Senza titolo
Scritto da Chiara Mangia   
sabato 30 ottobre 2010

Il 64 B aveva appena svoltato l’angolo, carico con il suo bacino silenzioso di pendolari.

Mentre la sagoma svaniva, tra l’occhiolino compiacente del semaforo e qualche bici impazzita, Albert si avvicinava alla sua postazione.

Il freddo ormai si faceva sentire e il carbone non dava più il sollievo necessario. Panchina tre.

Un monolocale di 30 metri che si ergeva bucolico tra l’olmo raggrinzito, il lampione in amore di qualche benemerito reggiano e la fontana.

Era arrivato da Madrid, e per un po’ aveva bighellonato. Ci aveva messo un po’ a capire in quale zona abitare. Con gli ultimi euro aveva deciso di pagarsi il biglietto  per la cultura. Uno spettacolo teatrale in replica. Vestito a festa saliva in piccionaia, un po’ inebetito da tutto quel profumo di sapone. La maschera si portò davanti con fare minaccioso, per quanto possa essere minacciosa una smorfiosa di nero vestita e probabilmente fresca di laurea.

“Mi scusi lei non può entrare”

“Come? Ma guardi ho il biglietto”

“Già vedo. Ma il galateo mi impone di mandarla fuori”.

“Mi scusi?”

La vostra camicia è proprio orrenda

Cos’ha che non va?

Il colletto era un po’ vezzoso e c’era qualche segno di bontà divina. Il sugo della Caritas non perdona, pensò Albert, quasi sorridendo.

Alla fine il rimborso se l’era bevuto. Era sceso lento e pungente.

Lo hanno seppellito con quella camicia due giorni dopo. La Gazzetta di Reggio in un eccesso di cattivo gusto titolava: ‘Morto ubriaco dal freddo’.



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