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BiFolk, tarantiniani o Appunti di viaggio postmoderni Stampa E-mail
Scritto da Enrico Vannucci   
giovedì 29 aprile 2010

Giovanni Stefani (Martignoni photo)
Gio' Stefani (Martignoni photo)
BiFolk live @ Teatro San Francesco (27-04-2010)- Probabilmente il titolo del primo e forse più conosciuto album di Modena City Ramblers ben si addice a sintetizzare il cammino artistico di BiFolk. Il disco a cui mi riferisco si chiama "Riportando tutto a casa", un mantra che i fratelli Giovanni e Lucio Stefani, rispettivamente alla chitarra e al violino, pare abbiano davvero tenuto bene in mente e, più importante ancora, messo in pratica con risultati che definire straordinari appare forse quantomeno riduttivo.
Proprio il gruppo agli albori capitanato da Cisco sembrerebbe il punto di maggior riferimento per il duo. Eppure, a ben sentire, tra la band di Modena e i ragazzi originari di Sassuolo le differenze sussistono eccome. Probabilmente la comune passione per il folk, specialmente quello di stampo irlandese, porta coloro dotati di un orecchio poco attento a considerare entrambi assai simili ma i fratelli Stefani, oltre ad avere l'incredibile merito di riuscire a replicare quasi interamente una band polistrumentale con il solo ausilio del violino e la chitarra acustica, paiono interessarsi a un panorama più ampio rispetto a MCR, un orizzonte nel quale spaziare con il loro sguardo. Infatti, se troviamo le medesime ballate gaeliche, allo stesso tempo, il repertorio bifolkiano nasconde pezzi insoliti, che sono poi quelli che più degli altri li caratterizzano maggiormente: musiche estratte dalle colonne sonore dei più famosi film e, in maniera particolare, dai videogiochi e dai cartoni animati. I BiFolk si svelano dunque come un vero e proprio gruppo Postmoderno, secondo la definizione più Jamensoniana del termine. Ciò è dimostrabile anche dal modo in cui compongono le canzoni che suonano. La loro è l'arte del pastiche, del ritaglio e del rimodellamento secondo il proprio stile personale. Volendo utilizzare una qualifica cinematografica che può, forse, essere compresa da molti, se volessi definirli utilizzerei la parola "tarantiniani". Giovanni e Lucio, alla pari del regista di Pulp Fiction, hanno assorbito tutti gli stimoli che il mondo (della musica - ma non solo quello) ha lanciato loro e continua a farlo, reinterpretandoli secondo il gusto, assai giocoso, di cui sono dotati. Buona parte delle canzoni, escluse alcune cover – come la bellissima Spunta la luna dal monte del compianto concittadino Pierangelo Bertoli – o i pezzi unici folk irlandesi, hanno un titolo proprio e singolare nonostante, in realtà, non siano altro che un insieme eterogeneo di altri pezzi, anche molto diversi tra loro in origine, che i due fratelli hanno saputo sapientemente unire assieme per mezzo di arrangiamenti davvero complessi nella realizzazione ma, al contempo, davvero facili da ascoltare e coinvolgenti per lo spettatore.

Lucio e Giovanni Stefani (Martignoni photo)
Lucio e Giovanni Stefani (Martignoni photo)
E’ proprio questa, in sostanza, la caratteristica che più accomuna i BiFolk ai Modena City Ramblers. Il loro essere Postmoderni, a differenza del gruppo originario del capoluogo, li porta al tempo stesso, ugualmente, a "riportare tutto a casa", così come avevano fatto, anni prima, Cisco & Co. Se il punto di arrivo – che poi altro non è che quello di partenza, in fin dei conti – è il medesimo, il viaggio che hanno intrapreso risulta assai diverso, sia nei luoghi toccati – dal folk ai videogames elettronici dei primi anni Ottanta la strada è assai lunga – sia nell'approccio mantenuto per raccontare le loro peregrinazioni musicali – appunto Postmoderne. Viaggi che non rimangono esclusivamente sonori ma che si materializzano anche nelle sequenze di fotografie che fanno capolino alle loro spalle, montate – e qui ritorna il pastiche, sebbene di natura visiva questa volta – da Giovanni seguendo il ritmo delle canzoni in modo tale da accompagnare le note nel tentativo di materializzarle in qualcosa di meno sfuggevole – sebbene anche l’immagine in movimento sia, è noto, sempre essa stessa estremamente effimera ma che, in questo caso, combinandosi, riesce ugualmente, a sedimentarsi in modo migliore nella mente del pubblico presente. Il "riportare tutto a casa" permette dunque ai due fratelli Stefani di rielaborare tutti quegli spunti (o, forse meglio, appunti di viaggio) secondo canoni conosciuti e familiari, riuscendo così a rendere il proprio lavoro altamente originale nonostante alla base non vi sia alcuna canzone composta interamente, fin dalle prime note, da loro. Ma come le teorizzazioni sul Postmoderno ci ricordano, in questa logica del tardo Capitalismo non è la materia prima ad avere valore – l'opera d'arte originaria – ma l'uso che ne viene fatto successivamente – il suo riutilizzo.
Una delle note (non musicali!) più piacevoli della serata è stata senza dubbio la presenza di un numeroso pubblico, per lo più composto da giovani e giovanissimi, accorso al concerto organizzato dall'Associazione Domino Eventi per appoggiare una raccolta fondi a favore di ANFFAS - Sezione di Sassuolo. Una serata che ha visto coniugati assieme due mondi, quello della Cultura e quello del Sociale, che nonostante per molti continuino a essere assai distinti tra loro, se uniti assieme - postmodernamente ovviamente! - riescono sempre a far germogliare frutti meravigliosi per tutti coloro che ne sono coinvolti. (www.martignoniphoto.com)

Il violino di Lucio Stefani (Martignoni photo)
Il violino di Lucio Stefani (Martignoni photo)
 



Commenti
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cippa  - egregi   |2010-04-29 22:07:20
chicca musicale vera e propria
Francesco "Twister"  - Bell'articolo!   |2010-04-29 22:18:31
Non c'è altro da aggiungere, se non... That's all, BiFolk!!!
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