Question Time, per un Pel...
Scritto da Stefano Panini   
lunedì 29 settembre 2014

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Per un pel…uso?

 

Il pallone è rotondo e tutto torna indietro” - dal Vangelo secondo Callejon 21,28-32.

È il primo dei dieci comandamenti quello contro cui il Sassuolo sbatte rovinosamente nei minuti finali. Cross di prima intenzione, anticipo di Koulibaly, il pallone arriva a Pelusooo (vari secondi in cui respirare sarebbe inumano)… traversa piena. Fischiano le orecchie di Cuadrado e Borja Valero ai quali altri due pali, mercoledì, avevano negato la gioia del gol in una partita in cui la Viola avrebbe meritato il vantaggio. Ci pensa la sorte. Così, per un Peluso, Callejon è libero di posizionarsi, salutare un amico in curva ospti, controllare il timer nel nuovo Maxischermo e segnare; e per lo stesso Peluso il pareggio non arriva e mai arriverà. Perché il pallone è rotondo e le traverse spigolose

 

 Specchio specchio delle mie brame?

Ad impugnare lo specchio e guardare un anno indietro vengono i brividi. Vuoi perché anche un anno fa la sfida col Napoli era alla quinta giornata, vuoi perché il 7 a 0 ha preso il posto dello 0 a 7, ma soprattutto perché, oggi come allora, il Sassuolo guarda tutti dal basso. Beati gli ultimi (alla quinta) perché si salveranno, intonano i più ottimisti. Sarà, ma l’unico gol del Sassuolo sotto il segno di Zaza dopo cinque giornate è l’ennesima conferma della stagione (a specchio) neroverde. E allora, col pensiero ai fantasmi del passato, qualche spauracchio ce lo abbiamo. Tante, troppe similitudini, persino la squalifica di Berardi nelle prime giornate, e la consapevolezza che l’andazzo potrebbe cambiare. E per andazzo si intende la quota salvezza, zona in cui il Sassuolo, volente o nolente, deve guardare. Obbligatorio invertire la tendenza, fare punti e guardare oltre lo specchio: destinazione Lazio, sesta giornata oggi come allora. Specchio, specchio delle mie brame… una vittoria dovrà pur arrivare.

 

 Gol, made in Berardi?

Sassuolo e la malattia del gol. Dopo l’indigestione di Milano qualcosa è cambiato: da lodare è il nuovo atteggiamento difensivo della squadra, Magnanelli, Acerbi, Antei e Cannavaro ne sono le colonne, a cui manca però l’elegante ornamento. Il tridente non decolla e le statistiche precipitano. Peggior difesa (ma qui la variabile Inter pesa parecchio ed è lecito non credere alla matematica) e peggior attacco, con una sola rete all’attivo. Non può essere, e non è, un caso che il Sassuolo abbia chiuso l’armadietto dei gol con la gomitata di Berardinho. Dati alla mano, tra la stagione scorsa e quella in corso, nelle 12 partite in cui lo scugnizzo calabrese è stato assente per squalifica (troppe, ma questa è un’altra questione) il Sassuolo ha segnato solo quattro reti, di cui tre nella stessa partita. Non può essere un caso. Con il centrocampo di quantità più che di qualità del roster neroverde solo il sinistro educato di Domenico riesce ad inventare gioco ed innescare i compagni. Tra un berardata e l’altra le chiavi dell’attacco sono nei suoi piedi, che da domenica riassaporeranno la libertà. Berardi is back.

 

Berardi is back

 

Question Time” è una rubrica settimanale de “il Sassolino” tenuta da Stefano Panini. Ogni settimana, tre domande. Che si vinca o che si perda. Un ringraziamento particolare a Francesca Morini per  la realizzazione de “la vignetta della settimana”.



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