Una società fluttuante
Scritto da Francesco Martignoni   
venerdì 09 novembre 2007

Nel distretto, una famiglia su cinque vive sotto alla soglia di povertà

 

 


Quando si può definire “povero” un nucleo familiare? Qual è la soglia di povertà e quali criteri si usano per calcolarla?
I dati di questa tabella riprendono i metodi di calcolo di Eurostat, l’ufficio statistico europeo: in sintesi si definisce povero chi ha un reddito inferiore al 60% del reddito mediano. Prendendo in considerazione la sola area di Sassuolo, tenendo come mediani i dati riportati nella tabella di pagina 3 dove il reddito equivalente del distretto è di circa 25mila euro, la soglia di povertà per un nucleo familiare potrebbe essere così calcolata sui 15mila euro.

 

Le tabelle qui a fianco riportate parlano chiaro: il reddito medio delle famiglie dell’area di Sassuolo, poco più di 25mila euro annui, è grossomodo in linea con quello provinciale. Nello specifico è appena superiore a quello delle Terre di Castelli (che comprendono i comuni di Vignola, Castelvetro, Castelnuovo, Spilamberto e Savignano) e discretamente sotto a quello di Modena, che oltrepassa i 27mila. Il distretto di Sassuolo è ben al di sopra della media, invece, se ci si riferisce alla disomogeneità della distribuzione del reddito: la nostra zona è quella che in tutta la provincia presenta una discrepanza più elevata tra ricchissimi e poveri, sopra anche Modena, molto sopra la media provinciale, decisamente sopra l’area vignolese.
La conferma arriva anche dall’analisi delle “classiche” fasce di reddito: nel distretto ceramico le famiglie con un reddito inferiore ai 10mila euro si avvicinano pericolosamente al 10%, mentre nel resto della provincia si attestano al 7. Inoltre qui la percentuale dei nuclei che superano i 90mila euro è praticamente doppia rispetto agli altri comuni modenesi (2% circa contro un 1 arrotondato). Le altre fasce principali: a Sassuolo e dintorni sono circa il 32% i nuclei con un reddito tra i 10 e i 20 mila euro; circa il 37% quelli tra i 20 e i 30mila; circa l’11,5 quelli tra i 30 e i 40mila; grossomodo il 10% quelli tra i 40 e i 50mila.
Decisivo sottolineare come in provincia la povertà sia diffusa nell’oltre il 60% dei soggetti immigrati dopo il 2002, in pratica tra gli ultimi arrivati. Tra chi già risiedeva qui prima di quell’anno, autoctoni compresi, ci si attesta invece al 12,8%.



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