciono perché gli fanno il cazzo grosso…”, Cherry (Madeleine Stowe)
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