Di quando Garibaldi passeggiò per le vie di Sassuolo
Scritto da Catia Bartoli   
domenica 09 dicembre 2007
Una lastra in Piazza Piccola, o meglio…Piazza Garibaldi, ce lo ricorda: l’Eroe dei Due Mondi passò anche da qui...

Nel bicentenario della nascita dell’Eroe dei Due Mondi, il “Sassolino” vuole portare l’attenzione sulla lastra commemorativa posta in Piazza Garibaldi, o dell’Orologio, la nostra piazza Piccola, che ricorda proprio quando, in un freddo pomeriggio dell’autunno del 1859, Garibaldi si recò in visita alla nostra città. L’occasione fu quella dello spostamento delle truppe toscane, di cui era al comando, verso la linea del Po. In quel periodo Garibaldi visitò molte città emiliane e proprio il 2 novembre 1859, come citato dalla stessa “Gazzetta” di Modena, si recò a Sassuolo per fare una gita, per diporto, come si diceva allora.

Giuseppe Garibaldi passò anche per Sassuolo
Una celebre foto di Garibaldi
Fu accolto dalla contessa d’Espagnac, che l’accompagnò, immaginiamo per un the caldo e piacevoli convenevoli, al proprio palazzo, il nostro Palazzo Ducale. Ma della presenza del generale si sparse veloce la voce e molti cittadini, comprese le autorità, la banda di Sassuolo e tutta la Guardia Nazionale, si radunarono all’ingresso del palazzo, per assicurargli degna accoglienza. Ed esattamente dalla ringhiera del palazzo fece il famoso discorso ancora riportato sulla lapide: “Al popolo egli disse armati e seguimi, ed il popolo lo seguì a Palermo, a Milazzo, al Volturno […] e la risposta fu Mentana.” Lo seguirono eccome i nostri bisnonni: a metà del mese di agosto infatti ben 34 sassolesi, con entusiasmo e desiderio e grandi ideali da rincorrere, erano partiti per la Sicilia. Il primo fu lo scultore Gino Zironi, che però la Sicilia non la raggiunse mai, perché la sua nave venne catturata dalla marina borbonica, costringendolo ad un sollecito rientro. Ma perorarono la causa anche Federico Matteotti, il cassiere del comune, Luigi Stucchi, il bidello del comune, Gaetano Bonvicini, il consigliere municipale, solo per citarne alcuni. I primi giorni di dicembre fecero tutti ritorno a casa in divisa garibaldina, accolti dalla banda e da un incredibile entusiasmo. E per loro, due giorni dopo, in San Francesco fu celebrata una messa solenne. L’eccitazione per le imprese garibaldine non si esaurì con la partenza del generale. Nel 1866 Federico Matteotti, il più entusiasta ed impegnato a raccogliere proseliti, partì per l’impresa, seguito da Romeo Montecchi che rimase ferito a Roma, Annibale Dallari che fu ferito a Mentana, Luigi Lazzarini che fu imprigionato dalle truppe pontificie, ed il caporale Barbieri, che dal Tirolo non fece più ritorno.
Proviamo a sostare un attimo, la prossima volta che andremo a fare una “vasca” in centro, sotto alla lapide commemorativa. Proviamo ad immaginare l’entusiasmo dei nostri avi alla presenza del celeberrimo generale, tentiamo di cogliere lo scroscio di applausi e le grida di esultanza che hanno riempito per un pomeriggio le vie centrali della nostra città, e che hanno condotto anche alla morte alcuni dei nostri coraggiosi cittadini. Senza fare troppo caso al freddo e alla cioccolata calda offerta dal prossimo bar illuminato di giallo, proviamo a pensare che anche noi, per un attimo, abbiamo fatto parte della Grande Storia.

 

La targa dedicata a Garibaldi a Sassuolo
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