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Il Corvo Stampa E-mail
Scritto da Mirco Bertolini   
mercoledì 09 aprile 2008
Sentendo parlare de “Il corvo” molti penseranno al cupo film interpretato da Brandon Lee che, seguendo le orme dell’illustre padre, morì sul set in circostanze misteriose. La verità è però, ancora una volta, che il mondo della celluloide si è limitato a riprendere quello della carta stampata. Il corvo è prima di tutto un fumetto, creato nel 1988 da James O’barr, un autore semisconosciuto. La storia vede protagonista un giovane, Eric Draven, che vive una vita da sogno: come musicista si è avviato sulla via del successo ed ha accanto a sé Shelly, la donna che ama e che sta per sposare. Ma tutti i sogni muoiono all’alba e una sera la macchina di Eric lo lascia a piedi con la fidanzata in una strada di campagna. Per loro sfortuna l’unica automobile a transitare sulla stessa strada si rivela contenere un gruppo di balordi ubriachi e drogati che uccidono lui e anche lei dopo averla stuprata in gruppo. Ma ovviamente non finisce qui, dopo un anno esatto Eric risorgerà dalla tomba richiamato nel nostro mondo dallo spirito del corvo, l’animale che secondo il mito accompagna le anime nell’aldilà. Ora il giovane è una sorta di zombie insensibile al dolore e immortale, capace di risanare in pochi secondi le ferite più profonde. Vestito completamente di nero e con il viso truccato in una truce maschera da clown si prenderà la sua vendetta sui suoi aguzzini in un tripudio di sparatorie, scontri e torture gratificanti e liberatorie. Solo una volta ucciso l’ultimo della banda il corvo riporterà Eric oltre lo Stige così che possa riposare finalmente in pace con la sua Shelly, giustizia è fatta. “Il corvo” è un fumetto atipico per gli standard occidentali: un disegno estremamente realistico, da ritrattista, tutto in bianco e nero, ma proprio per questo molto vivido e molto, molto dark. L’introspezione psicologica ha il sopravvento sull’azione e le sofferenze fisiche e mentali di Eric sono riportate con chiarezza spietata sulla carta, come la sua tragedia. I dialoghi stupendi fanno sembrare il fumetto una poesia illustrata. Una perla del genere purtroppo ignorata dai più perché oscurata dalla trasposizione cinematografica. Un grande fumetto per chi cerca fumetti da grandi.


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