Anzi, forse più che un alchimista. Se si fosse fermato ai metalli non ci sarebbe stato niente di speciale: insomma, tanti altri nella storia affermano di essere riusciti a trovare la formula per la trasmutazione in metalli preziosi (leggi oro e argento). Ma il nostro patron, il patron dei successi, è andato decisamente oltre. Prima la colla, trasformata in un fatturato annuo di 1,18 miliardi di euro, poi lo sport. Un imprenditore che è riuscito a far entrare in tutte le case del mondo il marchio Mapei grazie alle vittorie nel ciclismo, portando la propria squadra, nel giro di pochi anni, al vertice del ciclismo mondiale. Poi la brutta faccenda del doping, il crollo di un sistema fatto di trucchi e messe in scena, e l’addio al circuito delle due ruote. Addio rotto solo una settimana fa, quando la Mapei, sponsor ufficiale del mondiale di ciclismo di Varese, si godeva la doppietta Ballan – Cunego, facendo morire d’invidia gli spagnoli. “L’unico che salvo è Oscar Freire, un ciclista corretto e pulito”, chioserà il dottore. Un’altra scommessa però aspettava il dottor Squinzi, giusto dietro l’angolo. Il mondo del calcio aveva appena iniziato a strizzargli l’occhio che già lui diventava lo sponsor ufficiale di quella nazionale che il 9 Luglio sollevava la coppa più ambita, sulla testa ancora dolorante dell’ex grande giocatore Zinedine Zidane.
Ed ora eccolo qua, al comando di un Sassuolo in corsa promozione, dopo aver scalato le vette della C2 e della C1 come fossero due tranquille sgambettate all’imbrunire. 16 punti, 2 di vantaggio sulla seconda e 4 sulla zona play-off, un miracolo ancora tutto da svelare. E intanto il marchio Mapei torna ad essere sulla bocca di tutti, giornalisti e cronisti si affannano in giro per le strade della nostra città alla ricerca di quel segreto, di quella formula alchemica che nessuno vuole svelare.
“Zampagna ha detto che tra due anni siamo in Champions? – scherza Squinzi di fronte ad un’entusiasta giornalista del quotidiano rosa – Lo prendo in parola. E vi dirò di più, andremo in Champions con Kakà.”
Se lo dice “Gastone” Squinzi c’è da crederci.
| Commenti |
|
Powered by !JoomlaComment 3.22